L’Accordo di Partenariato (AdP) per il periodo 2021-2027, come ricordato nel precedente post del 10 Maggio 2022, è solo un documento di orientamento strategico che crea un ponte fra linee di indirizzo strategico delle politiche pubbliche europee ed il c.d. “semestre europeo” e Programmi di spesa della “politica di coesione”, ossia Programmi Regionali e Programmi Nazionali e Programmi dell’Obiettivo Cooperazione Territoriale Europea (CTE). Con riferimento a questi ultimi Programmi preme evidenziare che l’AdP si limita ad elencarli (si veda la Figura 1).
L’AdP, pertanto, non è un vero documento di spesa.
Figura 1 – Accordo di Partenariato e Programmi di spesa cofinanziati da Fondi Strutturali, FEAMPA e
Just Transition Fund nel periodo 2021-2027
I Programmi Nazionali (PN), per diversi aspetti, sono simili agli Investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). [1] In particolare, va posto in luce che:
• sono contraddistinti da un sistema di governance centralizzato (proprio come gli Investimenti del PNRR), per cui vi è ovviamente un lavoro di concertazione fra Governo ed Enti decentrati, ma la gestione è in capo a dei Ministeri e a delle Agenzie nazionali (l’ANPAL e l’Agenzia per la Coesione Territoriale);
• si caratterizzano non come Programmi multi-settoriali volti a rimuovere dei nodi strutturali dello sviluppo di aree territoriali ben definite, bensì come Programmi settoriali che coprono delimitate aree di policy (questo vale anche per il PN Metro Plus e Città medie Sud – che deriva direttamente dal PON Città Metropolitane 2014-2020 – che, quantunque focalizzato su determinate aree territoriali, è stato de facto lo strumento per dare operativamente corso alle Città Metropolitane istituite dalla c.d. “legge Delrio” e per implementare l’agenda urbana nazionale);
• sono informati ad una particolare concentrazione territoriale degli interventi che esula un po’ dall’impostazione “territoriale” in senso stretto dei Fondi Strutturali (come prevista dagli articoli 174-178 del Trattato sul Funzionamento dell’UE, ossia gli articoli che disciplinano la “politica di coesione”). I PN della nuova programmazione 2021-2027, infatti, potranno interessare solo le c.d. Regioni Meno Sviluppate (RMS) o, in alternativa, l’intero territorio nazionale (questa indicazione vale solo in parte per il PN Metro Plus e Città medie Sud, ex PON Metro 2014-2020 alla luce del suo particolare disegno strategico). [2]
Come si evidenzia nella Figura 2 che segue, l’AdP inviato alla Commissione lo scorso 17 Gennaio 2022 prevede 9 PN direttamente riconducibili alla “politica di coesione” e due PON ad hoc (quello per dare corso agli interventi del FEAMPA – il Fondo per la politica strutturale della pesca – e quello per l’attuazione dei progetti del Just Transition Fund).
Su 11 PN, sono ben 5 quelli che interessano solo le Regioni Meno Sviluppate (RMS), fra cui i due istituiti ex novo per la programmazione 2021-2027:
• PN Equità nella Salute;
• PN Just Transition Fund. [3]
Figura 2 – La copertura geografica dei Programmi Nazionali 2021-2027
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[1] L’esame dell’articolazione e dei contenuti dei PN, come anticipato nel post del 10 Maggio, costituisce il principale termine di riferimento del rispetto di condizioni di mutua coerenza della programmazione e attuazione degli interventi cofinanziati dai Fondi Strutturali e di quelli inseriti nel PNRR, proprio per la “somiglianza” di Investimenti del PNRR e PN e dell’assunzione diretta di responsabilità a livello di Governo centrale che caratterizza questi strumenti di programmazione economica.
[2] Il Regolamento sulle Disposizioni Comuni (RDC) per il periodo 2021-2027 (Reg. (UE) 2021/1060) conferma anche per il periodo 2021-2027 la suddivisione di tutte le regioni NUTS II in tre “categorie di regioni” sulla base del loro livello medio del PIL pro-capite, calcolato come media del triennio 2017-2019:
• Regioni Meno Sviluppate (RMS) – Regioni il cui PIL pro-capite è inferiore al 75% della media del PIL dell’UE-27;
• Regioni in Transizione (RT) – Regioni il cui PIL pro-capite è compreso fra il 75% e il 100% della media del PIL dell’UE-27 (la soglia massima è stata aumentata, dato che era fissata al 90% per il periodo 2014-2020);
• Regioni Più Sviluppate (RPS) – Regioni il cui PIL pro-capite è superiore al 100% della media del PIL dell’UE-27.
Le RMS in Italia sono: Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
[3] Per il periodo 2021-2027 non è previsto un Programma Infrastrutture e Reti e, quindi, non ci sarà alcun PN focalizzato sull’Obiettivo di Policy 3 (OP 3). Tutti gli altri OP sono coperti dai PN.