Il bando della Misura 7 del PSR sui Piani di Sviluppo dei Comuni: un bando senza tempo
L’avviso pubblico attuativo della Sottomisura 7.1 “Sostegno per la stesura e l’aggiornamento dei Piani di Sviluppo dei Comuni e dei villaggi rurali”del PSR – ex Determinazione G07996 del 7 giugno 2017 – è la chiave di accesso per i Comuni del Lazio non coperti dall’approccio LEADER ad altri contributi della Misura 7 del PSR. Questo avviso, infatti, è finalizzato a “stimolare “lo sviluppo locale nelle zone rurali attraverso la predisposizione di Piani di Sviluppo dei Comuni e dei villaggi situati nelle zone rurali e dei servizi comunali di base (in seguito indicati come Piano o Piani di Sviluppo) propedeutici alla successiva realizzazione di infrastrutture locali e di servizi locali di base nelle aree rurali, nonché al rinnovamento dei villaggi rurali e alle attività finalizzate al restauro e alla riqualificazione del patrimonio culturale e naturale dei villaggi e paesaggi rurali” (si veda l’art. 1 dell’avviso e la nota di presentazione dello stesso sul portale LazioEuropa della Regione). [1]
L’avviso puntualizza, inoltre, che “è riservato esclusivamente agli enti pubblici che parteciperanno alla programmazione nell’ambito dei Progetti Pubblici Integrati (PPI) del PSR Lazio 2014/2020, come specifico impegno da formalizzare nella domanda di finanziamento”. [2]
L’avviso, pertanto, è funzionale all’attuazione di interventi infrastrutturali che devono essere indicati nel Piano di Sviluppo e realizzati tramite PPI. A mio modesto avviso, pertanto, sarebbe stato importante impostare questo avviso della Regione come un autentico “avviso quadro” in cui venissero fin d’ora chiariti in termini dettagliati almeno due aspetti:
• secondo quali modalità e quali tempi questi interventi infrastrutturali debbano essere resi compatibili con gli strumenti di programmazione territoriale previsti dal Testo Unico sugli Enti Locali (TUEL), segnatamente con il Programma Triennale delle Opere Pubbliche;
• quali sono i tempi di attuazione degli interventi dei PPI. Il bando (v. art. 7) si limita a richiedere “il cronoprogramma indicante le fasi attuative del Piano”. Probabilmente sarebbe stato opportuno richiedere esplicitamente anche un cronoprogramma molto dettagliato e motivato relativo agli interventi infrastrutturali, dal momento che questi interventi, anche quando attuati “su piccola scala”, sono soggetti a ritardi esecutivi che, inevitabilmente, si trascinano dietro situazioni di stress finanziario per gli Enti beneficiari e il rischio di disimpegno delle risorse non rendicontate alla Commissione Europea [3]. La mia impressione è che una volta di più venga disattesa una delle 7 “innovazioni di metodo” che l’ex Ministro per la Coesione Territoriale Fabrizio Barca aveva posto a fondamento della programmazione 2014-2020 dei Fondi Strutturali e di Investimento Europei (Fondi SIE), ossia una puntuale definizione dei tempi di esecuzione degli interventi.
Il bando sui Piani di Sviluppo dei Comuni: un bando senza qualità
Il bando (v. art. 7) richiede di allegare a corredo della domanda di finanziamento “una relazione tecnica
illustrante le motivazioni che inducono all’adozione del Piano di Sviluppo e la coerenza con i parametri e gli obiettivi fissati nella Misura, evidenziando attraverso l’analisi SWOT dei fabbisogni dei territori interessati le linee di intervento atte a superare le criticità rilevate nell’analisi stessa”.
L’art. 11 conferma che nella fase istruttoria viene verificata “la rispondenza della proposta di intervento con le risultanze dell’analisi SWOT”.
