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Il “riesame intermedio” dei Programmi FSE+ fra «Regolamento STEP» e PNRR

 

«L’istruzione è l’arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo»
Nelson “Madiba” Mandela

1. Nei mesi scorsi ho evidenziato, a più riprese, come il «Regolamento STEP» (Regolamento sulla Piattaforma per le “tecnologie strategiche critiche per l’Europa” – STEP) avrebbe potuto incidere ampiamente sul “riesame intermedio” dei Programmi FESR.
Considerando la natura fortemente high tech dei tre cluster di settori della STEP – tecnologie digitali e innovazione delle tecnologie deep tech; tecnologie pulite ed efficienti sotto il profilo delle risorse e biotecnologie – la riprogrammazione in chiave «Regolamento STEP» dei Programmi FESR potrebbe dare anche un rilevante impulso a una ridefinizione più generale delle strategie di politica industriale.
Il «Regolamento STEP» – Reg. (UE) 2024/795 del 29 Febbraio 2024 – può incidere oggettivamente molto meno sul “riesame intermedio” dei Programmi FSE+, come si evince anche dal prospetto riportato nella figura che segue.

Fig. 1 – I legami potenziali fra obiettivi della “STEP” e Obiettivi di Policy e
campi di intervento dei Programmi FESR e FSE+

2. I Programmi FSE+, in linea di principio, sono direttamente serventi rispetto al secondo obiettivo della STEP – “Affrontare le carenze di manodopera e di competenze essenziali per tutti i tipi di posti di lavoro di qualità a sostegno dello sviluppo di tecnologie critiche” – di cui al punto (b) dell’art. 2(1) del Regolamento.
Ciò detto, diversamente da quanto previsto per il FESR, nel caso di FSE+ vi sono riferimenti abbastanza generici alle modifiche dei Programmi (l’art. 12 del «Regolamento STEP» suggerisce che gli Stati possono sostenere la strategia della STEP “nell’ambito dei pertinenti Obiettivi Specifici” di FSE+) e non è previsto l’inserimento di nuovi Obiettivi Specifici. Il «Regolamento STEP» si limita ad introdurre due nuovi “campi di intervento” 145bis e 145ter che concernono “lo sviluppo di competenze o l’accesso all’occupazione”, ma si tratta di “campi di intervento” riferibili, in linea di principio, sia al FESR, sia al FSE+ (si veda la figura 2). Una delle novità più rilevanti del Regolamento, infatti, concerne il fatto che «il FESR sostiene anche attività di formazione, apprendimento permanente, riqualificazione e istruzione» che, tradizionalmente, sono oggetto di interventi a valere su FSE+ (si veda l’art. 10).

Fig. 2 – La possibile influenza del «Regolamento STEP» sulla struttura dei Programmi FESR e FSE+

3. Mentre nel caso dei Programmi FESR il “riesame intermedio” sarà fortemente condizionato da spinte esogene (la nuova politica industriale verde e sempre più orientata all’autonomia strategica dell’UE e dal «Regolamento STEP»), per i Programmi FSE+ la “mid term review”, oltre a tenere conto delle disposizioni dell’art. 18 del Reg. (UE) 2021/1060, dovrebbe muovere da una oggettiva disamina dello stato di attuazione di alcune rilevanti riforme dei sistemi di istruzione e formazione, della c.d. “filiera lunga della formazione tecnico-professionale” e delle Politiche Attive del Lavoro (PAL) in corso di implementazione sull’abbrivio degli accordi presi con l’UE per l’attuazione del PNRR e da una prima valutazione dei loro effetti. [1]
Tali riforme sono attuate a valere sulle seguenti Componenti del PNRR:
M4C1 – Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università. Come si evince dalla figura che segue, in questa prospettiva sono particolarmente rilevanti Investimenti e Riforme del Piano “Futura – La scuola per l’Italia di domani”, ossia le Misure della Componente M4C1 di cui è titolare il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM); [2]
M5C1 – Politiche per il lavoro (rilevano soprattutto Investimenti e Riforme della Sub-componente M5C1.1 Politiche Attive del Lavoro e sostegno all’occupazione, che vedono quali Amministrazioni titolari principalmente il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – MLPS). [3]

Fig. 3 – Le Componenti del PNRR intese a rafforzare i sistemi di istruzione e formazione e le PAL
quali leve per indirizzare il «riesame intermedio» dei Programmi FSE+

