Active and Assisted Living: il programma europeo più utile per sostenere l’innovazione sociale
“Ho ancora la forza di chiedere anche scusa
e fare la partita giocando fuori casa”
Luciano Ligabue, Ho ancora la forza
Presentazione del Programma Active and Assisted Living
Il paradigma emergente “innovazione sociale”, per il quale non sono facilmente individuabili i contorni puntuali, a mio modesto avviso si caratterizza principalmente per:
• l’introduzione di innovazione tecnologiche finalizzata in primo luogo a risolvere problemi sociali vecchi e nuovi, con l’obiettivo ultimo di aumentare il well-being dei singoli individui e della società nel suo complesso;
• l’attenzione posta sul contributo dei progetti di innovazione sociale all’aumento della capacità di agire degli individui, un aspetto che richiama nitidamente l’approccio di “sviluppo umano” di Amartya Sen, basato sui concetti basilari di functionings e capabilities degli individui. [1]
Il mio parere, alla luce di queste considerazioni, è che quantunque l’UE abbia varato uno strumento finanziario ad hoc per l’innovazione sociale nella programmazione 2014-2020 (il Programma-Quadro Employment and Social Innovation – EaSI), lo strumento che, realmente, può sostenere maggiormente l’innovazione sociale è il Programma Active and Assisted Living.
Il Programma Active and Assisted Living (lanciato a livello europeo nel 2008 con il nome Ambient and Assisted Living), infatti, muove dalla volontà di “migliorare la qualità della vita delle persone anziane, individuando nuove soluzioni ai loro problemi basate su dispositivi e nuovi servizi dell’Information and Communication Technologies – ICT”. Lo slogan del Programma, infatti, è: “ICT for ageing well”.
Prima di presentare meglio la natura servente di Active and Assisted Living (AAL) rispetto all’obiettivo della piena affermazione del paradigma “innovazione sociale”, va ricordato che AAL in realtà, sotto il profilo giuridico, è un “Programma congiunto” dell’UE, ossia un particolare Programma che non interessa tutti gli Stati Membri ed è basato sull’art. 185 del Trattato sul Funzionamento dell’UE (TFUE), che dispone che “l’Unione può prevedere, di intesa con gli Stati Membri interessati, la partecipazione a programmi di ricerca e sviluppo avviati da più Stati Membri, compresa la partecipazione alle strutture instaurate per l’esecuzione di tali programmi”. [2]
Gli Stati Membri (SM) interessati ad AAL aderiscono all’associazione AAL che è un’associazione non profit internazionale, legalmente riconosciuta in Belgio. Tale associazione coordina il Programma e alimenta il c.d. “AAL Forum”, ma non è propriamente un ente gestore dei finanziamenti, in quanto può solamente sollecitare i pagamenti da parte dei “coordinatori nazionali” che, di fatto, sono i veri enti gestori. L’accordo fra gli SM che partecipano al Programma, infatti, è che finanziamenti e selezione dei progetti sono gestiti autonomamente da ciascun Stato secondo direttrici strategiche e regole di selezione stabilite a livello nazionale. [3]
Il Programma AAL al servizio dell’innovazione sociale
In merito a background strategico e obiettivi di AAL va in primo luogo rimarcato che tale Programma si fonda sull’interessante considerazione che l’invecchiamento della popolazione è un fenomeno che può creare dei problemi sociali e nuove pressioni sul bilancio pubblico degli Stati (aumentano le spese sanitarie e quelle per i servizi socio-assistenziali), ma può parimenti creare nuove opportunità di mercato, nuovi stimoli all’innovazione e alla creazione di impresa e, quindi, può creare indirettamente anche nuove fonti di entrata per i bilanci pubblici.
AAL, come anticipato sopra, può contribuire fortemente a sostenere l’innovazione, tecnologica e sociale in Europa.
Questo grazie ad alcune caratteristiche peculiari di AAL:
• i progetti ammessi a beneficio sono volti a contrastare problematiche tipiche della terza età (rischio di soffrire di malattie croniche, indebolimento progressivo, rischio di isolamento sociale) non in maniera difensiva/curativa, ma in maniera proattiva;
• le soluzioni proposte in risposta alle call for proposals (annuali) debbono saper combinare innovazione tecnologica e digitale con nuovi modi di contrastare rischi e problemi delle persone più anziane (innovazione sociale);
• le call for proposals sono fortemente orientate a promuovere nuove opportunità di mercato. I progetti candidati devono dimostrare, infatti, che nel giro di 2-3 anni dal termine degli stessi i nuovi prodotti e i nuovi servizi per le persone anziane basati sull’ICT possono essere “portati sul mercato” (“time-to-market perspective” di 2-3 anni), [4]
• le soluzioni proposte nei progetti devono essere informate al paradigma della “user-driven innovation”, ossia devono essere caratterizzate da un forte coinvolgimento degli utilizzatori finali, dei loro familiari e anche di loro associazioni di rappresentanza,
• i progetti devono parimenti evidenziare una buona conoscenza del “business case” (fondamentalmente, il problema da risolvere) del target group e del prodotto/servizio innovativo proposto con il progetto,
• la cordata di soggetti proponenti deve includere almeno un partner industriale e una Piccola e Media Impresa (l’allegato 1 della Decisione N. 554/2014 di approvazione della partecipazione dell’UE a tale Programma, inerente gli “obiettivi”, specifica che esso “crea un ambiente propizio alla partecipazione delle PMI”).
Il prossimo contributo su questo blog – in calendario il prossimo 5 aprile – spiegherà meglio come queste caratteristiche dei progetti ammessi a beneficio si legano al quadro strategico di obiettivi generali e specifici del Programma AAL. [5]
*************
[1] Si vedano, fra i tanti contributi dell’economista indiano: Sen A. (1985), Well-being, Agency and Freedom: The Dewey Lectures 1984, “The Journal of Philosophy” 82 (4); Sen A. (1999), Development as Freedom. New York, Anchor books.
[2] Questo significa, concretamente, che AAL è un Programma parte di Horizon 2020, in quanto i “Programmi congiunti” fra UE e Stati Membri sono una delle possibili modalità di attuazione dei Programmi quadro di ricerca pluriennali dell’UE, che sono disciplinati nel TFUE dagli articoli 182-188.
[3] Gli Stati che hanno dato corso al Programma AAL sono: Austria, Belgio, Cipro, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Israele, Italia, Norvegia, Olanda, Portogallo, Polonia, Romania, Regno Unito, Spagna , Svezia, Slovenia, Svizzera e Ungheria (si noti che aderiscono anche Israele, Svizzera e Norvegia che non sono membri dell’UE e il Regno Unito che è in procinto di lasciare l’UE).
[4] Le call for proposals annuali hanno fin qui affrontato problematiche specifiche. Quest’anno la call è volta a sollecitare soluzioni integrate ai problemi della terza età ed ha un budget di 26,3 Milioni di Euro. La “portata industriale” di AAL è dimostrata dall’elevata dimensione media dei progetti ammessi a beneficio: le call richiedono costantemente progetti che si aggirino sui 5 Milioni di Euro. Questo significa che la call attualmente aperta in linea di principio non finanzierà più di 5 progetti.
La call è stata lanciata il 15 febbraio scorso e sarà chiusa il prossimo 24 maggio.
[5] Questo post anticipa alcuni contenuti che avrò il piacere di sviluppare ulteriormente nel corso della mia docenza (oltre 12 ore) al Corso “Finanziamenti dell’UE per la ricerca medica, la tutela della salute e l’invecchiamento attivo” del CEIDA (Roma, 4 e 5 Aprile 2017).