‘Everybody needs some time in their own. Don’t you need some time all alone’
GUNS N’ ROSES – November rain (Use Your Illusion I, 1991, Geffen Records, Track #10)
Il “nuovo” FSE Plus, “nuovo” ma non certo al passo coi tempi
Come cantano i Guns N’ Roses nella magnifica ‘November Rain’ tutti hanno bisogno di alcuni momenti in cui stare da soli e riflettere un po’. Inoltre, tutti hanno bisogno, a volte, di esprimere poi apertamente le loro idee.
Questo vale anche per i consulenti, che, in genere, devono sempre tenere un profilo molto compassato ed esprimere le loro idee con circospezione. E, quindi, approfitto di questo articolo per dire, anche più chiaramente che non in precedenti post, che tanto più esamino la proposta di regolamento della Commissione sul “nuovo” FSE Plus 2021-2027 e tanto meno mi piace il suo impianto.
Mi piace ancora meno dopo aver letto il mini-dossier di due pagine “Robotica, big data e droni su misura la società 5.0 è super intelligente”, a cura di Vito De Ceglia, pubblicato su “Affari&Finanza” di lunedì 18 novembre (allegato economico al quotidiano “La Repubblica” di lunedì 18 novembre; v. pp. 46-47). Il mini-dossier ha un titolo discutibile, ma è davvero molto stimolante.
L’autore presenta in maniera impeccabile quella che in Giappone e in Italia è la vera questione centrale quando si discute di mercato del lavoro e servizi integrati per il lavoro e la qualità sociale, ossia il forte invecchiamento della popolazione. De Ceglia, soprattutto, invita ad una riflessione su come la digitalizzazione dell’economia, se vuole essere davvero al servizio della società, dovrebbe essere indirizzata in primo luogo a soddisfare i bisogni di cura di una popolazione sempre più anziana.
In Giappone stanno cercando di indirizzare politiche pubbliche e investimenti a favore di una digitalizzazione che metta i bisogni umani al centro con il modello ‘smart ageing’, modello secondo il quale i nuovi investimenti in robotica e Internet of Things (IoTs) dovrebbero guardare soprattutto ai bisogni di una popolazione nipponica sempre più anziana e che, quindi, è anche più fragile e soggetta a malattie croniche.
Il problema dell’invecchiamento della popolazione è assolutamente centrale anche in Italia e nell’intera Unione Europea, ma non viene considerato come tale nel “nuovo” FSE Plus che, pur essendo stato proposto come un “programma quadro”, continua a focalizzare la sua attenzione sulle stesse tematiche di sempre, eccezion fatta per una maggiore attenzione alle questioni dell’inclusione sociale e della lotta alla povertà.
I principali limiti dell’impianto del “nuovo” FSE Plus
A parte la discutibile scelta di riunire in FSE Plus più strumenti di finanziamento della programmazione 2014-2020 (questione a cui ho fatto cenno nel precedente post del 10 novembre scorso e su cui mi vorrei soffermare ancora in dei post successivi), vi sono cinque punti rispetto ai quali il “nuovo” FSE Plus appare particolarmente debole:
- E’ previsto un più forte ancoraggio delle strategie/interventi cofinanziati alle priorità occupazionali e sociali contenute nei Programmi Nazionali di Riforma elaborati ogni anno dagli Stati Membri nell’ambito del c.d. “semestre europeo” (si veda l’art. 7 della proposta di regolamento su FSE Plus).
- L’impianto generale è assolutamente conservativo. Gli interventi, infatti, saranno articolati in 3 ambiti di policy, assolutamente in linea con quelli della programmazione 2014-2020 del FSE – (i) occupazione; (ii) istruzione, formazione professionale e lifelong learning e (iii) inclusione sociale – e 11 obiettivi specifici. [1] Per amor di precisione, va evidenziato che questi 11 obiettivi specifici concernono la sezione del FSE Plus che verrà attuata tramite modalità di “gestione concorrente”. Tali obiettivi specifici in parte sono assolutamente in linea con le aree di intervento del FSE nella programmazione in corso e, in parte, riflettono l’introduzione nel “nuovo” FSE Plus di linee di intervento attuate in precedenza tramite altri Fondi. E’ il caso, segnatamente, dell’obiettivo specifico 11 “Contrastare la deprivazione materiale mediante prodotti alimentari e assistenza materiale di base agli indigenti, con misure di accompagnamento”, nell’ambito del quale verranno implementati interventi che, attualmente, sono finanziati dal Fondo di aiuti europei agli indigenti (indicato con l’acronimo FEAD – Fund for the European Aid to the most Deprived). [2]
- Viene confermata l’importanza del contrasto della disoccupazione giovanile e del rischio di esclusione sociale che grava sui giovani NEET (tema a cui si associa lo strumento “garanzia giovani”). [3] Con riferimento all’inserimento in FSE Plus della “garanzia giovani” – e alle tematiche dell’inserimento lavorativo di NEET e altre fasce deboli delle forze di lavoro – sarei del parere che il dibattito intorno al nuovo strumento finanziario non dedica abbastanza spazio a una riflessione sulla rilevanza degli interventi a favore della creazione di impresa per i soggetti particolarmente vulnerabili. A fronte della stagnazione economica che attanaglia tutto il vecchio continente e, al tempo stesso, dell’apertura di nuovi mercati resa possibile dall’incessante innovazione tecnologica e dalla digitalizzazione dell’economia, servirebbe una riflessione più approfondita sull’importanza dell’auto-impiego quale autentico strumento di inclusione sociale per i giovani NEET e per i soggetti particolarmente vulnerabili.
