Il post discute il particolare meccanismo di rimborso dei progetti finanziati dal PNRR che prevede che il saldo finale non venga rimborsato se i progetti non concorrono al raggiungimento di milestone e target, come da DM dell’11 Ottobre 2021 rilasciato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze per favorire l’applicazione ai progetti finanziati dal PNRR del meccanismo generale di rimborso agli Stati Membri informato a logiche “pay-by-result” (gli Stati vengono rimborsati dall’UE solo se completano le riforme – milestone – e raggiungono i target quantitativi associati agli investimenti stabiliti negli Atti comunitari di approvazione dei Recovery Plan nazionali).
Per i finanziamenti erogati a valere dei Fondi Strutturali, la regolare generale è che il riconoscimento del saldo finale è condizionato alla conclusione degli interventi ed all’esito positivo dei controlli di primo livello (logica “compliance based”). Il meccanismo delineato dal comma 2 dell’art. 2 del DM dell’11 Ottobre 2021, invece, prevede che il saldo finale del 10% ai progetti finanziati dal PNRR non venga riconosciuto se questi non concorrono al raggiungimento di milestone e target. Peri progetti finanziati dal PNRR, quindi, conclusione degli interventi ed esito positivo dei controlli sono condizioni necessarie, ma non sufficienti per l’erogazione del saldo finale.
Author: Antonio Bonetti
Independent advisor on strategic planning, project management and fundraising, with 18 years of professional experience.
Il sistema di governance del PNRR e le limitate responsabilità di indirizzo strategico delle Regioni
Il post discute la natura particolare del PNRR che, diversamente dai Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali, si caratterizza per un sistema di governance fortemente accentrato.
Un sistema così fortemente incentrato a livello di Governo centrale – segnatamente nella PCM e nella Ragioneria Generale dello Stato del MEF – è da ricondurre al fatto che il RRF è uno strumento “a gestione diretta” marcatamente “top down” e, invece, i Fondi Strutturali sono caratterizzati da un sistema di governo multi-livello per cui: (i) per il primo la titolarità delle operazioni e anche dei finanziamenti è riservato solo alle Amministrazioni Centrali; (ii) l’attuazione dei Fondi Strutturali è fondata su un sistema di gestione “concorrente”, in quanto più livelli di governo concorrono al finanziamento e alla programmazione e gestione dei Programmi Regionali, che sono i documenti programmatici peculiari della politica di coesione. Per i Fondi Strutturali, inoltre, la titolarità delle operazioni è attribuita al Governo centrale – includendovi anche l’Agenzia per la Coesione Territoriale – alle Regioni e finanche a “contracting authority” sub-regionali, quali sono gli Organismi Intermedi.
Alcune considerazioni su efficacia degli incentivi alle imprese dei PR FESR 2021-2027 e sulla scelta fra sovvenzioni e strumenti finanziari
Il post propone una bussola orientativa di ordine generale per individuare le imprese (gruppi di imprese) su cui concentrare gli incentivi pubblici per rilanciare solidità e competitività di un dato sistema produttivo. Se si considerano i due parametri dimensione di impresa (distinguendo le Micro Imprese dalle altre PMI) e innovatività – bassa e alta – dei progetti di investimento che sono in grado di proporre (innovatività che si presume dovrebbe essere, in genere, più elevata per quelle attive in settori high-tech) si possono individuare quattro quadranti di una tabella a doppia entrata (“zone”) utili per mappare cluster di imprese rispetto ai quali stimare a priori la potenziale efficacia degli aiuti alle imprese. Nel quadrante che include Micro Imprese che operano in settori tradizionali e/o non sono in grado di proporre progetti innovativi (“kill zone”) eventuali interventi di sostegno, di fatto, non sono motivati dalla volontà di rilanciare la competitività del sistema produttivo, dato che è inevitabile che qualsiasi forma di sostegno a quel tipo di imprese difficilmente produrrà impatti rilevanti. L’intervento pubblico di sostegno sarebbe giustificabile o con la volontà di evitare l’uscita dal mercato di quelle Micro Imprese e la conseguente perdita di posti di lavoro o con la volontà del decisore pubblico di alimentare la propria costituency e il consenso politico-elettorale.