4. Si tratta di riforme davvero strategiche per rafforzare l’occupabilità dei giovani, ma anche di soggetti deboli sul mercato del lavoro a rischio di disoccupazione di lunga durata che, senza, il contributo rilevante del PNRR, sarebbero state implementate con tempi più lunghi, come si illustrerà meglio nel prossimo post del 20 Settembre. [4]

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[1] La strategia europea per una politica industriale verde era già stata avviata nella seconda decade del nuovo secolo e, ovviamente, è stata ulteriormente rafforzata dall’Iniziativa “Green Deal industrial plan e, indirettamente, dall’Iniziativa REPowerEU. Sull’evoluzione della politica industriale dell’UE nello scorso decennio e in quello in corso, si veda: Vazquez Rivera J.A.; Weber M. (2024); Industrial policy: an EU policy in the making; in: European Court of Auditors (2024); EU industrial policy: a solution to various dilemmas; ECA Journal N. 2/2024, pp. 34-41.
[2] Ad essere più precisi, il Piano “Futura” include anche l’Investimento 1.1. Piano di sostituzione di edifici scolastici e di riqualificazione energetica nell’ambito della Sub-componente M2C3.1 Efficientamento energetico degli edifici pubblici della Missione 2 del PNRR. Si tratta di uno degli Investimenti che ha registrato le maggiori difficoltà attuative, in primo luogo a causa delle criticità nella realizzazione degli interventi infrastrutturali comportate negli anni recenti dal forte aumento dei prezzi di materie prime e altri input. Non a caso il “riesame intermedio” del PNRR ha previsto un aumento della dotazione finanziaria di questo Investimento di 206 milioni di Euro.
Si veda il focus realizzato da ASTRID e Fondazione Giovanni Agnelli (FGA)Il PNRR per scuola e università: a che punto siamo?” presentato al Seminario ASTRID-FGA “Lo stato di attuazione del PNRR in materia d’istruzione” il 22 Aprile u.s.
[3] Sebbene le due Componenti M4C1 e M5C1 siano quelle di riferimento per le riforme qui discusse, va considerato che, in generale, il PNRR è diventato l’autentico faro della politica economica in Italia e, quindi, oltre alle Componenti appena richiamate e alla Componente M5C2 Infrastrutture sociali, Famiglie, Comunità e Terzo Settore, ampiamente influente sull’attuazione delle Priorità dei Programmi FSE+ focalizzate sul contrasto alla povertà e sull’inclusione sociale, in sede di “riesame intermedio” dei Programmi FSE+ (in particolare di quelli regionali), sarà opportuno tenere conto dei molteplici legami di coerenza logica diretta e indiretta fra i tre Obiettivi Generali di FSE+ nel periodo 21-27 (riportati nell’art. 3 del Reg. (UE) 2021/1057) e diverse Componenti del PNRR, sintetizzati nella figura che segue (dove le frecce tratteggiate indicano i legami di coerenza indiretti). Preme evidenziare due aspetti:
• nella figura è riportato uno schema grafico che per motivi di spazio prende in considerazione solo le Componenti del PNRR. Un’analisi più strutturata richiederebbe necessariamente di considerare le Sub-componenti e, in alcuni casi, alcuni Investimenti specifici;
• in sede di analisi va debitamente considerato che il “quadro logico” dei Programmi FSE+ è, da sempre, ampiamente condizionato dal discutibile approccio della Nuova Macroeconomia Classica e della “supply side economics”, filoni teorici assolutamente contrari a un intervento pubblico significativo in economia. Nel mondo reale, tuttavia, non è possibile facilitare la creazione di nuovi posti di lavoro solo con interventi che rendano più flessibili i mercati del lavoro e facilitino il matching fra domanda e offerta di lavoro. Ecco che di conseguenza l’Obiettivo Generale Occupazione non va messo in relazione logica soltanto con la Componente M5C1 del PNRR, ma anche con quelle Componenti intese ad ampliare e rendere più competitiva la base produttiva del Paese, che possono rafforzare quantitativamente e qualitativamente la domanda di lavoro.

Fig. 4 – La coerenza logica diretta e indiretta fra Programmi Regionali FSE+ e alcune Componenti del PNRR

[4] Questo contributo è un “work in progress” elaborato nell’ambito del progetto di ricerca dell’Associazione Centro Studi Funds for Reforms Lab “Le politiche e i fondi dell’UE (nella programmazione 2021-2027)”, approvato dal Consiglio Direttivo dell’Associazione del 20 Marzo 2023.

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