Francamente si fatica a capire per quale motivo venga avanzata siffatta richiesta. Sembra davvero solo una sorta di foglia di fico che copre la debole capacità dell’Autorità di Gestione (AdG) di indirizzare adeguatamente su fabbisogni e “domande di sviluppo” dei vari territori gli strumenti di intervento del PSR. Non vi è traccia, infatti, di alcun criterio di merito che, come sarebbe plausibile attendere, vada a premiare la capacità degli Enti di rilevare adeguatamente fabbisogni e opportunità di sviluppo dei loro territori. [4]
I criteri di selezione di cui all’art. 9, infatti, sono criteri meramente territoriali e/o formali che nulla hanno a che fare con la valutazione della capacità degli Enti di proporre Piani di Sviluppo dei loro territori realmente congruenti con fabbisogni e punti di forza locali e/o innovativi. [5]
Inoltre, si fatica a capire come vada intesa l’integrazione degli interventi. Il bando non indica alcun criterio di merito volto a incentivare uno sforzo degli Enti orientato alla formulazione di progetti di sviluppo realmente integrati. Il rischio che una volta di più vengano proposti come progetti integrati quelli già pre-confezionati di una mera lista di interventi “volti solo a spendere” e non a gettare realmente le basi di processi di sviluppo locale auto-propulsivi è forte. Non è un caso che l’art. 7, fra la documentazione da allegare al Piano, si limita a richiedere una “relazione tecnica che riporti gli elementi necessari a consentire la realizzazione degli investimenti contemplati nell’ambito delle Sottomisure della Misura 7 […] con specificazione delle diverse tipologie di operazioni che si intendono sviluppare”.
La “specificazione delle diverse tipologie di operazioni che si intendono sviluppare” è una mera lista della spesa. E, quindi, di per sé non ha nulla a che fare con dei Progetti Pubblici Integrati.
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[1] Il bando è molto importante per i Comuni, in quanto essi hanno la possibilità di accedere a dei finanziamenti pubblici senza obbligo di co-finanziamento, dato che la copertura delle spese è al 100% a carico della Misura 7 del PSR. Questo vale sia per le spese per la redazione dei Piani, sia per quelle per realizzare, successivamente, gli interventi infrastrutturali.
Sulla Misura 7 del PSR si veda: BONETTI, A. (2017), I finanziamenti del Programma di Sviluppo Rurale del Lazio per gli Enti Locali, Centro Studi Funds for Reforms Lab. Policy Brief n. 4/2017. Il contributo può essere richiesto via contact form in fondo o inviando una richiesta alla mia e-mail: a.bonetti@ymail.com.
[2] In merito all’attuazione dei PPI ricordo ai lettori il mio post “La Misura 7 del PSR Lazio, i Progetti Pubblici Integrati e i processi partecipativi” del 25 Luglio 2016.
[3] L’avviso pubblico inerente i Piani di Sviluppo dei Comuni, fondamentalmente, condurrà all’attivazione di interventi programmati, nell’ambito del PSR 2007-2013, attraverso le seguenti Misure:
321 Servizi essenziali per l’economia e la popolazione rurale.
322 Sviluppo e rinnovamento dei villaggi.
323 Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale.
Per gli interventi di queste Misure, il Rapporto di Valutazione ex post del PSR 2007-2013 ha rilevato quale principale criticità il ritardo nella loro esecuzione.
[4] Fra le altre cose, i Comuni e gli altri operatori che hanno aderito a dei GAL hanno dovuto elaborare delle Strategie di Sviluppo Locale (SSL) informate a processi, anche laboriosi, di progettazione dal basso, che hanno dovuto prestare adeguata attenzione alla coerenza interna delle SSL e alla loro capacità di integrare le azioni di sviluppo. Non si vede perché gli Enti che non hanno beneficiato dell’approccio LEADER debbano quasi limitarsi a citare solamente i PPI per accedere ai contributi della Misura 7 del PSR.
[5] I criteri di selezione sono raggruppati in tre cluster (“priorità territoriali”):
• incidenza della superficie ricadente nelle aree montane (fino a 40 punti);
• incidenza delle superficie ricadente nelle aree C e D (fino a 50 punti);
• (numero) di enti pubblici singoli o associati (fino a 10 punti).