Lo scorso 5 Aprile la Fondazione Con Il Sud (da qui in avanti “Fondazione”) ha pubblicato il bando Ambiente 2018 che costituisce una importante opportunità per gli Enti del Terzo Settore (ETS) – e non solo – che nel Meridione si occupano di tutela dell’ambiente e, più in generale, dei beni comuni.
Il bando – la cui scadenza è fissata alle ore 13.00 dell’8 giugno 2018 – è aperto alla partecipazione di partenariati in cui siano presenti almeno i seguenti soggetti:
1. un ente senza scopo di lucro – che si qualifica come “soggetto responsabile” (della proposta di progetto e poi dell’attuazione dello stesso qualora venga selezionato fra quelli ammessi a beneficio) – nella forma di:
• associazione (riconosciuta o non riconosciuta);
• cooperativa sociale o consorzio sociale;
• ente ecclesiastico;
• fondazione;
• impresa sociale (nelle diverse forme previste dalla L. 106/2016); [1]
2. un Organismo di Gestione (OdG) delle aree protette oggetto di intervento (aree individuate nella legge quadro 394/1991 e iscritte nell’Elenco Ufficiale delle Aree Protette, indicate puntualmente in un allegato al bando);
3. almeno un altro Ente del Terzo Settore. [2]
Va tenuto conto che, inoltre, il bando sottolinea l’importanza, in sede di formulazione e di attuazione dei progetti, di adottare un approccio “bottom up” e della “responsabilizzazione delle comunità locali che insistono sull’area protetta, mediante, tra le altre cose, l’attivazione di iniziative e di comportamenti virtuosi di rispetto e di tutela dell’ambiente. In tale ambito si dovrebbe puntare più all’attivazione di pratiche e consuetudini continuative, ispirate ai principi della sussidiarietà e della partecipazione della cittadinanza, che alla realizzazione di eventi e manifestazioni isolate”. Al punto (a) dei criteri di selezione di cui al par. 2.5 del bando, viene ulteriormente rimarcata l’importanza della definizione di “processi di condivisione e responsabilizzazione delle comunità locali che insistono sull’area protetta rispetto al rischio ambientale che si intende ridurre”.
In sede di formulazione delle proposte di progetto (relative a interventi da attuare in un arco di tempo che va da un minimo di 24 a un massimo di 36 mesi), bisognerà tenere conto, in particolare, dei seguenti elementi:
1. Obiettivi del bando. Obiettivo generale del bando è “ottenere, mediante la realizzazione di singoli interventi da parte di partenariati guidati da organizzazioni del terzo settore, un sensibile miglioramento in termini di prevenzione e di riduzione dei rischi ambientali all’interno delle aree naturali protette presenti nelle regioni destinatarie dei contributi” (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia). Il bando specifica anche che “la proposta di intervento deve sviluppare una iniziativa, pluriennale e “condivisa”, orientata a raggiungere, in modo sostenibile e costante, la concreta e misurabile prevenzione o riduzione dei rischi individuati”.
2. Ambiti di intervento. Si tratta degli ambiti di rischio su cui intervenire, ossia: (i) perdita di biodiversità, (ii) inquinamento, (iii) rischi di incendi, (iv) rischi di dissesto idrogeologico. Va tenuto conto che fra gli allegati al bando, la “Fondazione” riporta un elenco di possibili combinazioni fra ambiti di intervento, rischi ambientali da contrastare e potenziali risultati degli interventi. [3]
3. Valore aggiunto dei progetti. Le proposte di progetto devono dimostrare di poter “generare concreti effetti positivi, in termini di riduzione dei rischi ambientali e di sviluppo socio-economico”, ma anche “di dare continuità alle attività avviate in termini di sostenibilità economica e organizzativa, anche oltre la durata dei finanziamenti richiesti”.
4. Quantificazione degli impatti attesi. Il bando richiede ai proponenti una chiara definizione degli obiettivi qualitativi e quantitativi, in particolare con riferimento alla riduzione del rischio ambientale individuato”. Non a caso nella Sezione 3 “Dati progettuali” del formulario per la presentazione della proposta di progetto, si richiede espressamente sia una plausibile stima dell’impatto del progetto (impatto positivo ambientale e impatto sociale), sia di includere fra le azioni delle attività di monitoraggio e valutazione. [4]
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[1] Il bando al punto 2.1.3 specifica che “Alla data di pubblicazione della presente iniziativa, il soggetto responsabile deve:
• svolgere attività coerenti con la missione della Fondazione;
• essere costituito, da almeno due anni, in forma di atto pubblico oppure di scrittura privata autenticata o registrata;
• essere composto in prevalenza da persone fisiche e/o da associazioni, cooperative sociali o loro consorzi, imprese sociali, enti ecclesiastici e/o fondazioni (non di origine bancaria);
• avere la sede legale e/o operativa in una delle province della/e area/e protetta/e in cui si propone l’intervento”.
[2] Il bando al punto 2.3.2 specifica che “i soggetti della partnership non afferenti al mondo del terzo settore, potranno appartenere a quello delle istituzioni, dell’università, della ricerca e al mondo economico. La partecipazione, in qualità di componenti della partnership, di soggetti profit, dovrà essere ispirata non alla ricerca del profitto, ma all’apporto di competenze e risorse finalizzate alla crescita e allo sviluppo del territorio e della società locale”.
[3] Il bando aggiunge che “potranno essere proposte, in modo argomentato, altre fonti di rischio, se esse incidono in modo concreto e verificabile sull’integrità dell’area naturale protetta”.
[4] Nel formulario si specifica che nelle proposte di progetto bisogna “descrivere le modalità con le quali si prevede di monitorare i processi attuativi e i risultati conseguiti sia nel corso della realizzazione dell’intervento che dopo la conclusione delle attività”