Appunti 30.01.2025 – Competitiveness Compass

 

Come ampiamente previsto, l’Iniziativa Competitiveness Compass, presentata personalmente dalla presidente von der Leyen ieri, si configura come una strategia molto articolata, destinata a informare ampiamente obiettivi e politiche pubbliche del II mandato della politica tedesca alla presidenza della Commissione e anche il dibattito sul Quadro Finanziario Pluriennale 2028-2034 dell’UE. [1]
L’Iniziativa Competitiveness Compass (bussola della competitività), a livello teorico, muove dal dibattito sulla c.d. “autonomia strategica” dell’UE e dalle raccomandazioni del Rapporto Draghi, rilasciato a settembre 2024. [2]
Per il momento, la Comunicazione della Commissione delinea più un piano di lavoro che non una compiuta strategia, ma certamente la strategia abbozzata è destinata ad avere, nella programmazione delle politiche post 2027 dell’UE e, quindi, nella struttura del Quadro Finanziario Pluriennale 2028-2034, la stessa funzione di indirizzo strategico top-down che hanno avuto in passato la c.d. “agenda di Lisbona” varata nel 2000, la strategia “Europe 2020” approvata nel 2010 e il Green Deal europeo per la programmazione in corso.
L’Iniziativa Competitiveness Compass, come si evince dalla figura che segue, è imperniata su tre pilastri verticali (core areas) e cinque catalizzatori orizzontali (concretamente, una serie di Piani Azione raccolti in cinque cluster – denominati “enablers” – intesi a creare le condizioni di contesto favorevoli per massimizzare l’efficacia degli interventi delle tre core areas).

Fig. 1 – Pilastri ed enablers della bussola della competitività

Questo breve intervento si focalizza sui catalizzatori, in quanto ve ne sono almeno due che potrebbero condurre a una profonda revisione dell’impostazione convenzionale del Quadro Finanziario Pluriennale dell’UE e anche della politica regionale europea (politica di coesione e Politica Agricola Comune sono, da sempre, quelle che incidono maggiormente sulle spese pubbliche dell’UE).
A mio avviso, le misure dei cinque catalizzatori si possono dividere in due blocchi:
• le misure regolatorie dei primi due enablers;
• le misure degli enablers III, IV e V, intese a migliorare il finanziamento congiunto da parte dell’UE e degli Stati Membri delle politiche per la competitività e a rendere più coerenti con le nuove strategie di politica industriale quelle formative e le politiche attive del lavoro (si veda la figura che segue).

Fig. 2 – Focus sugli enablers della bussola della competitività

Le misure del blocco IV e del blocco V potrebbero già condizionare il riesame intermedio dei Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali, da completare entro il 31 marzo 2025, ai sensi dell’art. 18 del Reg. (UE) 2021/1060, e certamente incideranno ampiamente sulla programmazione dei Fondi Strutturali post-2027.
In particolare, le misure di catalizzazione del blocco IV danno ampiamente il senso della portata molto vasta della bussola della competitività.
Esse sono focalizzate su una ulteriore razionalizzazione delle politiche attive del lavoro e sulla riduzione della carenza di determinate competenze richieste dal sistema produttivo. [3]
In estrema sintesi, si può dire che esse già potrebbero incidere ampiamente sul riesame intermedio dei Programmi Regionali FSE Plus, in particolare su quello della Priorità 1 Occupazione (si veda la figura che segue).

Fig. 3 – Elementi nevralgici e Piani di Azione del blocco IV degli enablers (Competenze e posti di lavoro di qualità)

Le misure del blocco V degli enablers sono quelle che potrebbero destabilizzare maggiormente l’impostazione tradizionale della politica di coesione, impostazione basata sulla pertinenza degli interventi rispetto ai “territori” (approccio place-based), su un sistema di governo multi-livello e su un ampio coinvolgimento in sede di programmazione e di attuazione delle parti economiche e sociali.
La Comunicazione COM(2025) 30 sul Competitiveness Compass riporta più riferimenti, infatti, all’introduzione di uno strumento di coordinamento delle politiche per la competitività e di un unico Fondo per la Competitività. Già da mesi si parla di questo Fondo per la Competitività e di una diversa impostazione della politica di coesione, con una sua ri-centralizzazione dai governi regionali a quelli nazionali. Il modello di riferimento sarebbe quello del Dispositivo di Ripresa e Resilienza (principale leva di finanziamento del PNRR), che si configura come uno strumento di finanziamento dell’UE “a gestione diretta”. [4]
Al momento la Comunicazione della Commissione non fornisce maggiori chiarimenti in merito. Pertanto, è presto per dare giudizi. [5]
Per ora, pragmaticamente, si può solo suggerire alle Autorità di Gestione dei Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali di tenere conto delle prime indicazioni della bussola della competitività nell’ambito del riesame intermedio.
Per l’eventuale revisione dei Programmi FESR si possono prendere come termine di riferimento i Piani di azione proposti nell’ambito dei tre pilastri della bussola.
Per i Programmi FSE Plus, segnatamente per la Priorità 1 Occupazione, come già accennato, andrebbero eventualmente applicati gli indirizzi strategici abbozzati nei Piani di azione del quarto enabler.

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[1] Cfr.: European Commission (2025); A Competitiveness Compass for the EU; COM(2025) 30; 29.01.2025, final.
[2] La questione del mismatch di competenze fra domanda e offerta di lavoro e della conseguente carenza di competenze per alcuni segmenti professionali è oggetto dell’Action PlanTackling Labour and Skills Shortages” lanciato dalla Commissione nel marzo 2024 con la Comunicazione Labour and skills shortages in the EU: an action plan (COM(2024) 131 del 20 marzo 2024).
[3] Sull’evoluzione della politica industriale dell’UE nello scorso decennio e in quello in corso, si veda: Vazquez Rivera J.A.; Weber M. (2024; Industrial policy: an EU policy in the making; in: European Court of Auditors (2024); EU industrial policy: a solution to various dilemmas; ECA Journal N. 2/2024, pp. 34-41.
Sul dibattito sulla c.d. “autonomia strategica” dell’UE e sulla sua politica industriale, si vedano: European Parliamentary Research Service – EPRS (2024); EU Competitiveness: Issues and Challenges, PE 762.391 – September 2024; Eisl A. (2024); For a competitive European industrial policy; Notre Europe Institut Jacques Delors, Policy Paper N. 324, October 2024.
Per una prima riflessione su Rapporto Draghi – The future of European competitiveness. Part A. A competitiveness strategy for Europe – e possibili implicazioni delle sue Raccomandazioni sul negoziato sulla politica di coesione post 2027 si veda la prima Sezione del contributo di ricerca della Fondazione IFELLe strategie territoriali nella politica di coesione 2021-2027”.
[4] Fondi Strutturali e Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza hanno dei sistemi di governance ed attuativi molto diversi. Si veda, per tutti: Polverari L. (2024); Coordinative Europeanization as a response to crisis: what lessons from the RRF for future EU cohesion policy?; Comparative European Politics.
[5] Per una ampia riflessione sulle relazioni pericolose, nei prossimi anni, fra politica di coesione e politiche per la competitività dell’UE, si veda: Wostner P.; Bachtler J. (2025); Improving EU Competitiveness within a reformed MFF and cohesion policy: directionality, alignment and leverage, European Policy Research Paper No.119, University of Strathclyde Publishing, January 2025