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Europrogettazione e project management. Una intervista all’esperto Federico Porcedda sul modello eU-maps®

Come ho cercato di spiegare più volte su questo blog, l’accesso ai finanziamenti europei e la formulazione di progetti “vincenti” richiedono molteplici competenze. Nel bagaglio delle competenze del c.d. “europrogettista” uno spazio di rilievo deve essere riservato a quelle inerenti ai principi e alle tecniche del project management.

Nel post del 15 novembre 2018 “Alla ricerca dei finanziamenti europei” scrivevo in merito che “la ricerca di finanziamenti pubblici dell’UE deve basarsi su una serie di decisioni razionali inerenti agli obiettivi e alle caratteristiche del ciclo di finanziamento delle organizzazioni ed alcuni strumenti operativi che, a dispetto di coloro che teorizzano quasi che la c.d. “europrogettazione” sia un’arte, appartengono al vastissimo novero degli strumenti di project management”.

E’ per questo motivo che seguo con attenzione i professionisti promotori di eU-maps®, “innovativo modello integrato per progettare e gestire i fondi europei sviluppato dal team ISIPM” (citazione dal portale di eU-maps®).
Sul portale di eU-maps®, infatti, si legge che “inquadrato all’interno del Project Cycle Management, eU-maps®, realizza l’integrazione delle due aree di conoscenza dell’euro-progettazione e del project management, seguendo uno sviluppo dinamico circolare, secondo il ciclo del miglioramento continuo, plan do check act”.

Ed è per questo che il blog oggi riporta una intervista che mi ha rilasciato in questi giorni il professionista Federico Porcedda, affermato esperto di euro-progettazione, fondi europei, Project Manager ISIPM-Av®, fra i principali promotori di eU-maps®. [1]

1. Federico, ci racconti brevemente come tu e gli altri esperti del team eU-maps® avete maturato la decisione di sperimentare un modello di europrogettazione ampiamente ancorato a principi e strumenti del project management? Da quali criticità dell’europrogettazione avete preso le mosse?

Il modello nasce da un approccio critico sull’uso di fondi UE: spesso si considera come indicatore principale la ‘spesa’, tralasciando cosa questa dovrebbe contribuire a produrre, in termini di risultati dei progetti finanziati con fondi UE. Si rischia di dimenticare quasi totalmente quello che dovrebbe essere l’unico driver di una spesa pubblica: gli impatti realizzati dai progetti finanziati, il valore pubblico realizzato nel territorio.
Il modello può essere applicato a diverse fasi di gestione dei fondi UE, anche a livello di Programma, anche se in realtà è pensato principalmente per la formulazione di proposte progettuali e gestione di progetti finanziati. Nasce nell’esperienza professionale come bisogno, necessità di competenze non esplicitamente previste da regolamenti e bandi.
Dallo studio del Project Management (PM) da parte ciascuno di noi, nascono le prime applicazioni nella gestione dei fondi UE. Ora molti corsi di formazione sui fondi UE prevedono moduli di PM, ma è un’acquisizione abbastanza recente.
In diversi anni di lavoro, e soprattutto dopo avere istituito un gruppo di lavoro all’interno di ISIPM, abbiamo sviluppato il modello per approssimazioni, attraverso un ciclo:
• individuazione del bisogno nell’esperienza lavorativa (fase empirica),
• analisi e proposta teorica (fase di studio),
• presentazione in aula o convegni (formazione/raccolta feedback),
• sperimentazione nell’attività lavorativa.
Questo circuito è durato (ripetuto in loop) circa quattro anni, ha visto il coinvolgimento di diverse centinaia di partecipanti e discenti di corsi e master universitari, ha trovato riscontro in convegni (Forum PA, PMexpo), ha avuto definizione in diverse pubblicazioni, ha guidato la stesura di bandi finanziati da fondi UE, la gestione di programmi, la realizzazione di un PMOffice in una PA, la formulazione di proposte progettuali e la gestione di fondi UE.
Quando le basi teoriche, metodologiche e operative si sono mostrate robuste, con Sabrina Mancini, Marco Amici e Lorenzo Costumato, i componenti del team, abbiamo deciso il battesimo: eU-maps®.