Coerenza dei Programmi FESR 2021-2027 con l’agenda digitale europea e con quella nazionale, attuata tramite il PNRR
Il post propone una possibile traccia per una analisi di coerenza esterna dei due Obiettivi Specifici (OS) dei PR FESR 2021-2027 che sosterranno la digitalizzazione delle regioni, ossia l’OS 1.2 e l’OS 1.5. A livello europeo i riferimenti strategici principali sono l’Iniziativa “decennio digitale” (“bussola digitale per il 2030”), varata nel 2021 e l’Iniziativa “legge europea per i semiconduttori”, varata l’8 Febbraio scorso.
A livello nazionale, di fatto, ormai l’agenda digitale è portata avanti tramite il PNRR. Va valutata, in particolare, la coerenza degli OS 1.2 e 1.5 con le tre Componenti della Missione 1 Digitalizzazione, Innovazione, Competitività e Cultura. Particolarmente rilevanti sono, nell’ambito della Componente M1C2 Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo, l’Investimento 1 Transizione 4.0; l’Investimento 2 Innovazioni e tecnologia della microelettronica e l’Investimento 3 Reti Ultra Veloci (attuato tramite i cinque Piani dell’Iniziativa Italia digitale 2026).
Una proposta per delineare la strategia di politica industriale all’interno dei Programmi FESR 2021-2027
Il post propone le possibili direttrici della strategia di politica industriale che le Regioni possono attuare con i Programmi FESR 2021-2027 (segnatamente nell’ambito dell’Obiettivo di Policy 1 “Un’Europa più competitiva e intelligente). La strategia di politica industriale si può delineare semplicemente cercando di rispondere a due quesiti: (i) come ampliare e rendere più dinamica la base produttiva (sostenendo la creazione di nuove imprese)? (ii) come rafforzare resilienza e competitività della base produttiva esistente? Per rispondere a questo secondo quesito, in sostanza, vanno individuati interventi che consentano di incrementare dimensione, resilienza e competitività delle unità produttive attive. Per ciascuna delle tipologie di intervento attuate sarà anche necessario assumere delle decisioni in merito alle “forme di finanziamento”, considerando che la Commissione Europea, più che mai, sta cercando di indirizzare la scelta dei programmatori regionali verso un massiccio ricorso agli “strumenti finanziari”.
La “pertinenza verticale” del Programmi Regionali FESR: focus sugli interventi a sostegno del sistema produttivo
Il post argomenta che, quantunque la valutazione ex ante dei programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali per il periodo 2021-2027 non sia obbligatoria, sarebbe ampiamente opportuno effettuarla. In particolare, dovrebbe essere verificata con attenzione la “pertinenza istituzionale” (coerenza “istituzionale”) rispetto alle grandi direttrici strategiche delle politiche dell’UE. I programmi FESR 2021-2027 sono articolati in Obiettivi di Policy e Obiettivi Specifici. La valutazione della “pertinenza istituzionale” può essere fatta a livello di intero Programma, di Obiettivi di Policy, di ambiti di intervento inseriti negli Obiettivi di Policy e anche di Obiettivi Specifici. Il post si sofferma sull’Obiettivo di Policy 1 (OP 1 “Un’Europa più intelligente e competitiva”) e, più specificamente, sulla strategia di politica industriale che le Regioni possono perseguire nell’ambito dell’OP 1. Ragionando su questo ambito di policy la verifica della “pertinenza istituzionale” dovrebbe considerare come termini di riferimento la strategia dell’UE per la realizzazione di uno Spazio Europeo della Ricerca, gli interventi per il sostegno alle imprese e il buon funzionamento del mercato interno e i molteplici interventi per la digitalizzazione dell’economia e della società.
