«Sentiva il sangue di quella guerra crudele,
sparso per mille rivoli sulla terra,
giungere fino a lui; e se ne lasciava lambire,
senza approvare accanimento né pietà»
ITALO CALVINO – Il visconte dimezzato (1952)
Dagli Obiettivi Tematici della programmazione 2014-2020 agli Obiettivi di Policy del periodo 2021-2027
Come ho ricordato in diversi post recenti, il disegno strategico dell’Obiettivo di Policy 1 “Un’Europa più competitiva e intelligente” (OP 1) dei Programmi Regionali FESR 2021-2027 si può definire a partire dalla suddivisione dei suoi cinque Obiettivi Specifici in due grandi blocchi:
• la politica industriale 2021-2027 di una data regione, che include l’OS 1.1 Ricerca e Innovazione; l’OS 1.3 Competitività delle PMI e l’OS 1.4 Competenze per la transizione industriale. Essa, nell’intero periodo 2021-2027, dovrà essere perseguita coerentemente con la Strategia di Specializzazione Intelligente (Research and Innovation Smart Specialisation Strategy – RIS3);
• l’agenda digitale regionale, che include l’OS 1.2 Digitalizzazione dell’economia e della società e l’OS 1.5 Connettività digitale. [1]
Come è ampiamente noto, i Regolamenti sui Fondi Strutturali per il periodo 2021-2027 prevedono una semplificazione del sistema degli obiettivi strategici dei Programmi che è solamente di facciata, dal momento che gli Obiettivi di Policy (OP) – o anche Obiettivi Strategici – del periodo 2021-2027 derivano da una mera riorganizzazione degli undici Obiettivi Tematici del periodo 2014-2020 (realmente nuovo è solo l’OP 5 “Un’Europa più vicina ai cittadini”, sebbene tale Obiettivo Strategico vada solo a rafforzare la centralità nelle politiche strutturali dell’UE di strategie di sviluppo locale informate all’approccio bottom up).
Questo vale certamente per l’OP 1 che è stato definito accorpando i primi tre Obiettivi Tematici (OT) dei Fondi Strutturali e di Investimento Europeo del periodo 2014-2020, che sono anche i primi tre Assi dell’Accordo di Partenariato 2014-2020 e dei Programmi regionali FESR (si veda la Figura che segue).
Fig. 1 – Dagli Obiettivi Tematici dei Fondi 2014-2020 agli Obiettivi di Policy della programmazione 2021-2027.
Il caso dell’Obiettivo di Policy 1
Questa considerazione mi è stata utile per cercare di recuperare rapidamente delle serie storiche di dati aggiornati, definiti molto chiaramente e affidabili per migliorare l’analisi di contesto, funzionale all’individuazione dei problemi principali da affrontare con gli interventi del FESR nel periodo 2021-2027.
Formulazione dei Programmi 2021-2027, analisi di contesto e indicatori territoriali per le politiche di sviluppo
Certamente una buona analisi delle condizioni di partenza (baseline) richiederebbe un serio lavoro di approfondimento analitico su più indagini e fonti statistiche. Inoltre, sarebbe bene validare l’analisi on the desk con delle interviste con dei testimoni privilegiati ed esperti settoriali (tutto questo richiede tempo). [2]
Ciò detto, in questa fase un po’ frenetica di chiusura della bozza dei Programmi Regionali 2021-2027 che dovranno essere inviati alla Commissione intorno alla metà di Aprile (entro 90 giorni dall’invio ufficiale della bozza di Accordo di Partenariato 2021-2027, avvenuta il 17 Gennaio u.s.) può essere utile recuperare dal portale dell’ISTAT la congerie di indicatori, di dati e di metadati aggiornati costantemente nell’ambito del progetto “Indicatori territoriali per le politiche di sviluppo”, condotto congiuntamente da ISTAT e Agenzia per la Coesione Territoriale (ACT). [3]
Questi indicatori sono associati a ciascuno degli undici Obiettivi Tematici (OT) dell’Accordo di Partenariato.
Dal momento che, come riportato in precedenza, i vari Obiettivi di Policy si possono considerare come una sintesi di più OT del precedente periodo di programmazione, per tutti i nuovi OP si dispone già della serie storica di una serie di variabili economiche e non costantemente aggiornate e validate (stante la desiderabilità di un’opera di consultazione di più fonti statistiche e di interpretazione di un novero anche più ampio di indicatori e dati, gli indicatori territoriali per le politiche di sviluppo di ISTAT e ACT si possono già considerare sufficienti per una buona ricostruzione delle condizioni di partenza).
La tavola sinottica riportata nella Figura che segue fornisce un esempio concreto con riferimento all’OS 1.1. Ricerca e Innovazione (R&I), che scaturisce direttamente dall’OT 1 Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione (Asse 1 dei Programmi del periodo 14-20).
Nella tavola sono riportati per i cinque Risultati Attesi del periodo 2014-2020 gli indicatori disponibili (tutti puntualmente presentati nei file excel che si possono scaricare dal portale dell’ISTAT).
