«Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci,
ma non abbiamo imparato l’arte di vivere come fratelli» – Martin Luther King
Le grandi difficoltà del terzo settore di fronte dell’emergenza Coronavirus
Nelle ultime settimane vari dirigenti di Enti del Terzo Settore (ETS), fra cui la portavoce del Forum Permanente del Terzo Settore Claudia Fiaschi, e diversi commentatori hanno rimarcato la necessità di interventi di sostegno eccezionali anche a favore degli ETS e soprattutto dei tanti operatori e tanti volontari che si prodigano giornalmente per erogare servizi socio-assistenziali alla popolazione, da quelli di base come la distribuzione di cibo a indigenti e senza fissa dimora, a quelli più avanzati come i servizi assistenziali ad hoc per portatori di handicap.
Da più parti è stato giustamente rimarcato, in particolare, come gli operatori impegnati nell’erogazione di servizi di cura alla persona, a causa della elevata contagiosità del Coronavirus, mettono inevitabilmente a rischio la loro salute e quella dei beneficiari, specialmente nel caso di servizi assistenziali che richiedono una interazione diretta, per cui non è possibile tenere delle distanze fisiche minime di sicurezza dagli assistiti. [1]
Queste problematiche sono senz’altro fondate ed è di certo molto complesso, nella fase attuale, elaborare una strategia articolata di sostegno a tutti gli ETS.
In merito va evidenziato che, quantunque siano assolutamente parziali rispetto alla gravità della crisi in atto e delle sue possibili conseguenze sulla stessa possibilità di sopravvivere di molti ETS nei prossimi mesi, a partire dal 13 Marzo 2020 la Commissione Europea sta lavorando a delle proposte di revisione dei programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali e dei Programmi Nazionali cofinanziati dal FEAD (Fondo di aiuti europei agli indigenti) che potrebbero rilevarsi molto utili anche per gli ETS. [2]
Nel paragrafo che segue si focalizza l’analisi sul FEAD e sulle proposte di revisione che lo riguardano.
Gli interventi di riprogrammazione del FEAD elaborati dalla Commissione in risposta al Coronavirus
Il FEAD – acronimo che sta per Fund for the European Aid to the most Deprived – è il principale strumento dell’UE per il contrasto della povertà materiale e per l’inclusione sociale di persone in condizioni estreme di marginalità sociale (homeless e vecchi e nuovi poveri).
Questo strumento – indicato in Italiano come “Fondo Europeo di Aiuti per gli indigenti” – è normato dal Reg. (UE) N. 223/2014. Viene attuato tramite un Programma nazionale ad hoc, a titolarità del Ministero del Lavoro, che coinvolge numero organizzazioni partner e moltissimi volontari.
La ragion d’essere primaria del FEAD è quella di fornire cibo e altri beni di prima necessità alle persone indigenti (è prevista, inter alia, la fornitura di materiale scolastico a ragazzi appartenenti a famiglie in condizioni di deprivazione e anche di servizi di orientamento di individui a forte rischio di esclusione sociale).
Le azioni del Programma FEAD sono complementari rispetto a quelle finanziate dal Fondo Sociale Europeo nell’ambito dell’Obiettivo Tematico dei Fondi Strutturali e di Investimento Europeo (Fondi SIE) che ha per oggetto la lotta alla povertà e all’esclusione sociale (Obiettivo Tematico 9). Le risorse finanziarie, peraltro, sono aggiuntive e ammontano per l’Italia a 670,6 milioni di Euro. Grazie al cofinanziamento nazionale il montante complessivo di risorse finanziarie è di 788,9 milioni di Euro sull’intero periodo 2014-2020 (fonte dei dati: portale OpenCoesione).