Ciclo del progetto: la fase fantasma dell’approvazione
Il post argomenta che fra la fase di ideazione (avvio) del “ciclo del progetto” e la fase di pianificazione, andrebbe sempre considerata una fase “fantasma” in molti “cicli del progetto” proposti in Guide e Manuali, che è quella dell’approvazione dei progetti. Non va mai dimenticato che solo nel caso in cui la “proposta di progetto” venga approvata sarà possibile proseguire con una fase successiva di approfondimento che conduce all’elaborazione del “progetto esecutivo”. Nel post provo a rappresentare concretamente questo aspetto con riferimento a un progetto di sviluppo aziendale soggetto all’approvazione o meno del top management, a un progetto tecnico (offerta tecnica) elaborato per aggiudicarsi un appalto pubblico (call for tender) e, infine, ad una proposta di progetto finalizzata ad accedere a delle sovvenzioni messe a concorrenza tramite un avviso di finanziamento (call for proposal).
Strategie di sviluppo territoriale, integrazione dei migranti e housing sociale nelle aree rurali
Il post propone delle riflessioni sui principali strumenti di finanziamento della programmazione 2021-2027 potenzialmente disponibili per finanziare innovativi progetti di housing sociale nelle zone peri-urbane e rurali volti specificamente a favorire la “regolarizzazione” e il progressivo inserimento socio-lavorativo dei migranti nelle c.d. “aree interne” e/o in altre aree economicamente molto fragili. Il consolidamento dei percorsi di vita dei migranti nelle aree a rischio di marginalità sociale potrebbe avere due effetti positivi: (i) contrastare il declino demografico di queste aree; (ii) contribuire a sostenere l’economia locale (sia per effetto dei maggiori consumi in loco, sia per effetto dell’avvio di nuove attività produttive condotte dagli stessi migranti).
I più rilevanti strumenti di finanziamento sono il FESR (si pensi alle Strategie di Sviluppo Territoriale ex Obiettivo Specifico 5.2 della nuova programmazione); il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale per finanziare direttamente interventi di sostegno in aree rurali più fragili e, soprattutto, il Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione e FSE Plus. In questo post non vengono considerati i contributi potenzialmente utili del PNRR.
Ciclo del progetto: la fase iniziale di ideazione
Il post illustra la fase di ideazione (avvio) del “ciclo del progetto”, che si può articolare in tre sub-fasi (identificazione, analisi e formulazione).
La fase di ideazione si chiude con l’elaborazione di una “proposta di progetto” o “progetto preliminare”.
Molti autori asseriscono che si chiuda con il “project charter” (una sorta di atto che formalizza la conclusione della fase di avvio). Così non è. Va sempre considerata una fase (fase “fantasma” in molti “cicli del progetto” proposti in Guide e Manuali), che è quella dell’approvazione dei progetti. Non va mai dimenticato che solo nel caso in cui la “proposta di progetto” venga approvata, sarà possibile definire il “project charter” e proseguire con una fase successiva di approfondimento che conduce all’elaborazione del “progetto esecutivo”.
Ciclo del progetto, monitoraggio e valutazione d’impatto
Il post argomenta che per capire adeguatamente il ruolo della valutazione di impatto bisogna collocarla nella fase di maturazione degli effetti strutturali del “ciclo del progetto” (generalmente non richiamata anche in rilevanti Manuali sulla formulazione dei progetti). Questa fase – che corrisponde alla fase “Act” del Ciclo “Plan-Do-Check-Act” – include anche il processo di apprendimento dall’attuazione del progetto (catalizzato dalla stessa valutazione di impatto) e quello della valorizzazione delle “lezioni dell’esperienza” attuazione da parte dei decisori politici e degli esperti che li supportano nella formulazione di progetti o di Programmi complessi. La valutazione di impatto, quindi, anche più della valutazione “on-going” ha quali finalità precipue quelle di rendere conto di attuazione ed effetti strutturali dei progetti e di supportare i processi di decisione strategica.