‘Macondo naufragava in una prosperità da miracolo.
Le case di argilla e di canna selvatica dei fondatori
erano state sostituite con costruzioni di mattoni,
con persiane di legno e pavimenti di cemento’
Gabriel Garcia Márquez,
Premio Nobel per la letteratura [1]
Nella nuova programmazione dei Fondi Strutturali e per l’Investimento Europeo (Fondi SIE), gli Enti Locali hanno minori opportunità e maggiori responsabilità. Questa esplicita posizione si attaglia soprattutto ai Fondi Strutturali (FESR e FSE), mentre appare sostanzialmente invariato il novero delle opportunità legate all’attuazione dei Programmi di Sviluppo Rurale regionali cofinanziati dal FEASR.
Se si guarda, in particolare, agli Obiettivi Tematici 1 e 3 dei Fondi SIE 2014-2020 è indubitabile che i principali destinatari degli interventi saranno gli operatori del settore della ricerca e del sistema produttivo [2]. Gli Enti Locali (EE.LL.), invece, avranno un ruolo più rilevante in relazione agli Obiettivi Tematici 2 e 4.
Queste considerazioni riferite ai primi 4 Obiettivi Tematici (OT) sono particolarmente importanti, in quanto essi sono oggetto di vincoli di allocazione minima di risorse esplicitati nel Reg. (UE) n. 1301/2013 sul FESR, per cui almeno l’80% delle risorse FESR dovrà essere destinato a due o più di questi OT ed almeno il 20% al solo OT 4 sulla transizione a una “low carbon economy”.
L’Accordo di Partenariato alloca su questi 4 OT il 57,7% delle risorse FESR complessive a disposizione nei 7 anni per l’Italia.
Anche alla luce del numero ancora limitato di PO regionali FESR approvati fin qui dalla Commissione, appare più difficile capire quali opportunità sostanziali emergeranno per gli Enti Locali nell’ambito degli OT 5-7 della programmazione dei Fondi SIE. Stante il fatto che le regioni del Centro Nord non attiveranno l’OT 7 sui sistemi di trasporto, va registrato che nei PO FESR regionali fin qui approvati è stato reso operativo solo in parte l’OT 5 (limitatamente agli interventi di prevenzione dei rischi idrogeologici) ed inoltre diversi interventi nell’ambito dell’OT 6 saranno implementati attraverso i PSR regionali.
Ancora più arduo capire fino a che punto ci saranno maggiori opportunità per gli EE.LL. nell’ambito degli OT 8-11 che saranno coperti dal FSE (e, per alcuni interventi, indirettamente dal FESR).
A parere di chi scrive, quindi, i giudizi che talvolta si leggono sulle maggiori opportunità nella nuova programmazione per gli EE.LL. appaiono quantomeno affrettati. Inoltre, non va dimenticato che tali opportunità rischiano di restare lettera morta per le difficoltà dei Comuni di garantire la quota di cofinanziamento dei progetti e, al tempo stesso, ottemperare al vincolo di stabilità interno.
Ciò che è innegabile è che aumenteranno invece – o almeno questo è auspicabile – le responsabilità degli EE.LL. in relazione all’obiettivo di un efficace uso dei Fondi SIE 2014-2020.
Questa considerazione muove in primo luogo dall’ulteriore revisione del sistema istituzionale italiano, con una ulteriore deverticalizzazione verso il basso – a livello di Comuni e di Unione dei Comuni – di responsabilità di governo e di gestione della finanza pubblica comportata dallo svuotamento di poteri delle Province (in merito alla “legge Del Rio” del 2014 mi sia consentito rinviare al mio post del 15 aprile 2014).
Nella nuova programmazione, inoltre, è richiesta – sia dall’Accordo di Partenariato sia dagli Amministratori locali – una maggiore responsabilizzazione degli EE.LL. come drivers dello sviluppo dei territori. Come esplicitato molto bene da Tabladini in una recente pubblicazione, ‹‹i comuni possono giocare un ruolo fondamentale, in quanto sono i soggetti che, per competenza istituzionale e prossimità con i cittadini, raccolgono le istanze dei vari attori territoriali, divenendo il centro di una rete che può facilitare lo scambio di informazioni relative alla comunità e che diviene elemento centrale per la programmazione di politiche mirate›› [3].
