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La “filiera lunga della formazione tecnico-professionale”: la crescente rilevanza degli ITS Academy

 

1. Nel nostro Paese, a partire dalla L. 144/1999, si è andata progressivamente consolidando un’autentica “filiera lunga della formazione tecnico-professionale” che, negli anni recenti, ha registrato una rilevante crescita della sua componente “terziaria”, costituita dagli Istituti Tecnici Superiori, ridenominati Istituti Tecnologici Superiori (ITS Academy) dalla L. 99/2022 di riforma del comparto. [1]
Come evidenziato dagli esperti dell’Agenzia INDIRE «i percorsi degli ITS Academy mirano allo sviluppo integrato di competenze tecniche e digitali supportate da competenze culturali di base e soft skills. È di fatto un percorso formativo parallelo a quello universitario che privilegia didattiche integrate tra formazione e lavoro con l’attenzione a coinvolgere imprese e attori istituzionali ed economici dei territori» (Cfr. INDIRE; Sistema terziario di istruzione tecnologica superiore. Rapporto annuale 2024, p. 10). [2]
2. Gli Istituti Tecnologici Superiori (più noti come ITS Academy) consentono di corrispondere:
• da un lato all’esigenza di migliorare costantemente la capacità del sistema formativo, inteso in senso lato, di intercettare i mutamenti nella domanda di lavoro (sempre più orientata verso profili tecnici in grado di accompagnare la transizione digitale all’interno delle unità produttive) con lo sviluppo di nuovi profili professionali;
• dall’altro all’esigenza di ragazzi giovani e di persone adulte di acquisire competenze tecnico-specialistiche più avanzate di quelle che potrebbero acquisire con i percorsi di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) e poi con l’anno supplementare di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS).
3. La capacità degli ITS Academy di corrispondere ad esigenze espresse sia dal lato della domanda di lavoro, sia dal lato dell’offerta (esigenze di corsisti che intendono acquisire specializzazioni tecnico-professionali più elevate, ma con cicli post-secondari brevi), la loro utilità per superare il mismatch fra domanda e offerta di lavoro che, in genere, penalizza soprattutto i giovani e il loro particolare sistema di governance (sotto il profilo giuridico sono Fondazioni “di partecipazione” aperte a più stakeholder ai sensi dell’art. 4(2) della L. 99/2022, fra cui una o più imprese che esprimono il presidente) che garantisce un costante e tempestivo monitoraggio dei nuovi fabbisogni professionali espressi dalle imprese su scala locale, fanno sì che stiano aumentando sia la loro capacità di take-up, sia il loro tasso di successo (il tasso di occupazione dei “diplomati” degli ITS Academy).
4. I dati più aggiornati sul fenomeno, tratti dall’Annuario Statistico Italiano 2023 dell’ISTAT, evidenziano due elementi di rilievo in merito all’offerta formativa e all’attrattività degli ITS Academy:
• fra l’Anno Formativo 2017-2018 e quello 2021-2022 sono aumentatiti significativamente i corsi attivati (sono passati da 484 a 917); gli iscritti (sono passati da 11.008 a 21.918) e i diplomati (passati da 2.601 a 5.280);
• la distribuzione macro-regionale dei corsi è abbastanza omogenea e non si rileva un gap particolarmente accentuato fra Centro Nord e Mezzogiorno storico (si veda il grafico 1). Il 27,1% dei corsi ITS Academy si concentra nelle ripartizioni territoriali Sud e Isole. La regione del Sud dove sono stati attivati più corsi ITS Academy è la Puglia (94 corsi). Le due regioni che, in assoluto, si posizionano meglio sono Lombardia con 235 corsi e Veneto con 124 corsi. Il Rapporto di Monitoraggio 2024 di INDIRE conferma un buon radicamento del sistema degli ITS Academy anche nel Mezzogiorno storico (ivi è localizzato il 40,4% delle 146 Fondazioni ITS Academy attive a Febbraio di quest’anno). [3]

Graf. 1 – Distribuzione dei corsi attivi degli ITS Academy per
ripartizione territoriale – Anno Formativo 2021-2022 (fonte: ISTAT)

