1. Se si considerano le domande valutative a cui rispondono le analisi di efficienza, di efficacia e di impatto, come rimarcato negli ultimi post, è molto più corretto associare analisi di efficacia e analisi di impatto, che non analisi di efficacia e di efficienza.
2. Per impostare correttamente l’analisi di efficacia e l’analisi di impatto – oltre a ricordare che esse sono intese a capire se le politiche pubbliche deliberate sono riuscite ad ottenere gli effetti sperati – bisogna considerare che esse – sia che si valutino azioni di policy “semplici”, sia che si valutino Programmi “complessi” – si possono incardinare su tre elementi fondamentali:
• un gruppo target (o più gruppi target nel caso di Programmi “complessi”);
• una variabile misurabile (o più variabili) rispetto alla(e) quale(i) valutare l’effetto delle politiche pubbliche sia sui destinatari (gruppo target) sia sul contesto socio-economico;
• uno strumento di intervento (più strumenti nel caso di Programmi “complessi”).
3. Tale impostazione – ampiamente ispirata da un pregevole contributo del professore emerito di Statistica economica Ugo Trivellato, fra i massimi esperti italiani di valutazione di impatto – va ovviamente debitamente qualificata per l’analisi di efficacia e, a maggior ragione, nel caso dell’analisi di impatto.
Questo anche tenendo conto del fatto che si può agevolmente applicare una siffatta impostazione nel caso di azioni di policy “semplici” e, di fatto, essa è quasi impossibile da applicare nel caso di Programmi “complessi” – quali sono quelli cofinanziati dai Fondi Strutturali – che includono più tipologie di interventi e si rivolgono a più gruppi target (si veda il box 1 per una definizione di policy “semplici” e di policy “complesse”). [1]
Box 1 – Formulazione e valutazione di interventi di policy semplici e complessi
4. Ciò detto, una siffatta impostazione consente facilmente di inquadrare quelle che si potrebbero definire “condizioni di successo” delle politiche pubbliche. Come riportato nello schema che segue, certamente una politica deliberata non produrrà gli effetti sperati se:
• si selezionano progetti (industriali, infrastrutturali, formativi e di politica attiva del lavoro ed altri) di modesta qualità e/o poco innovativi;
• se questi progetti finanziati non vengono tutti conclusi;
• se i gruppi target oggetto delle varie azioni di policy non corrispondono a quelli che avrebbero davvero più bisogno di un supporto (capacità di targeting);
• se i destinatari degli interventi non completano il “trattamento”;
• se non si spendono tutte le risorse finanziarie stanziate. [2]
Figura 1 – Impostazione dell’analisi dell’efficacia e dell’impatto dei Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali
5. Queste “condizioni di successo” delle politiche pubbliche sono, di fatto, l’oggetto dell’analisi di efficacia “statica” e di quella “dinamica” e dell’analisi di impatto. Ovviamente, vanno parimenti considerati i cambiamenti “spontanei” nel contesto socio-economico per stimare correttamente gli impatti.
Dalla semplice lettura di queste “condizioni di successo” si evince quanto sia rilevante, sia per l’efficacia, sia per l’impatto di azioni di policy e Programmi “complessi”, la fase di selezione delle domande di sostegno (dei progetti) da finanziare.
Completezza, semplicità espositiva e chiarezza degli avvisi di finanziamento e corretta impostazione delle procedure di selezione dei progetti ammissibili a beneficio:
• sollecitano una maggiore partecipazione da parte di potenziali beneficiari/destinatari (e, quindi, incidono sull’ampiezza dell’insieme di progetti finanziati, spesso indicato come “parco progetti”);
• favoriscono qualità e innovatività dei progetti ammessi a beneficio e (a cascata) la generazione di impatti significativi a seguito dell’attuazione degli interventi finanziati.
Tale fase procedurale è il focus dell’analisi di efficacia statica.
L’analisi di efficacia dinamica, semplificando un po’, verifica se tutti gli interventi vengono completati e se tutti i destinatari completano il “trattamento”. Questi elementi, ovviamente, incidono in primo luogo sulla capacità di spesa e poi, nel medio-lungo termine, anche sugli impatti. [3]
Ma questa è una storia da approfondire e da raccontare meglio nel prossimo post del 10 Maggio p.v.
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[1] Molto utile, in questa prospettiva, la definizione di politica pubblica di Ugo Trivellato: “un intervento mirato a una popolazione determinata con l’intento di indurre un cambiamento in una condizione e/o in un comportamento”. A seguire egli evidenzia che “in questa accezione di politica pubblica risultano definite tre dimensioni essenziali sia per connotarla sia ai fini della sua valutazione: la popolazione-obiettivo; il trattamento; il risultato conseguito”. Cfr.: Trivellato U. (2009), Valutare gli effetti delle politiche pubbliche: paradigma e pratiche; IRVAPP; Discussion paper n. 2009-01; p. 2.
[2] Questo elenco di condizioni abilitanti di efficacia e di impatto delle policy deliberate consente di capire meglio anche per quale motivo se, da un lato, è indubbiamente desiderabile che si riescano a spendere tutte le risorse stanziate per singoli interventi e Programmi nel loro complesso, dall’altra questa è condizione necessaria, ma non sufficiente affinchè le policy attuate – anche se in qualche modo si spendono le risorse stanziate – consentano di risolvere dei problemi collettivi e producano impatti strutturali significativi. Affinchè si generino impatti rilevanti e questi siano duraturi nel tempo si devono realizzare tutte le condizioni abilitanti di cui sopra.
[3] Questo contributo è un “work in progress” elaborato nell’ambito del progetto di ricerca del Centro Studi Funds for Reforms Lab “Theory of Change e valutazione di impatto di progetti e programmi complessi” di cui al Piano di Lavoro approvato dal Consiglio Direttivo del 20 Marzo 2023.
Avrò il piacere di presentare più diffusamente le attività di monitoraggio e di valutazione dei Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali nell’ambito del 9° Modulo “Valutazione dei Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali” della I edizione del Master Universitario live streaming “Europrogettazione e rendicontazione dei finanziamenti europei” di 24ORE Business School e Unimarconi (con il coordinamento scientifico di Exa Consulting e il patrocinio di AssoEPI), Modulo che si terrà il 10 e 11 Maggio c.a. Ha già preso avvio – il 22 Marzo scorso – la II edizione del Master.