Affinchè ciò avvenga si devono innescare delle dinamiche virtuose, alcune delle quali richiamate anche nel contributo di Tabladini appena citato:
- gli EE.LL. dovranno saper passare da un ruolo passivo di mera reazione all’emanazione di avvisi pubblici di finanziamento di enti sovra-ordinati, a un ruolo propositivo di progetti innovativi sia nei contenuti sia nelle modalità di attuazione. E’ quello che sta facendo, nel Lazio, l’amministrazione comunale di Rieti con il progetto di recupero urbano Next Rieti, solo per citare una iniziativa innovativa, informata al paradigma delle “smart cities” che conosco meglio di altre. Questa iniziativa attesta, fra l’altro, quanto sia importante coinvolgere la cittadinanza nei processi di rigenerazione urbana e/o nei processi di sviluppo locale in generale [4];
- i decisori pubblici devono aprire non solo i processi decisionali alla partecipazione dei cittadini, ma anche i processi di erogazione dei servizi, considerando i cittadini non come meri destinatari dei servizi, ma come “alleati strategici” per la soluzione dei problemi collettivi. In questa luce, vanno senz’altro apprezzate alcune meritevoli iniziative dell’ANCI, quali la creazione dell’Osservatorio Nazionale sulla Smart City a cui possono aderire tutti i Comuni italiani e l’avviso pubblico di finanziamento ‘MeetYoung:Cities: Social innovation e partecipazione per i giovani dei Comuni italiani’ (già trattato in questo blog nel post del 10 dicembre 2014), che era volto ad incentivare modalità innovative di contrasto di alcune problematiche nella fase attuale fortemente attenzionate anche dall’opinione pubblica, quali il riuso o il miglior uso degli spazi pubblici, il contrasto della disoccupazione giovanile e la creazione di nuove imprese – for profit o a vocazione sociale – anche nel comparto dei servizi di welfare;
- i decisori pubblici, inoltre, dovranno anche sperimentare nuove forme di partenariato pubblico privato che vadano oltre quelle che interessano, tradizionalmente, il settore delle opere pubbliche. L’esperienza dei Social Impact Bonds (SIBs) nei paesi anglosassoni – recentissima, essendo stata de facto avviata nel 2010 – dimostra chiaramente come anche nel campo delle politiche sociali vadano ricercate nuove modalità di finanziamento dell’intervento pubblico (sull’esperienza dei SIBs mi sia consentito rimandare al mio post del 10 Luglio 2014),
- i Comuni, nonostante gli stringenti vincoli del patto di stabilità interno, soprattutto, dovrannno investire nelle competenze dei funzionari e dei tecnici comunali, in quanto ancora oggi, soprattutto a livello decentrato, si ravvisano notevoli margini di miglioramento nella gestione dei fondi europei e si riscontra una certa ritrosia a sperimentare forme innovative di gestione e di finanziamento dei servizi pubblici.
Appare quindi evidente che, nonostante i vincoli finanziari stringenti, gli amministratori locali, negli anni a venire, avranno rilevanti responsabilità nel fare in modo che i tanti piccoli e grandi “villaggi” italiani possano prosperare come il leggendario villaggio Macondo di Cent’anni di solitudine.
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[1] Márquez G.G., Cent’anni di solitudine, Mondadori, 1982
[2] A titolo di completezza si richiamano gli 11 OT:
(1) rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione;
(2) migliorare l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, in attuazione dell’Agenda digitale;
(3) favorire la competitività dei sistemi produttivi e in particolare delle piccole e medie imprese, del settore agricolo e della pesca;
(4) promuovere un’economia a basse emissioni, in particolare attraverso la diffusione di fonti di energia sostenibile;
(5) sostenere l’adattamento ai cambiamenti climatici e migliorare la prevenzione e gestione dei rischi ambientali;
(6) tutelare l’ambiente e valorizzare le risorse culturali e ambientali;
(7) promuovere la mobilità sostenibile di persone e merci;
(8) sostenere l’occupazione e la mobilità dei lavoratori;
(9) favorire l’inclusione sociale e contrastare la povertà;
(10) investire nelle competenze, nell’istruzione e nella formazione;
(11) rafforzare la capacità istituzionale e amministrativa.
[3] Cfr. Tabladini M., I Fondi strutturali Ue 2014-2020: quali opportunità per gli Enti Locali? In AA.VV., Finanziare lo sviluppo locale, vincoli e prospettive; Rivista Diritto e Pratica Amministrativa, Ed. Sole 24 Ore, novembre – dicembre 2014
[4] Il progetto Next Rieti è un progetto di rigenerazione urbana innovativa che interessa un impianto industriale dismesso localizzato a Rieti.