2. Ci spieghi meglio, per favore, come il vostro modello integrato eU-maps®, realizza l’integrazione delle tre aree di conoscenza: euro-progettazione, fondi UE e project management?

Siamo partiti da tre aree di conoscenza non immediatamente permeabili.
Quella che chiamiamo “fondi UE” comprende la mappa dei finanziamenti, spesso un poco ‘barocca’, che partendo dall’alto verso il basso comprende i Trattati, la strategia UE (e tutti i documenti che la compongono), le singole politiche, i regolamenti, i fondi ed infine i Programmi. È una parte di sapere enorme, ma fondamentale per la formulazione e realizzazione di un progetto, poiché garanzia della cosiddetta ‘pertinenza verso l’alto’. Conoscerla significa avere contezza che l’output del nostro progetto andrà ad impattare direttamente, o più spesso indirettamente, su Programma, politica, strategia.
L’europrogettazione prevede il Logical Framework Approach, ed in particolare la definizione della Logframe Matrix come strumento principale, ed il Project Cycle Management come contesto della vita del progetto.
Il Project Management, secondo gli standard internazionali, ma in particolare come previsto dalla UNI ISO 21500, prevede 5 gruppi di processi (avvio, pianificazione, esecuzione, monitoraggio e controllo, chiusura) per la realizzazione dell’output di progetto nei tempi, costi e con la qualità previsti inizialmente.
eU-maps® ri-miscela e rende omogenee aree di conoscenza, tool e processi, in un unico modello integrato che standardizza 53 processi che accompagnano dalla prima idea progettuale, alla definizione della proposta progettuale, alla realizzazione dell’output di progetto.

3. Quali sono, a tuo parere, gli errori principali che gli operatori italiani commettono nell’approcciare la ricerca di finanziamenti dell’UE e i bandi europei?
Ci sono operatori bravissimi da cui imparare veramente tanto, ed organizzazioni che brillano per eccellenza cui potersi ispirare, che sono state in alcuni casi spunto per eU-maps®.
In altri casi abbiamo riscontrato punti di debolezza: molte organizzazioni, anche pubbliche, hanno una elaborazione di visione e strategica poco articolata. Risulta complesso individuare documenti chiari ed espliciti circa la strategia dell’organizzazione. Questo è fondamentale per partecipare a call particolarmente sfidanti, o gestire fondi UE, poiché i principali fabbisogni, stakeholder, obiettivi, sono già stati individuati nella definizione della strategia. Il progetto finanziato dai fondi UE si limita a contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’organizzazione, non a relegarsi al ruolo di mero “finanziatore”. Questa è spesso una discriminante non chiara, ma fondamentale.
Inoltre, la fase di formulazione della proposta progettuale in molti casi viene vissuta come una fase ‘a rischio 0’, sulla quale non investire, e lasciata alla capacità di iniziativa di progettisti interni o esterni all’organizzazione. eU-maps® prevede un unico progetto costituito da due fasi: formulazione della proposta progettuale e realizzazione dell’output di progetto.
Per ultimo, spesso si prevede l’avvio del lavoro partendo dalla pubblicazione dell’avviso, che può ugualmente intervenire in un momento di difficoltà dell’organizzazione.
La conoscenza dell’area “fondi UE”, di programmi e politiche, consente di anticipare la pubblicazione dei bandi e pianificare il lavoro necessario per la formulazione della proposta progettuale. Consente inoltre di realizzare un insieme di attività propedeutiche al call che consentono un vantaggio competitivo notevole.

4. Il vostro modello integrato è anche alla base del Corso Executive “Esperto in Progettazione e Gestione dei Fondi Europei”, definito in sinergia con l’Università Tor Vergata e altri partner elencati nel portale del Corso.
Quali sono gli altri elementi distintivi di questo Corso?
Il Corso ha delle radici molto robuste. Il modello eU-maps® negli ultimi anni è stato oggetto di diversi corsi. Valore PA, promosso dall’INPS, negli ultimi anni ci ha visti coinvolti con il Dipartimento di Management e Diritto dell’Università di Tor Vergata e ISIPM con circa 300 discenti tra dipendenti pubblici di Lazio, Campania, Puglia, Piemonte. Il modello è inoltre compreso in moduli dei Master MEMIS e MARIS del Dipartimento di Management e Diritto dell’Università di Tor Vergata; PERFET dell’Università di Ferrara; Master della LUMSA e dell’Università Cattolica di Milano. Inoltre, il corso “progettazione europea” della LUMSA ha visto le primissime sperimentazioni di integrazione tra euro-progettazione e project management.

