La Misura 7 “Servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali” e i Progetti Pubblici Integrati
Come già ricordato nei precedenti post del 20 giugno e del 5 luglio, tutte le “operazioni” della Misura 7 “Servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali”, eccezion fatta per la 7.3 e per la 7.2.2, dovranno essere inserite, preferibilmente, nell’ambito di Progetti Pubblici Integrati (PPI).
Il testo delle Sottomisure/operazioni non richiama esplicitamente l’attivazione di logiche di formulazione di questi progetti integrati informate a processi di partecipazione dal basso, ma questa opzione è quanto mai auspicabile per almeno due ordini di motivi:
• il richiamo al potenziamento delle dinamiche partecipative dei processi decisionali è presente nel PON Governance e Capacità Istituzionale laddove descrive una Azione particolarmente importante per migliorare le capacità amministrative e tecniche nella formulazione di progetti di sviluppo del territorio, ossia la Azione 3.1.5 “Interventi mirati di accompagnamento del processo di riforma degli Enti Locali”;
• come già evidenziato in diversi post su questo blog, il miglioramento dei processi di open government, il coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali e anche nella gestione della “cosa pubblica” e la maggiore accountability delle azioni di sviluppo sono considerate sempre di più aspetti centrali del “buon governo” (si veda la figura che segue). [1]
Figura 1 – Direttrici di riforma della Pubblica Amministrazione (PA)
Politiche pubbliche: i vantaggi di open government e coinvolgimento dei cittadini-utenti
A parere di chi scrive gli Enti Locali del Lazio, a prescindere da altri vincoli sulla formulazione dei PPI ex Misura 7 del PSR Lazio, dovrebbero assolutamente sperimentare dei processi partecipativi per valorizzare le conoscenze e le istanze dei cittadini in merito a piccole infrastrutture da rimettere in sesto e/o valorizzare adeguatamente e a servizi per la comunità locale da attivare/migliorare. Questo consentirebbe di entrare in un circolo virtuoso di miglioramento delle politiche pubbliche che sia in grado di corrispondere alle crescenti aspettative dei cittadini di un maggiore coinvolgimento nella soluzione di problemi collettivi.
In questo modo, peraltro, gli Enti Locali potrebbero anche fruire dei contributi dell’Azione 3.1.5 del PON Governance.
L’aspetto più rilevante da rimarcare, tuttavia, è che le esperienze di “democrazia partecipativa” possono potenziare l’efficacia degli interventi, per vari motivi:
• favoriscono la elaborazione di interventi (o, anche, di strategie di sviluppo locale più articolate) caratterizzate da una elevata coerenza con punti di forza e di debolezza dei territori, in quanto la formulazione “partecipativa” degli interventi, in genere, valorizza realmente il contributo di conoscenza degli stakeholders locali;
• garantiscono la creazione di un maggior senso di ownership delle politiche di sviluppo e dei progetti da parte di cittadini e comunità locali, in quanto fortemente focalizzati su problematiche realmente avvertite dalle comunità locali. La maggiore ownership percepita implica un maggior commitment di tutti i portatori di interesse rispetto agli impegni presi al momento della definizione “partecipativa” della strategia e, quindi, riduce le dinamiche conflittuali fra le varie parti in gioco;
• contribuiscono, di conseguenza, anche a rafforzare la sostenibilità nel tempo dei risultati dei processi di sviluppo. Alla base della sostenibilità economica e sociale dei risultati, infatti, vi sono in primo luogo la fiducia degli stessi beneficiari e delle comunità locali sulla validità dei progetti e la loro piena condivisione degli obiettivi e delle linee portanti di interventi/strategie di sviluppo;
• facilitano la maturazione di un maggior spirito civico dei vari stakeholders (in primis i cittadini). Gli stakeholders locali, infatti, una volta coinvolti nel processo di formulazione delle politiche, si sentiranno anche maggiormente responsabilizzati nella veste di co-produttori dei servizi di pubblica utilità di cui necessitano.
Un coinvolgimento ampio ed effettivo dei portatori di interesse, infatti, consolida la trasparenza e la pubblicness delle Istituzioni e del processo di decision making e, di riflesso, il senso di fiducia nelle Istituzioni dei cittadini.
In altri termini, implica anche l’ulteriore rafforzamento di quei processi di “costruzione intenzionale” e di ampliamento del capitale sociale locale, da diversi autori considerati decisivi per la sostenibilità delle dinamiche di sviluppo su scala locale (Evans 1996, Trigilia 2005). [2]
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[1] Si vedano i seguenti documenti ufficiali della Commissione:
EUROPEAN COMMISSION (2013a), A vision for public services, Public Services Unit in DG CONNECT
EUROPEAN COMMISSION (2013b), Powering European Public Sector Innovation: towards A New Architecture – Report of the Expert Group on Public Sector Innovation, Luxembourg
In merito alla crescente importanza attribuita dalla Commissione ai processi partecipativi nella formulazione delle politiche pubbliche ricordo che è in corso una consultazione pubblica sul civic engagement in Europa promossa dalla European Innovation Partnership (EIP) su Smart Cities & Communities. Per chi voglia partecipare, si può consultare lo “European Manifesto on Citizen Engagement” ed esprimere dei pareri cliccando sul seguenti link:
https://eu-smartcities.eu/content/inclusive-smart-cities-european-manifesto-citizen-engagement
[2] Si vedano: EVANS P. (1996), “Government Action, Social Capital and Development: Reviewing the Evidence on Synergy“; World Development, N. 6, pp. 119-1132; TRIGILIA C. (2005), Sviluppo locale. Un progetto per l’Italia, Laterza, Roma-Bari
[3] Maggiori approfondimenti sulla politica di sviluppo rurale nella Regione Lazio si possono trovare nella Nota 7/2016 “I finanziamenti dell’UE per lo sviluppo rurale”, disponibile sulla sezione Open Library del blog.