Gli interventi dei Fondi Strutturali per sostenere innovazione e competitività produttiva e i mutamenti della politica industriale europea

 

«Hanno ammazzato Pablo….
Pablo è vivo»
Francesco De Gregori – Pablo (1975) [1]

1. Il negoziato sui Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali nel periodo 21-27 fu avviato nel 2018 senza che le proposte ufficiali della Commissione Europea fossero sostenute da un quadro di riferimento strategico rilevante, paragonabile alla strategia “Europe 2020” per i Programmi del periodo 2014-2020.

Di fatto, questo riferimento strategico fu delineato dalla Commissione von der Leyen, a fine 2019, con la presentazione del Green Deal europeo (si veda la figura che segue).

Attraverso il Green Deal europeo, l’UE, di fatto, recepisce più convintamente gli indirizzi dell’agenda sullo “sviluppo sostenibile” dell’ONU (i 17 “obiettivi di sviluppo sostenibile” della c.d. “Agenda 2030”) e avvia un profondo ripensamento delle sue politiche pubbliche in molteplici ambiti di intervento. Tale Iniziativa ha ampiamente condizionato la formulazione delle politiche pubbliche dell’UE per tutto il primo mandato della von der Leyen. [2]

Fig. 1 – Il Green Deal europeo quale riferimento strategico del
Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027 e di
Next Generation EU

2. Il Green Deal, quale riferimento strategico delle politiche europee, ha subito vari scossoni a causa di una sequela di eventi globali senza precedenti: pandemia da COVID-19, periodi di lock-down e conseguente interruzione dei cicli di produzione, frammentazione delle catene del valore globale e difficoltà di approvvigionamento di certe materie prime strategiche, che hanno causato tensioni dei prezzi delle materie prime, in particolare quelli delle fonti energetiche fossili. L’aumento dei prezzi delle fonti energetiche è stato acuito dall’invasione dell’Ucraina, che ha destabilizzato ulteriormente il quadro economico a causa dell’interruzione delle relazioni commerciali e di fornitura di tali materie prime con la Federazione Russa.

3. Alle conseguenze economiche e sociali della pandemia, l’UE ha reagito con coraggio, varando un’Iniziativa articolata e innovativa, in termini di scelte istituzionali e di policy, battezzata Next Generation EU. Tale Iniziativa, fondata su tre pilastri (transizione verde, transizione digitale e inclusione e resilienza sociale), ha ampiamente condizionato l’elaborazione del disegno strategico dei Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali (si veda la figura che segue).

Fig. 2 – I Pilastri di Next Generation EU e la struttura dei Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali

I Programmi Regionali FESR 2021-2027 ne sono la plastica dimostrazione. I decisori pubblici regionali, infatti, anche al fine di rispettare i vincoli di concentrazione delle risorse finanziarie e delle azioni di policy disposte dal quadro regolamentare, specialmente nel caso delle Regioni del centro nord, hanno scelto di allocare la maggioranza delle risorse su

  • i primi due Obiettivi di Policy (OP) dei Fondi Strutturali 2021-2027 (OP 1 Un’Europa più intelligente e competitiva e OP 2 Un’Europa più verde);
  • interventi di sostegno ad innovazione e competitività e sulle transizioni gemelle dell’Iniziativa Next Generation EU (nell’ambito dell’OP 1 e dell’OP 2 del PR). [3]

4. Il presente post è inteso a rimarcare che gli interventi dei PR FESR 21-27 per sostenere innovazione e competitività dei sistemi produttivi sono quelli per i quali, nei prossimi anni, si potrebbe registrare un autentico turn around, a causa dei poderosi mutamenti, già esperiti e attesi, della politica industriale dell’UE. L’interruzione delle catene del valore globale e le difficoltà di approvvigionamento di certe materie prime, causate prima dalla pandemia e poi dal conflitto in Ucraina, hanno condotto l’UE a varare una serie di iniziative intese a rafforzare la sua “autonomia strategica” (Chips Act, REPowerEU, Green Deal industrial plan e Iniziative correlate – quella sulle materie prime strategiche e quella sulle tecnologie “a zero impatto netto” – e, ancor più importante, l’Iniziativa sulle Strategic Technologies for Europe Platform – STEP), che hanno già condizionato ampiamente la politica industriale italiana. [4]

A maggior ragione sembrano destinate a influenzare la politica industriale di Stati Membri e Regioni le proposte del Rapporto Draghi (settembre 2024) e la nuova Iniziativa Competitiveness Compass presentata in prima persona dalla presidente von der Leyen il 29 gennaio scorso.

