Il dibattito sulla Social Innovation in Italia cambia passo

‘In Italy there is widespread misunderstanding
about the meaning of social innovation,
which slows down new policies and paradigms’

Andrea Pugliese, ‘Social innovation and
EU Structural Funds in Italy: the Demand Side’, 2014

Social Innovation… una chimera 2.0?

‘Seconda stella a destra
questo è il cammino,
e poi dritto fino al mattino
poi la strada la trovi da te,
porta all’isola che non c’è’

Edoardo Bennato,
‘L’isola che non c’è’, 1980

La Social Innovation ha una grande rilevanza nell’ambito della strategia dell’UE di rilancio della competitività del sistema produttivo europeo, strategia lanciata nel 2010 con l’approvazione del piano di azione Europe 2020.
I vertici istituzionali dell’UE, infatti, hanno ormai pienamente compreso come cambiamento tecnologico e cambiamento sociale debbano procedere in modo armonico affinchè:

Il dibattito sulla Social Innovation – quantunque valido e molto interessante – ricorda un pò, tuttavia, la bellissima canzone di Edoardo Bennato. Sono “tutti pazzi” per la Social Innovation (SI), sono tutti affascinati da innovatori sociali, startuppers e “new makers”, ma sono altresì tutti altrettanto confusi sulla definizione di Social Innovation e sugli stessi contenuti dei progetti di innovazione sociale (si veda il Rapporto del 2013 della DG Ricerca della Commissione “Social Innovation Research in the European Union”). In altri termini, la Social Innovation si configura un pò come “l’isola che non c’è” della strategia Europe 2020 dell’UE o, se si preferisce, come una chimera 2.0.

LEADER 2.0

Social Innovation: changing for the better

La sfida dell’innovazione sociale appare particolarmente impegnativa per le organizzazioni del terzo settore italiane che, da un lato, dovrebbero essere il principale veicolo di principi e progetti concreti di innovazione sociale, ma al tempo stesso, in molti casi, faticano ad aggiornare modelli strategici, approccio alla progettazione sociale e modelli di finanziamento.
Queste difficoltà delle organizzazioni non profit, tuttavia, sembrano anche il portato di quelle incomprensioni sul significato di Social Innovation che, tra l’altro, rallentano la diffusione di nuovi paradigmi e nuove politiche pubbliche, come rilevato dall’esperto Andrea Pugliese in un recente contributo davvero pregevole.

Il dibattito sulla Social Innovation cambia passo

‘Eravamo quattro amici al bar
che volevano cambiare il mondo…’

Gino Paoli,
‘Quattro amici’, 1991

Nella letteratura, fin qui, sono state elaborate diverse definizioni di Social Innovation, fra le quali appare particolarmente interessante quella proposta dall’esperto citato sopra che, muovendo da quella più conosciuta e citata, contenuta sia nel documento di lavoro ormai famigerato “Open book of social innovation”, sia nella “Guida alla Innovazione Sociale” del 2013 della Commissione, rimarca quanto segue (v. A. Pugliese, 2014, p. 80).
In a context of Social Innovation:
• innovations are not only positive for the society but improve communities’ability to act;
• innovations are sustainable and in favour of the society as to both their purpose and in the means used to achieve them;
• products, services, and models meet the economic needs but also social requests, and create new relationships and forms of collaboration;
• participatory processes produce social capital.’

Il presente contributo non ha assolutamente la pretesa di aggiungere elementi definitori o di analisi sulla Social Innovation. Ha semplicemente il fine di richiamare alcune iniziative editoriali e alcuni workshops nel mese di Ottobre che evidenziano come il dibattito sulla Social Innovation, fortunatamente, anche in Italia si sta intensificando e, soprattutto, sta salendo di livello.

Nel mese di Ottobre vi sono già stati due importanti iniziative che hanno contribuito a far salire di livello il dibattito sulla Social Innovation:
Social Innovation Cities, che si è tenuta il 1 Ottobre nell’ambito dell’iniziativa Innovation Week Rome organizzato da The Hub Roma,
• il Salone della Corporate Social Responsibility e dell’Innovazione Sociale (si è tenuto a Milano il 7 e 8 Ottobre).

Altri due eventi di notevole importanza in questo processo di apprendimento sulla Social Innovation si terranno uno in Italia e uno in Svizzera.
Dal 22 al 24 Ottobre si terrà a Bologna l’edizione 2014 della Smart City Exhibition in cui, fra le varie tematiche, verrà di nuovo, giustamente, affrontata la questione di come rendere più “smart” le città anche sotto il profilo sociale.
Negli stessi giorni si terrà a Ginevra un Forum di portata mondiale su Social Innovation and Global Ethics (SIGEF 2014) promosso dal social network Horyou – The Action Oriented Social Network, la cui mission è proprio quella di favorire il networking fra organizzazioni che si occupano di innovazione sociale.

Nel corso dell’anno, inoltre, il dibattito in Italia si è arricchito, a quanto mi è dato sapere, di due pubblicazioni pregevoli:

• la prima riporta considerazioni generali e lezioni dell’esperienza fondate sulla social innovation competition “Naples 2.0” che si tiene già da qualche anno a Napoli (il titolo è: “Naples 2.0: a Social Innovation Competition 2014),
• la seconda è il Quaderno n. 49 della Fondazione Giacomo Brodolini (Fabio Sgaragli, eds., Enabling Social Innovation Ecosystems for Community-Led Territorial Development, 2014), in cui vengono dibattuti soprattutto i temi inerenti il contributo della Social Innovation al cambiamento sociale, allo sviluppo locale e alla creazione di nuova occupazione, soprattutto fra i giovani (l’articolo di Andrea Pugliese citato sopra è contenuto in questa pubblicazione).

Queste pubblicazioni recenti e i workshops di questo mese richiamati sopra possono essere anche per le organizzazioni del terzo settore italiane opportunità rilevanti per capire meglio il tema Social Innovation.
Capire meglio questo tema, fra l’altro, consentirebbe alle non profit italiane di mettere nel mirino un altro importante canale di finanziamento internazionale, lanciato recentemente a sostegno della Social Innovation, ossia il Global Innovation Fund (GIF), che sarà presto oggetto di ulteriori approfondimenti in questo blog.

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