5. E’ in aumento anche il numero di coloro che dopo aver terminato il corso riescono a inserirsi nel mercato del lavoro. Nel 2022, «risulta occupato l’86,5 per cento dei diplomati a corsi conclusi 12 mesi prima, con differenze apprezzabili per area tecnologica del corso: risulta occupato l’89,6 per cento dei diplomati dell’area della Mobilità sostenibile, contro il 78,5 per cento nell’area delle Nuove tecnologie della vita» (Cfr. ISTAT; Annuario Statistico Italiano 2023, p. 279).
6. Queste tendenze sono destinate a rafforzarsi ulteriormente negli anni a venire grazie al contributo davvero rilevante del PNRR, segnatamente della Sub-componente M4.C1.1 Miglioramento qualitativo e ampliamento quantitativo dei sistemi di Istruzione e formazione della Missione 4.
Nell’ambito di questa Sub-componente, infatti, sono state inserite due Misure, ambedue a titolarità del Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM), volte a rafforzare il sistema di istruzione terziaria professionalizzate:
• l’Investimento 1.5 Sviluppo del sistema di formazione professionale terziaria – ITS, articolata in due linee di investimento (potenziamento dei laboratori degli ITS Academy e potenziamento dell’offerta formativa degli ITS Academy);
• la Riforma 1.2 Riforma del sistema ITS (nell’ambito della quale è stata definita e promulgata la L. 99/2022 di riforma, pubblicata sulla GU 173/2022 del 26 Luglio 2022).
Ma questa è una storia buona da raccontare nel prossimo post del 10 Ottobre. [4]

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Immagine ex Pixabay

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[1] L’art. 69, comma 1 della L. 144/1999 dispone che «per riqualificare e ampliare l’offerta formativa destinata ai giovani e agli adulti, occupati e non occupati, nell’ambito del sistema di formazione integrata superiore (FIS), è istituito il sistema della istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS), al quale si accede di norma con il possesso del diploma di scuola secondaria superiore».
La filiera è descritta dagli esperti dell’Agenzia INDIRE nei seguenti termini: «nell’attuale contesto ordinamentale l’offerta formativa italiana che compone la filiera formativa tecnologico-professionale è costituita da percorsi del secondo ciclo di istruzione, in particolar modo dell’istruzione tecnica e professionale, dal sistema regionale dell’istruzione e formazione professionale regionale (IeFP), dall’istruzione terziaria erogata dagli Istituti Tecnologici Superiori (ITS Academy)». Cfr. INDIRE; Sistema terziario di istruzione tecnologica superiore. Rapporto annuale 2024, Firenze, p. 17.
Solo per amor di precisione, si puntualizza che va considerata anche l’offerta formativa molto particolare del canale dell’Istruzione Formazione Tecnica Superiore (IFTS) inteso a formare tecnici specializzati a livello post-secondario.
Semplificando molto si può dire che gli IFTS (di durata massima di 800-1.000 ore) costituiscono un ponte fra Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) e ITS Academy.
[2] Come puntualizzano gli esperti dell’Agenzia INDIRE «i percorsi formativi sono progettati sulla base di Piani triennali predisposti dalle programmazioni regionali e assumono come riferimento le competenze delle specifiche figure nazionali riferite alle aree tecnologiche considerate strategiche nell’ambito delle politiche di sviluppo industriale e tecnologico e di riconversione ecologica». Cfr. INDIRE; Sistema terziario di istruzione tecnologica superiore. Rapporto annuale 2024, p Firenze, p. 17.
A tale riguardo va anche rammentato che le Regioni:
• hanno potestà legislativa esclusiva in materia di istruzione e formazione professionale;
• hanno potestà legislativa concorrente in materia di istruzione.
Questo spiega il rilevante ruolo delle Regioni anche in materia di istruzione terziaria “professionalizzante” erogata dagli ITS Academy. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) ha la funzione di definire le linee di indirizzo e di sviluppo del sistema degli ITS Academy, ma le Regioni hanno competenza esclusiva in materia di contenuti e programmazione dei corsi attivati dagli ITS Academy.
[3] Per approfondimenti ulteriori sulla diffusione degli ITS Academy e sui corsi attivati si possono consultare i Rapporti di monitoraggio annuali dell’Agenzia INDIRE, che pubblica anche degli utili focus regionali.
Sul portale di INDIRE è anche riportato un esaustivo quadro dei riferimenti normativi.
[4] Questo contributo è un “work in progress” elaborato nell’ambito del progetto di ricerca dell’Associazione Centro Studi Funds for Reforms Lab “Le politiche e i fondi dell’UE (nella programmazione 2021-2027)”, approvato dal Consiglio Direttivo dell’Associazione del 20 Marzo 2023.

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