Next Generation EU: l’importanza della Decisione sulle risorse proprie dell’UE

Questo post, in assoluta continuità con quello precedente del 10.01.2021, è inteso a spiegare meglio l’importanza della Decisione sulle “risorse proprie” dell’UE per l’attuazione del piano straordinario da 750 miliardi di Euro Next Generation EU e, in Italia, del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Quest’ultimo è oggetto di un acceso confronto politico. I decisori pubblici, tuttavia, dovrebbero tenere conto anche del fatto che la Decisione del Consiglio sulle “risorse proprie” (entrate ordinarie del bilancio europeo) dovrà essere confermata da tutti gli Stati Membri, secondo le loro norme costituzionali.

Next Generation EU, lo Strumento dell’UE per la ripresa e le entrate del bilancio europeo

Il 22.12.2020 è stato pubblicato sulla GUUE il pacchetto legislativo sul bilancio pluriennale 2021-2027 dell’UE e su Next Generation EU (più precisamente sullo Strumento dell’UE per la ripresa). Ciò nonostante, nel dibattito italiano, dopo sei mesi di confronti e negoziati a livello europeo, si continua a fare confusione fra il piano strategico Next Generation EU, lo Strumento dell’UE per la ripresa (in inglese “EU Recovery Instrument”) e il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza (in inglese “Recovery and Resilience Facility”). Questo post, quindi, è volto a ribadire che lo Strumento dell’UE per la ripresa non è un vero piano di spesa, bensì lo strumento di natura temporanea ed eccezionale di cui si è dotata l’UE per raccogliere risorse finanziarie supplementari (e giuridicamente molto particolari) rispetto alle risorse ordinarie dell’UE (indicate in gergo come “risorse proprie”).

FSE Plus 2021-2027: l’importanza di una priorità di intervento trasversale per la tutela della salute

Il breve articolo rimarca l’importanza di inserire nei nuovi Programmi Operativi che saranno cofinanziati dal FSE Plus 2021-2027 una autentica priorità trasversale inerente alla tutela della salute pubblica. Una siffatta scelta è quasi obbligata a causa dell’esigenza, resa evidente dalla pandemia, di rafforzare i sistemi sanitari in tutti gli Stati Membri e, di fatto, è stata già attuata nell’ambito degli interventi della c.d. “Coronavirus Response Investment Initiative”, varata nel periodo Marzo-Aprile per valorizzare quanto più possibile i Fondi Strutturali quali strumenti di risposta rapida per fronteggiare l’emergenza sanitaria e tamponare gli effetti recessivi della pandemia.

Next Generation EU: un esempio concreto su come accelerare la formulazione dei Programmi Operativi cofinanziati da FSE Plus e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

Il post, dopo aver ribadito la pressante urgenza che Governo centrale e Regioni accelerino la formulazione sia del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (necessario per accedere ai contributi di Next Generation EU), sia dei Programmi Operativi che saranno cofinanziati dai Fondi “per la coesione” post 2020, fornisce un esempio concreto su come farlo con riferimento al Fondo Sociale Europeo Plus (FSE Plus). Il fattore catalizzante di ambedue le programmazioni sono le “strategie” e i piani di medio termine richiesti dalla normativa sui Fondi “per la coesione” per assolvere alle c.d. “condizioni abilitanti” (le “condizionalità” della programmazione in corso). Le “strategie” e i piani di medio termine per assolvere alle c.d. “condizioni abilitanti”, infatti, sono strategie/documenti di policy ineludibili anche per l’elaborazione di un valido Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

I negoziati gemelli su Next Generation EU e sui Fondi Strutturali post 2020

Il post valorizza alcune osservazioni critiche su Next Generation EU e sul Dispositivo per la ripresa e la resilienza, avanzate in due recenti contributi di analisi della Corte dei Conti Europea, per invitare a una riflessione sulla pressante urgenza che Governo nazionale e Regioni accelerino non solo la formulazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ma anche quella dei programmi pluriennali cofinanziati dai Fondi Strutturali. Questo per valorizzare complementarità e potenziali sinergie fra le linee di finanziamento di Next Generation EU e i Fondi Strutturali post 2020, ma anche per trattare con congruo anticipo certe criticità inerenti all’attuazione delle linee di intervento dei PNRR che, per anni, si sono ampiamente registrate anche nel corso dell’attuazione dei Programmi Operativi cofinanziati dai Fondi “per la coesione” e da quelli per lo sviluppo rurale. Fra queste, in Italia, meriterebbero maggiore attenzione le difficoltà di assorbimento delle risorse stanziate ed anche la qualità e l’impatto di medio-lungo termine deludenti dei progetti ammessi a beneficio.