Le proposte di revisione della Commissione – contenute nella Comunicazione COM (2020) 141 del 2.04.2020 e poi divenuta normativa comunitaria con la pubblicazione sulla GUUE il 24.04.2020 come Reg. (UE) N. 559/2020 – muovono dalle considerazioni incontrovertibili che:
• «la crisi dovuta al Coronavirus rappresenta inoltre una sfida senza precedenti per le operazioni e l’erogazione di assistenza agli indigenti»;
• «la crisi presenta rischi specifici per gli indigenti, che sono tra i più vulnerabili nelle nostre società. È pertanto necessario adottare con urgenza misure specifiche per proteggerli da questa malattia e per garantire che l’assistenza del FEAD continui a raggiungerli, ad esempio fornendo i necessari dispositivi di protezione contro la malattia».
Le proposte della Commissione, di conseguenza, vanno nella direzione di tutelare gli operatori (volontari e non) impegnati nella distribuzione di cibo e beni di prima necessità ai più vulnerabili consentendo:
• l’ammissibilità a beneficio delle “spese per l’acquisto di materiali e dispositivi di protezione individuale per le organizzazioni partner”;
• la possibilità di erogare assistenza alimentare ed assistenza materiale di base anche tramite buoni elettronici, in modo da abbassare il rischio di contagio durante la distribuzione di cibo e beni materiali di base sia per gli operatori sia per i beneficiari.
Il Reg. (UE) N. 559/2020 sulla revisione del FEAD, in analogia con quanto proposto nel Reg. (UE) N. 558/2020 sui Fondi Strutturali, prevede anche di concedere agli Stati Membri la possibilità di:
• chiedere in via eccezionale un tasso di cofinanziamento del 100 % da applicare alle domande di pagamento presentate nell’esercizio contabile 2020-2021;
• beneficiare di alcune misure di semplificazione amministrativa assimilabili, mutatis mutandis, a quelle proposte per i Fondi Strutturali. [3]
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[1] Le problematiche che si trovano ad affrontare in questa fase gli ETS (e che si potrebbero acuire nei prossimi mesi) sono state evidenziate in vari articoli e comunicazioni ufficiali pubblicate sui portali del Forum Permanente del Terzo Settore, dell’Osservatorio Welforum e della rivista online Vita.
In particolare si veda:
“Claudia Fiaschi scrive al Capo Dipartimento della Protezione Civile”, disponibile sul portale del Forum Permanente del Terzo Settore.
“Nuove risorse e strumenti finanziari per le ONG. Ecco le piste di lavoro di AICS per il tavolo emergenza Covid-19”, disponibile sul portale del think tank Info-Cooperazione
[2] Le principali proposte della Commissione Europea a cui si fa riferimento in questo post sono riportate nelle seguenti Comunicazioni:
• la Comunicazione COM (2020) 113 del 13.03.2020 (“Iniziativa di investimento in risposta al Coronavirus”);
• la Comunicazione COM (2020) 138 del 2.04.2020 che modifica il regolamento (UE) n. 1303/2013 e il regolamento (UE) n. 1301/2013 per quanto riguarda le misure specifiche per fornire una flessibilità eccezionale per l’utilizzo dei Fondi strutturali e di investimento in risposta all’epidemia di COVID-19;
• la Comunicazione COM (2020) 141 del 2.04.2020 (“Proposta di Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 223/2014 per quanto riguarda l’introduzione di misure specifiche volte ad affrontare la crisi dovuta alla Covid-19”).
La Commissione Europea, peraltro, ha rapidamente sviluppato un portale web dedicato, che viene costantemente aggiornato:
https://ec.europa.eu/info/live-work-travel-eu/health/coronavirus-response/overview-commissions-response_it#economicmeasures
[3] Sui molteplici interventi di riprogrammazione e semplificazione dei programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali previsti nell’ambito della c.d. Iniziativa di investimento in risposta al Coronavirus mi sia consentito rimandare a: Bonetti. A. (2020), Gli interventi dell’UE per fronteggiare le conseguenze economiche dell’epidemia di Coronavirus attraverso i Fondi Strutturali, Centro Studi Funds for Reforms Lab; Policy Brief 1/2020.