- Il “nuovo” FSE Plus come emerge dalle proposte della Commissione non considera minimamente un’altra problematica sociale su cui vi è crescente attenzione da parte di vari operatori: la “povertà educativa” che interessa bambini con background familiare problematico e/o residenti in zone degradate (questione in Italia portata la centro del dibattito sia da alcuni dossier molto utili e interessanti di Save The Children, sia dall’encomiabile opera dell’Impresa sociale Con i Bambini) [4]. Tale questione, nel corso del “trilogo” fra Consiglio, Parlamento Europeo e Commissione che ha fatto seguito alle proposte dell’Esecutivo di Bruxelles sui Fondi europei post-2020 avanzate nel periodo maggio-giugno 2018, è stata fortemente caldeggiata dal Parlamento Europeo, il quale, in analogia alla “garanzia giovani”, ha proposto una iniziativa europea simile che abbia come target primario i bambini (iniziativa denominata, quindi, “garanzia per l’infanzia”). [5]
- Il “nuovo” FSE Plus, anche se dedica maggiore attenzione all’integrazione fra servizi per l’impiego e servizi di sostegno all’inclusione sociale, tralascia completamente la centralità della questione demografica e le dinamiche sempre più accentuate di invecchiamento della popolazione in Europa. La circostanza che non vengano adeguatamente considerati rischi e opportunità legate all’invecchiamento della popolazione nello strumento finanziario dell’UE che, nel periodo di programmazione 2021-2027, dovrà dare corso al “Pilastro Europeo dei Diritti sociali” lascia davvero basiti. Questo a maggior ragione se si considera che nell’ambito di FSE Plus sono stati inseriti anche i programmi Occupazione e Innovazione sociale e Salute. [6]
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[1] I tre ambiti di policy corrispondono inequivocabilmente agli Obiettivi Tematici 8-10 della programmazione in corso.
[2] Gli interventi del FEAD, nella programmazione in corso, sono attuati tramite un Programma Nazionale (PN), ossia tramite un Programma molto particolare, a titolarità del Ministero del Lavoro, che provvede cibo e altri beni di prima necessità alle persone indigenti (è prevista, inter alia, la fornitura di materiale scolastico a ragazzi appartenenti a famiglie in condizioni di deprivazione e anche di servizi di orientamento di individui a forte rischio di esclusione sociale). L’Autorità di Gestione è il Ministero del Lavoro, ma a livello operativo il PN FEAD prevede un forte coinvolgimento di organizzazioni del c.d. “privato sociale” impegnate nel contrasto della povertà e nell’inclusione sociale dei più svantaggiati.
[3] La proposta di regolamento su FSE Plus dispone che anche nella nuova programmazione gli Stati membri per i quali la % di NEET 15-29 a. supera la media UE del 2019 devono attivare interventi specifici a favore dei giovani (c.d. “Iniziativa Occupazione Giovani”, più nota in Italia come “garanzia giovani”).
[4] L’Impresa sociale Con i Bambini è un’entità giuridica senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione Con il Sud costituita con la missione di dare attuazione al Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile (il Fondo, alimentato da finanza pubblica e da contributi di Fondazioni bancarie aderenti, è stato istituito dalla Legge di Stabilità 2016). Con i Bambini, presieduta da Carlo Borgomeo, promuove progetti di contrasto della povertà educativa e, al tempo stesso, intende contribuire con questi progetti alla diffusione della “cultura della valutazione” presso le organizzazioni senza scopo di lucro e le scuole che realizzano i progetti finanziati.
Il Parlamento Europeo ha richiesto espressamente di rafforzare la riserva di risorse finanziarie a favore dell’inclusione sociale (portandola dal 25% al 27%) e di aggiungere anche una riserva per la “garanzia bambini” in questi termini: “gli Stati membri assegnano almeno il 5 % delle proprie risorse del FSE+ in regime di gestione concorrente alle azioni mirate volte all’attuazione della garanzia europea per l’infanzia, nell’ottica di contribuire a garantire ai bambini parità di accesso all’assistenza sanitaria, all’istruzione e all’assistenza all’infanzia gratuite, ad alloggi dignitosi e a un’alimentazione adeguata”.
[6] Ho richiamato il programma Occupazione e innovazione sociale in quanto i nuovi e vecchi fabbisogni di cura di una popolazione che invecchia si prestano particolarmente all’applicazione di dispositivi e strumenti della robotica e dell’IoTs che si profilano anche come autentiche innovazioni sociali. A mio avviso, nonostante il nome, il programma Occupazione e innovazione sociale è stato fin dall’inizio impostato come uno strumento poco vocato all’innovazione sociale. Come ho più volte evidenziato in questo blog lo strumento finanziario dell’UE che in questi anni ha maggiormente contribuito a sperimentare nuove soluzioni per problemi vecchi e nuovi della popolazione anziana è l’Iniziativa Active and Assisted Living (AAL).
Questa Iniziativa, che era stata lanciata nel 2008 come Iniziativa Ambient and Assisted Living), infatti, ha la missione di “migliorare la qualità della vita delle persone anziane, individuando nuove soluzioni ai loro problemi basate su dispositivi e nuovi servizi dell’Information and Communication Technologies – ICT”.
Active and Assisted Living Programme, in questa luce, si lega anche all’attuazione della c.d. “agenda digitale europea”, in quanto è appunto volto a creare nuovi prodotti basati sull’ICT, nuove soluzioni ai problemi delle persone anziane e nuovi servizi che possono migliorarne l’autonomia funzionale e la qualità della vita. Lo slogan, infatti, è stato per vari anni il seguente: “ICT for ageing well”. Più recentemente è stato sostituito con “Ageing Well in the Digital World“.