Fig. 2 – Gli indicatori dell’OT 1 dell’Accordo di Partenariato 2014-2020, utili anche per formulare una buona
analisi di contesto inerente all’Obiettivo Specifico 1.1 R&I dei Programmi FESR 2021-2027
Certamente l’informazione che si può trarre è utile, ma parziale. Ciò detto comunque gli indicatori riportati per l’OT 1 e per l’OT 3 Promuovere la competitività delle PMI, il settore agricolo e il settore dell’acquacoltura e della pesca consentono una buona ricostruzione della propensione alla R&ST dei vari soggetti esecutori (PA, Università, imprese private ed organizzazioni non profit), della capacità di innovazione del settore privato e della competitività relativa delle imprese.
Stante il focus di queste considerazioni sull’OS 1.1. R&I dei Programmi 2021-2027, a parere di chi scrive, oltre agli indicatori associati all’OT 1, vi sono due altri indicatori che si dovrebbero “rilevare” dal set di indicatori dell’OT 2 e da quello dell’OT 3 per farsi una buona idea del grado di innovatività e di reattività del sistema produttivo delle regioni italiane:
• l’indicatore 434 Utilizzo dell’e-Government da parte delle imprese, associato all’OT 2 Agenda digitale (l’indicatore è definito come “percentuale di imprese che hanno avuto rapporti online con la PA” ed i dati sono disponibili dal 2015 al 2018);
• l’indicatore 148 Tasso di innovazione del sistema produttivo (associato all’OT 3 e, più specificamente, al Risultato Atteso 3.1 Rilancio della propensione agli investimenti del sistema produttivo). Questo indicatore è definito come “imprese con almeno 10 addetti che hanno introdotto innovazioni tecnologiche (di prodotto e di processo) nel triennio di riferimento in % sul totale delle imprese con almeno 10 addetti” (anche in questo caso i dati sono aggiornati fino al 2018, in quanto sono rilevati dall’ISTAT tramite indagini periodiche che, come chiarisce la definizione dell’indicatore, non prende in considerazione le c.d. MicroImprese, ossia quelle imprese che hanno un organico di al più 9 addetti). [4]
Può essere utile evidenziare che, come si evince dai due grafici riportati nella Figura 3, si tratta di due indicatori che attestano un ritardo nel Mezzogiorno meno accentuato di quanto testimoniato da altri indicatoti su struttura produttiva e competitività delle imprese nel Sud.
Fig. 3 – Tasso di innovazione del sistema produttivo e uso dell’e-Government da parte delle imprese
nel Mezzogiorno e in Italia (valori in %)
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[1] Come ricordato nei precedenti post, i contenuti dei Programmi 2021-2027, nel dettaglio, sono delineati da:
• art. 22 del Regolamento sulle Disposizioni Comuni – RDC (Reg. (UE) 2021/1060);
• Allegato V al RDC.
[2] Per un inquadramento della struttura del sistema produttivo nazionale, della sua propensione a fare ricerca e della performance (generale e innovativa) delle singole unità produttive si vedano:
CONFINDUSTRIA – CERVED; Rapporto regionale PMI 2021; 2021.
ISTAT, Annuario Statistico Italiano 2021; 2021.
ISTAT, La spesa in Ricerca e Sviluppo; 2021.
[3] Come riportato sul portale dell’ISTAT dedicato al progetto, «la Banca dati indicatori territoriali per le politiche di sviluppo contiene 327 indicatori (di cui 56 di genere) disponibili a livello regionale, per macro-area e per le aree obiettivo dei diversi cicli delle politiche di sviluppo rilasciati nell’ambito della rete SISTAN. Le serie storiche, nella maggior parte dei casi, partono dal 1995 e arrivano fino all’ultimo anno disponibile.
Gli Indicatori dell’Accordo di partenariato 2014-2020 sono suddivisi per Obiettivo Tematico e per Risultato Atteso».
[4] L’indagine dell’ISTAT che conduce alla definizione dell’indicatore 148 Tasso di innovazione del sistema produttivo considera imprese innovatrici:
• con 10 addetti e più;
• attive nell’industria (Sezioni B, C, D ed E della Classificazione ATECO 2007), nelle Costruzioni (Sezione F) e in alcuni comparti dei servizi.
Questa definizione ci ricorda che tutte le considerazioni che si possono fare sul sistema produttivo delle regioni italiane vanno sempre calibrate rispetto al dato di fondo di un inconfutabile nanismo dell’apparato produttivo nazionale, appena più accentuato, rispetto alla media nazionale, nel Mezzogiorno storico (include le sette Regioni Meno Sviluppate della programmazione 2021-2027 e l’Abruzzo che, anche per il periodo 2021-2027, si colloca fra le Regioni in Transizione).
In base ai dati dell’Annuario Statistico Italiano 2021, nel Sud la quota di MicroImprese è pari al 96% a fronte di un dato medio nazionale pari al 94,9% (per le due Isole la quota delle MicroImprese è addirittura del 96,5%). Per il resto, in sostanza, nel Sud e Isole troviamo solo PMI e uno sparuto numero di grandi imprese.