Il mio post del 20 novembre ha suscitato alcuni commenti critici inerenti ai miei richiami ai condizionamenti che i futuri Programmi Nazionali di Riforma eserciteranno sulla programmazione – pluriennale e annuale – degli interventi del “nuovo” Fondo Sociale Europeo Plus 2021-2027 (FSE Plus 2021-2027).
Bisogna riconoscere che è alquanto diffusa la convinzione che per il “nuovo” FSE Plus 2021-2027 i vincoli che deriverebbero dalle azioni generali di coordinamento delle politiche pubbliche degli Stati membri – indicate, per comodità, con l’espressione “semestre europeo” – non sarebbero poi così stringenti. [1]
Qui ribadisco il mio parere che le nuove proposte di regolamento sui Fondi Strutturali post 2020 prevedano un più forte ancoraggio delle strategie/interventi cofinanziati alle priorità occupazionali e sociali contenute nei Programmi Nazionali di Riforma elaborati ogni anno dagli Stati Membri nell’ambito del c.d. “semestre europeo”. A tale proposito si vedano i seguenti articoli della proposta di regolamento della Commissione su FSE Plus (Com (2018) 382 finale della Commissione):
• l’art. 7 sulla “concentrazione tematica” dispone che g«li Stati membri concentrano le risorse del FSE+ in regime di gestione concorrente su interventi volti a far fronte alle sfide individuate nei loro programmi nazionali di riforma, nel semestre europeo e nelle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese adottate in conformità all’articolo 121, paragrafo 2, del TFUE e all’articolo 148, paragrafo 4, del TFUE, e tengono conto dei principi e dei diritti stabiliti nel pilastro europeo dei diritti sociali.
Gli Stati membri assegnano un importo adeguato delle proprie risorse del FSE+ in regime di gestione concorrente alla gestione delle sfide individuate nelle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese adottate in conformità all’articolo 121, paragrafo 2, del TFUE e all’articolo 148, paragrafo 4, del TFUE, e nel semestre europeo, che rientrano nell’ambito del FSE+ come indicato all’articolo 4»;
• l’art. 11 puntualizza che «le azioni volte ad affrontare le sfide individuate nelle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese e nel semestre europeo di cui all’articolo 7, paragrafo 2, sono programmate nell’ambito di una o più priorità dedicate».
A me pare che questi stralci della proposta di regolamento su FSE Plus 2021-2027 siano sufficienti per ribadire che, fin qui, il percorso partenariale nazionale di definizione dell’Accordo di Partenariato 2021-2027 non ha tenuto adeguatamente in considerazione questi aspetti.
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[1] Il “semestre europeo” è il processo di controllo multilaterale dell’andamento macroeconomico e delle condizioni di stabilità delle finanze pubbliche degli Stati membri (è stato varato nel 2010). Esso è finalizzato, in primo luogo, a migliorare il coordinamento delle politiche economiche e garantire un ambiente macroeconomico stabile.
Il “semestre” in questione sarebbe il primo dell’anno, ma in realtà questo processo si snoda su un arco di tempo che va, come minimo, da novembre dell’anno precedente (mese in cui la Commissione pubblica una “Analisi Annuale della Crescita”, in cui a fianco dell’analisi dell’andamento economico in Europa, trova spazio un autorevole parere della Commissione sulle priorità economiche e sociali dell’UE per l’anno successivo, parere di cui tutti gli stati dovrebbero tener conto) al mese di luglio dell’anno di riferimento, quando vengono emanate le Country Specific Recommendations del Consiglio.
Il processo, alquanto complesso, è ben spiegato sul sito istituzionale del Consiglio.
Nel mese di aprile (preferibilmente entro metà aprile), tutti gli Stati sono tenuti a presentare:
• il Programma di Stabilità e di Convergenza in cui formulano la loro strategia di medio termine volta a garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche;
• il Programma Nazionale di Riforma (PNR) in cui delineano gli interventi di riforma strutturale, con particolare riguardo alla promozione della competitività, della crescita economica e dell’occupazione.