FSE Plus e nuove proposte, avanzate nel 2020, per le politiche dell’UE per l’istruzione, l’occupazione e l’inclusione sociale

Il post ricapitola le proposte più rilevanti avanzate nel 2020 dalla Commissione in materia di occupazione, istruzione in senso lato (lifelong learning) ed inclusione sociale. Queste proposte sono assolutamente coerenti con la Comunicazione COM(2020) 14 del 14.01.2020 “Un’Europa sociale forte per transizioni giuste” che, de facto, è il piano di lavoro che si è dato la Commissione von der Leyen per dare corso al Pilastro Europeo dei Diritti sociali e delineare un nuovo modello di sviluppo produttivo per il continente europeo, compatibile con visione e obiettivi del “Green Deal europeo”. Nonostante la terribile pandemia e gli ulteriori carichi di lavoro imposti alla Commissione dalla necessità di varare iniziative e strumenti straordinari per fronteggiarne gli effetti recessivi, l’organo esecutivo dell’UE ha ampiamente rispettato il piano di lavoro delineato nella COM(2020) 14. Alla luce del forte impatto della pandemia sui sistemi educativi e sull’organizzazione della didattica, appaiono particolarmente rilevanti le proposte del 30 Settembre scorso sulla strategia per creare un’autentica area europea dell’istruzione e sul piano di azione per l’istruzione digitale 2021-2027.

La valutazione della Commissione Europea del supporto del FSE all’inclusione sociale e il “disegno di valutazione” dei programmi complessi

Il post, a partire dalla disamina del recente rapporto di valutazione della Commissione sull’efficacia del FSE 2014-2020 nel promuovere l’inclusione sociale e contrastare la povertà, rimarca che, con riferimento ai criteri valutativi efficacia e impatto, il “disegno di valutazione”, una volta stabilito un dato “ambito di valutazione”, può essere compiutamente definito solo una volta effettuata una mappatura articolata e attenta di (i) tipologie di intervento finanziate, (ii) gruppi target prevalenti di ogni tipologia di intervento e, non ultimo, (iii) procedure di selezione e attuazione degli interventi finanziati. La mappatura di questi elementi di analisi ineludibili, infatti, condiziona la formulazione della “theory of change” di riferimento e la mappatura degli impatti attesi, ma condiziona anche le Domande Valutative e i relativi criteri di giudizio ed anche la scelta di metodi e strumenti di analisi.

Next Generation EU, le nuove competenze per la duplice transizione verde e digitale e l’agenda per le competenze per l’Europa

Come ho evidenziato nel precedente post del 20 Ottobre, per migliorare la “missione” 4 “Istruzione, formazione, ricerca e cultura” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (necessario per accedere ai finanziamenti di Next Generation EU) e rafforzare la coerenza delle azioni/progetti con le direttrici strategiche delle politiche europee per l’istruzione e la formazione professionale il Governo dovrà tenere conto di diverse iniziative strategiche che la Commissione Europea ha varato in materia in questi ultimi mesi. Fra queste spicca, per concretezza e rilevanza, la nuova “agenda per le competenze per l’Europa” presentata il 1° Luglio 2020. La “new skills agenda” 2020 propone delle azioni concrete e degli sfidanti obiettivi inerenti alle competenze professionali, da raggiungere da qui al 2025, che dovrebbero essere ripresi integralmente nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Didattica a distanza nelle scuole e “Strategia nazionale per le competenze digitali”

Le polemiche sulla c.d. Didattica a Distanza (DaD) nelle scuole hanno sensibilizzato l’opinione pubblica sull’importanza della connettività delle scuole, di una loro soddisfacente dotazione hardware e software e, non ultimo, di favorire lo sviluppo delle competenze digitali all’interno dei percorsi d’istruzione per i giovani e, al tempo stesso, rafforzare la capacità dei docenti di padroneggiare gli strumenti digitali sia per effettuare lezioni da remoto, sia per migliorare la stessa didattica. L’impressione che hanno i cittadini comuni è che si sia quasi all’anno zero. Così non è. Alfabetizzazione digitale (di giovani e di molti docenti), uso di nuovi dispositivi digitali nella didattica e sperimentazione di nuove forme di DaD sono al centro dell’agenda politica europea e nazionale da diversi anni. Due documenti di policy rilasciati recentemente – la “Strategia nazionale per le competenze digitali” del Ministero per l’Innovazione e la Digitalizzazione e il “digital education action plan 2021-2027” della Commissione Europea – ne sono chiara testimonianza.