«The fast increasing share of the ageing population
is set to become a major lead market factor
for many commercial sectors»
European Commission, Growing the European silver economy, 2015
Il rapporto “Indicatori demografici – Stime per l’anno 2016” pubblicato dall’ISTAT il 6 marzo scorso ha generato grande interesse fra i media per due ordini di motivi:
• il fatto che per il 2016 si siano registrati per il secondo anno consecutivo sia un picco negativo delle nascite (i nati vivi nel 2016 sono stati 474mila con una flessione del 2,4% rispetto all’anno precedente), sia un decremento della popolazione (il saldo naturale nel 2016 è stato di 134mila unità);
• la conferma del marcato trend di aumento della quota di popolazione anziana, anche nelle classi di età più elevate (80 anni e più, 90 anni e più ed ultracentenari). Il grafico che segue evidenzia che, fra il 1° gennaio 2007 e il 1° gennaio 2017, la quota delle persone con più di 65 anni è aumentata dal 20,1% al 22,3% e quella delle persone con più di 90 anni dallo 0,8% all’1,2%.
Grafico 1 – Incremento della quota della popolazione anziana in Italia. Anni 2007-2017
Fonte: ISTAT
Le proiezioni dell’Eurostat e il rapporto della Commissione “The 2015 ageing report” confermano che i forti cambiamenti demografici in atto in Europa costituiscono una sfida da non sottovalutare, ma come si evidenzierà tra breve, anche una grande opportunità.
Le proiezioni statistiche riportate nel grafico 2 indicano che:
• per l’UE28, la quota della popolazione anziana (65 anni e più sul totale) è destinata ad aumentare dal 18,4% rilevato dall’Eurostat per il 2013 al 28,4% nel 2060. Per l’Italia si prevede un aumento fino al 30% nel 2060;
• l’Indice di Dipendenza degli Anziani 15-64 a. (rapporto fra le persone di 65 anni e più e quelle di età fra i 15 e 64 anni, in %) è destinato a crescere per l’UE28 dal 27,8% del 2013 al 50,1% nel 2060 e per l’Italia dal 32,8% del 2013 al 53% nel 2060.
Grafico 2 – Proiezioni su quota della popolazione anziana e
Indice di Dipendenza (15-64 anni) nell’UE e in Italia
Fonte: EUROSTAT, Commissione Europea
Tradizionalmente, l’invecchiamento della popolazione è associato a fenomeni economici negativi:
• l’aumento della spesa pubblica per servizi sanitari e altri servizi socio-assistenziali;
• l’aumento del debito pensionistico (maggiore pressione sul sistema pensionistico e sulle finanze pubbliche);
• flessione dei consumi, in particolare di beni manifatturieri.
Ancora oggi in Italia, il fenomeno, soprattutto nel dibattito politico, è associato, in genere, alle conseguenze negative in termini di pressione sul sistema pensionistico e sulla già precaria stabilità dei Conti pubblici.
A livello europeo, invece, la questione dell’invecchiamento della popolazione è vista sempre più come una opportunità, piuttosto che come un problema.
La domanda di servizi delle “pantere d’argento” è considerata, infatti, un poderoso fattore di spinta di processi di innovazione tecnologica e sociale e dell’apertura di nuovi mercati. L’aumento della domanda di servizi di cura alla persona e di servizi sanitari da parte delle persone più anziane, negli anni recenti, sta stimolando innovative applicazioni dell’ICT, dell’Internet of Things e della stessa “intelligenza artificiale”, ossia di quelle che sono le traiettorie tecnologiche che, nella fase attuale, stanno aprendo nuovi mercati ad elevato valore aggiunto nell’economia mondiale.
La Commissione Europea parla ormai apertamente di “silver economy” sia nei documenti ufficiali sia negli avvisi pubblici di finanziamento per progetti di ricerca e di ricerca-azione in materia, adottando la seguente definizione: “economia che copre le esistenti opportunità e quelle emergenti associate con la crescita della spesa pubblica e dei consumi privati relativa all’invecchiamento della popolazione e dei bisogni specifici degli individui over 50”.
Nel rapporto Growing the European silver economy del 2015, la Commissione dedica molta attenzione alla “dimensione ICT” della silver economy che è imperniata soprattutto sui seguenti ambiti applicativi:
- telemedicina [1];
- dispositivi mobile e app per basilari forme di auto-diagnosi per le persone più anziane e per attivare servizi di allarme (specialmente nel caso di anziani soli o affetti da patologie croniche);
- applicazioni dell’Internet of Things per la casa (domotica) particolarmente adatte per le esigenze delle persone più anziane;
- robot di servizio (piccoli robot che svolgono funzioni di servizio/supporto per le persone più anziane, specialmente se particolarmente deboli o aventi difficoltà nel muoversi autonomamente). [2]
Negli anni recenti la Commissione ha attivato diverse Iniziative e linee di finanziamento volte a supportare il consolidamento della “dimensione ICT” della silver economy, proprio per il fatto che è portatrice sia di innovazioni tecnologiche, sia di innovazioni sociali.
In questa luce, il Programma a livello europeo più rilevante è certamente Active and Assisted Living (che era stato lanciato nel 2008 come Ambient and Assisted Living).
Active and Assisted Living (AAL) , infatti, ha la missione di “migliorare la qualità della vita delle persone anziane, individuando nuove soluzioni ai loro problemi basate su dispositivi e nuovi servizi dell’Information and Communication Technologies – ICT”.
Questa Programma, in questa luce, si lega anche all’attuazione della c.d. “agenda digitale europea”, in quanto è appunto volto a creare nuovi prodotti basati sull’ICT, nuove soluzioni ai problemi delle persone anziane e nuovi servizi che possono migliorarne l’autonomia funzionale e la qualità della vita. Lo slogan, infatti, è: “ICT for ageing well”.
Per capire meglio insieme background, tipologie di progetti finanziati e sistema di delivery finanziario di AAL rimando ai miei prossimi post. [3]
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[1] La telemedicina, secondo la definizione già adottata nel 2017 dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), “è l’erogazione di servizi sanitari, quando la distanza è un fattore critico, per cui è necessario usare, da parte degli operatori, le tecnologie dell’informazione e delle telecomunicazioni al fine di scambiare informazioni utili alla diagnosi, al trattamento ed alla prevenzione delle malattie e per garantire un’informazione continua agli erogatori di prestazioni sanitarie e supportare la ricerca e la valutazione della cura”.
Le potenzialità della telemedicina, quindi, si vanno ampliando di pari passo con l’ampliamento delle possibilità di raccolta, immagazzinamento, ri-uso e trasmissione dei dati e con il perfezionamento dei dispositivi del mondo digitale.
[2] Un’analisi ancora più circostanziata delle molteplici opportunità di sviluppo della “silver economy” è riportata in un contributo del 2008 di Enste et al. che individuano almeno 14 segmenti di attività economica collocabili nella “silver economy”: Enste P., Naegele G., Levi V. (2008), The discovery and development of the silver market in Germany, in: Kohlbach F., Herstatt C. (eds.), The silver market phenomenon. Business opportunites in an era of demographic change, Springer, 2008.
Si veda anche il rapporto del 2014 della banca d’affari statunitense Merrill Lynch dal titolo molto evocativo: “The silver dollar. Longevity revolution 2014”.
[3] Questo post anticipa alcuni contenuti che avrò il piacere di sviluppare ulteriormente nel corso della mia docenza (oltre 12 ore) al Corso “Finanziamenti dell’UE per la ricerca medica, la tutela della salute e l’invecchiamento attivo” del CEIDA (Roma, 4 e 5 Aprile 2017).