Tale Iniziativa, come si evince dalla figura che segue, è imperniata su tre pilastri verticali (core areas) e relative Iniziative faro f e cinque catalizzatori orizzontali (horizontal enablers). Gli elementi catalizzatori della “bussola per la competitività”, di fatto, non sono altro che una serie di Piani Azione raccolti in cinque cluster – denominati “enablers” – intesi a creare le condizioni di contesto favorevoli per massimizzare l’efficacia degli interventi delle tre core areas.

Fig. 3 – Pilastri ed enablers della bussola per la competitività

5. I Programmi Regionali FESR 2021-2027, pertanto, potrebbero cambiare anche dopo la conclusione del “riesame intermedio” – da Regolamento generale sui Fondi Strutturali fissata al 31 marzo p.v. – a causa del Competitiveness Compass. [5]

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[1] Mezzo secolo fa veniva pubblicato l’album Rimmel (del grandissimo Francesco De Gregori) che, a mio avviso, è l’album più bello e iconico della storia della musica italiana.

[2] Bonetti A. (2018), Riflessioni preliminari sull’architettura strategica dei Fondi Strutturali nella programmazione 2021-2027, Centro Studi FUNDS FOR REFORMS LAB, Policy Brief 5/2018

Bonetti A. (2021), Next Generation EU e i Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza, Centro Studi FUNDS FOR REFORMS LAB, Policy Brief 1/2021.

[3] I Programmi Regionali FSE+ che, per definizione, sono attuativi del Pilastro europeo dei diritti sociali varato nel 2017, sono ancorati logicamente alla priorità Inclusione e resilienza sociale di Next Generation EU.

[4] Sull’evoluzione della politica industriale dell’UE nello scorso decennio e in quello in corso, si veda: Vazquez Rivera J.A.; Weber M. (2024); Industrial policy: an EU policy in the making; in: European Court of Auditors (2024); EU industrial policy: a solution to various dilemmas; ECA Journal N. 2/2024, pp. 34-41.

Sul dibattito sulla c.d. “autonomia strategica” dell’UE e sulla sua politica industriale, si vedano: Eisl A. (2024); For a competitive European industrial policy; Notre Europe Institut Jacques Delors, Policy Paper N. 324, October 2024; European Parliamentary Research Service – EPRS (2024); EU Competitiveness: Issues and Challenges, PE 762.391 – September 2024.

Vanno anche considerati:

  • Strategic Agenda 2024-2029 approvata dal Consiglio Europeo il 27 giugno 2024;
  • Linee Guida per la prossima Commissione 2024-2029 della presidente von der Leyen.

[5] L’art. 18 del Reg. (UE) 2021/1060 del Regolamento sulle Disposizioni Comuni – RDC – sui Fondi Strutturali, prevede che entro il 31 marzo 2025 le Autorità di Gestione (AdG) dei Programmi presentino alla Commissione una valutazione relativa ai risultati del riesame intermedio, compresa una proposta riguardante l’assegnazione definitiva dell’importo di flessibilità (si veda il par. 2 dell’art. 18).

Alla base del riesame intermedio dei Programmi FESR e FSE+ vi sono gli elementi elencati nell’art. 18(1) (si vedano i punti dalla lettera (a) alla lettera (f) del comma 1), fra cui:

  • i principali risultati delle valutazioni pertinenti;
  • i progressi compiuti verso il conseguimento dei target intermedi, tenendo conto delle considerevoli difficoltà riscontrate nell’attuazione dei Programmi.