1. La programmazione FESR 2021-2027 si caratterizza per una rinnovata attenzione alla dimensione urbana della politica di coesione (si vedano gli articoli 9 – 12 del Regolamento sul FESR e sul Fondo di Coesione, ossia il Reg. (UE) 2021/1058).
2. Gli articoli 11 e 12 del Reg. (UE) 2021/1058 forniscono ambedue la base operativa per migliorare le politiche urbane, ma bisogna prestare bene attenzione al fatto che questi due articoli definiscono due differenti modalità di sostegno al miglioramento delle politiche per la città.
L’art. 11 concerne gli investimenti infrastrutturali (materiali e digitali)e i regimi di aiuto intesi a rafforzare le strategie di Sviluppo Urbano Sostenibile (SUS). [1]
L’art. 12, invece, non concerne il finanziamento di investimenti, bensì quello di attività di capacitazione istituzionale dei decisori pubblici responsabili delle politiche urbane e di consolidamento dell’Agenda Urbana Europea (AUE) – varata ufficialmente il 30 maggio 2016 – nell’ambito dell’Iniziativa Urbana Europea (IUE). [2]
In altri termini, bisogna prestare molta attenzione alla circostanza che la dimensione urbana della politica di coesione 2021-2027 consta di due strand ben diversi e l’art. 12 non finanzia investimenti, bensì è direttamente funzionale al consolidamento dell’Agenda Urbana Europea (si veda la figura che segue).
Figura 1 – Programmazione FESR 2021-2027:
strategie di Sviluppo Urbano Sostenibile e Iniziativa Urbana Europea
3. L’Agenda Urbana Europea concerne il consolidamento del c.d. “acquis urban”, da intendersi come il quadro di conoscenze e di buone pratiche in materia di politiche urbane, ossia il substrato su cui elaborare migliori strategie di Sviluppo Urbano Sostenibile e, nella programmazione FESR 2021-2027 è sostenuta dall’IUE di cui all’art. 12 del Reg. (UE) 2021/1058.
L’Agenda Urbana Europea, in altri termini, è l’agenda politica dell’UE intesa a potenziare il c.d. “acquis urban” (acquis communautaire in materia di politiche urbane), è stata formalmente avviata dal Consiglio informale dei Ministri degli Stati Membri responsabili per la pianificazione territoriale e lo sviluppo urbano del 30 maggio 2016 che si tenne ad Amsterdam.
In quella occasione fu definito uno specifico processo di coordinamento delle politiche urbane nazionali basato su tre pilastri (si veda la figura che segue) e sulla definizione di “partenariati” intesi a definire un quadro organico di politiche per la città con riferimento a determinati problemi delle aree urbane, incluse le aree urbane funzionali (“Patto di Amsterdam”). Inizialmente, erano stati individuati 12 “partenariati” (ambiti tematici). Sono stati poi aggiunti altri 6 ambiti tematici e, quindi, correntemente, sono stati conclusi e/o sono in fase di attuazione 18 “partenariati”. Peraltro, sono stati avviati nel II semestre dell’anno due nuovi “partenariati”:
• città sensibili all’acqua;
• decarbonizzazione degli edifici.
Le attività dei “partenariati” sono finalizzate a sviluppare dei Piani di Azione triennali per affrontare le sfide oggetto del lavoro comune di ciascun “partenariato”. [3]
Figura 2 – I pilastri dell’Agenda Urbana Europea
4. Il consolidamento del c.d. “acquis urban” (Agenda Urbana Europea), di fatto, è elemento nevralgico del Programma di Cooperazione interregionale URBACT IV.
Esso, come rimarca l’art. 3, par. 3, lett. b del Reg. (UE) 2021/1059 sulla Cooperazione Territoriale Europea 2021-2027, è inteso a promuovere “lo scambio di esperienze, gli approcci innovativi e lo sviluppo di capacità in relazione all’individuazione, al trasferimento e alla messa a frutto delle buone prassi in materia di sviluppo integrato e sostenibile, tenendo conto del collegamento tra aree urbane e rurali”.