Su queste basi il corso può dirsi innovativo poiché vede una integrazione e non semplice sommatoria di aree di conoscenze a livello teorico, metodologico e pratico, ciascun tool affrontato in aula vede un’esercitazione ad hoc in aula.
Inoltre prevediamo delle Summer School tematiche con il coinvolgimento di Partner specifici per sperimentare il modello nei temi più vicini ai singoli discenti.

5. Penso che il principale target del Corso siano neo-laureati desiderosi di crearsi un percorso professionale nel settore degli affari europei e dell’europrogettazione.
Durante le docenze quali suggerimenti concreti date, in genere, ai neo-laureati, sia per assicurare loro un servizio formativo davvero completo, sia per aiutarli nella ricerca di un impiego? Durante il Corso vi sono anche attività di orientamento e di sostegno al placement?

Il Corso ha diversi target, tra questi i dipendenti pubblici che a diverso titolo gestiscono fondi UE, ugualmente i dipendenti privati e del terzo settore ed i liberi professionisti. Prevediamo in ogni caso il forte coinvolgimento dei neo-laureati. Pur in un periodo di crisi per l’occupazione giovanile, uno studio del Project Management Institute (PMI) prevede una crescita del 33% di richieste di PM nel mercato del lavoro nei prossimi 10 anni. Inoltre i nostri partner e gli stessi docenti, hanno una esperienza professionale di molti anni nel mondo della progettazione e gestione di fondi UE. Prevediamo anche l’attivazione di stage presso i nostri partner e non solo, per favorire l’inserimento lavorativo degli studenti più meritevoli.

6. A me il Corso eU-maps® sembra assolutamente valido e anche innovativo. Pertanto, lascio ben volentieri a te un po’ di spazio per presentarlo con maggiore dovizia di particolari. Federico, grazie per l’intervista e in bocca al lupo per la nuova edizione del Corso Executive “Esperto in Progettazione e Gestione dei Fondi Europei” del team eU-maps®.

Immagine ex Pixabay

Immagine ex Pixabay

Il corso parte il 5 aprile, ha una formula che consente la partecipazione anche ai lavoratori, venerdì pomeriggio in zona centrale di Roma, il sabato presso Tor Vergata, per tre week-end al mese sino a luglio. A settembre partiranno le Summer School tematiche in collaborazione con i partner che verranno avviate su indicazione degli studenti tra le diverse opzioni.
Il corso si articola in 5 diversi moduli, partendo dal quadro istituzionale, normativo e strategico dei fondi europei, vedremo il modello all’interno del Project Cycle Management. Nel terzo modulo si parla di Project Management secondo lo schema ISIPM base, propedeutico all’esame per la certificazione. Infine vedremo gli strumenti di euro-progettazione all’interno del quadro eU-maps® e le tecniche di rendicontazione, monitoraggio, controllo e comunicazione.

 

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[1] Federico Porcedda è Esperto fondi UE e Project Manager Advanced certificato ISIPM (ISIPM-Av®)
Professore a contratto dipartimento di Giurisprudenza, Economia, Politica e Lingue moderne LUMSA, corso in euro-progettazione e tecniche di finanziamento. Consulente presso PricewaterhouseCoopers. Docente strumenti finanziari UE, project management, euro-progettazione in diversi Master. Project manager e componente del Comitato tecnico del progetto di ricerca per la valutazione delle Performance nelle PA centrali (PROSPERF) coordinato dal Dipartimento della Funzione Pubblica (DFP). Componente del gruppo di ricerca eU-maps® all’interno di ISIPM. Ha prestato consulenza per PA centrali e locali, tra le altre: Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero Affari Esteri, Ministero dell’Ambiente, Regione Lazio, ANCI, FormezPA, Comune di Cagliari.

 

 

 

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