Sempre la definizione riportata nel Regolamento sulla CTE 2021-2027 puntualizza che URBACT IV contribuisce a sostenere:
• le azioni sviluppate nel quadro dell’art. 11 del Reg. (UE) 2021/1058 (regimi di aiuto e investimenti infrastrutturali per dare corso allo Sviluppo Urbano Sostenibile);
• l’attuazione dell’Iniziativa Urbana Europea di cui all’art. 12 del Reg. (UE) 2021/1058 (e, quindi, concorre a dare corso all’Agenda Urbana Europea).
La figura che segue sintetizza la “logica di intervento” del Programma URBACT IV, individuando due obiettivi generali:
• migliorare la capacità delle Autorità pubbliche di formulare e attuare strategie integrate per città “giuste”, “verdi” e produttive”;
• sostenere l’Iniziativa Urbana Europea e il consolidamento dell’acquis communautaire in materia di politiche urbane.
Figura 3 – Logica di intervento del Programma di cooperazione interregionale URBACT IV
5. La figura che segue riporta in termini sintetici Componenti e Azioni di URBACT IV.
Figura 4 – Macro-azioni e Azioni del Programma URBACT IV
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[1] L’intero l’art. 11 del Reg. (UE) 2021/1058 è dedicato allo Sviluppo Urbano Sostenibile (SUS) e prevede che almeno l’8% delle risorse del FESR disponibili a livello nazionale – eccezion fatta per quelle destinate all’assistenza tecnica dei Programmi – sia concentrata appunto allo SUS, che possono interessare sia le aree propriamente urbane, sia le aree urbane funzionali. L’art. 12 è dedicato all’Iniziativa Urbana Europea (IUE) che, da un lato, si pone in assoluta continuità con l’Iniziativa Urban Innovative Actions (UIA) del periodo 14-20 e, dall’altra, si colloca come ulteriore strumento a sostegno delle attività di capacity building per le Autorità Urbane e di trasferimento di buone pratiche in materia di SUS, a fianco del Programma di Cooperazione interregionale URBACT IV.
[2] L’Iniziativa Urbana Europea, gestita dalla Commissione, si articola nei due seguenti strand:
• Sostegno ad Azioni innovative, tramite il finanziamento di progetti pilota innovativi, in continuità con il mandato di Urban Innovative Actions;
• Sostegno allo sviluppo di capacità e di conoscenze, alle valutazioni d’impatto territoriale, allo sviluppo delle politiche e alla comunicazione.
[3] La figura che segue riporta in termini sintetici i principali landmark del progressivo rafforzamento delle politiche per la città e dell’Agenda Urbana Europea negli ultimi 20 anni.
In questo percorso, un autentico turning point è certamente costituito dal Consiglio informale dei ministri responsabili per la pianificazione territoriale e lo sviluppo urbano di Lipsia (24-25 maggio 2007).
In quella sede vennero approvate:
• la Carta di Lipsia sulle città europee sostenibili;
• l’Agenda territoriale dell’UE (Verso un’Europa più competitiva e sostenibile delle diverse regioni), che è stata poi rivista nel 2011 e, successivamente, ancora nel 2020 (si veda Territorial Agenda 2030 – A future for all places).
Figura 5 – Evoluzione delle proposte dell’UE e del dibattito su
politiche per la città e Agenda Urbana Europea
Per una rassegna dell’evoluzione del dibattito sulla questione urbana nell’ambito della politica di coesione si vedano:
CITTALIA – ANCI RICERCHE, L’evoluzione della questione urbana nelle politiche di sviluppo e coesione. Una ricognizione degli atti e dei documenti fondamentali dal 1994 ad oggi; Roma, 2007.
CARLONI E., VAQUERO PINEIRO M.; Le città intelligenti e l’Europa. Tendenze di fondo e nuove strategie di sviluppo urbano; Le Istituzioni del Federalismo, Anno XXXVI, N. 4/2015.
LOMBARDI P.; Divario territoriale, governo del territorio e innovazione: un approfondimento; Federalismi, N. 16/2024, luglio 2024.