Il post pone alcuni interrogativi sui contenuti della consultazione della Commissione sulla politica di coesione nel periodo post 2020. La consultazione appare davvero poco significativa ai fini della elaborazione di una visione “pluralista” della politica di coesione post 2020, sia a causa della recente Comunicazione della Commissione “A new, modern MultiAnnual Financial Framework for a European Union that delivers efficiently on its priorities post-2020”, COM (2018) 98, che parla direttamente agli Stati Membri, sia per la struttura del questionario online preparato dalla Commissione.
Struttura e contenuti del questionario denotano una chiara volontà di confermare lo status quo della politica di coesione, una politica sempre meno orientata alla solidarietà fra i territori europei.
Il Fondo per l’Innovazione Sociale e i Social Impact Bonds per rilanciare e migliorare gli investimenti sociali
I Social Impact Bonds (SIBs) sono strumenti potenzialmente molto efficaci per ridurre la spesa pubblica e migliorare il suo impatto sociale.
Si tratta, infatti, di meccanismi di esternalizzazione dei servizi pubblici fondati su clausole “pay-for-success”, per cui finanziatori ed erogatori privati dei progetti sociali saranno remunerati non sulla base dell’output (“quantità” di servizi erogati ai destinatari), ma sulla base del loro effettivo contributo alla soluzione dei problemi sociali (impact).
Fin qui in Italia si è sviluppato un dibattito alquanto vivace, ma latitano le sperimentazioni sul campo. In questa luce, il Fondo per l’Innovazione Sociale, istituito dalla Legge di Stabilità 2018, dovrebbe finalmente agire da “meccanismo di innesco” per la concreta applicazione dei SIBs.
Accesso ai fondi europei dei Comuni. Il problema del co-finanziamento
Il post discute di come i Comuni potrebbero ovviare al problema del co-finanziamento dei progetti per accedere ai fondi UE. I problemi di dissesto finanziario dei Comuni sono innegabili, ma certamente gli amministratori locali potrebbero fare meglio per quanto concerne sia le loro strategie di accesso ai fondi UE, sia la sperimentazione di innovativi Partenariati Pubblici Privati e relativi strumenti di finanza strutturata per sostenere gli investimenti pubblici locali.
Le Azioni del PON Città Metropolitane a sostegno di innovazione e inclusione sociale
I principali fondi europei “contro la povertà e l’esclusione sociale”. Riflessioni a margine di un seminario dello SPI CGIL di Roma e del Lazio
Il post, muovendo dalla presentazione dell’interessante seminario dello SPI CGIL di Roma e del Lazio “Nessuno escluso. Contro la povertà e l’esclusione sociale”, che si terrà a Roma, Via Buonarroti 12, il prossimo 12 febbraio, propone una sintetica mappatura dei fondi dell’UE per contrastare povertà ed esclusione sociale.
Alcune note sui problemi di accesso ai fondi europei dei Comuni del Lazio (e non solo)
Il post evidenzia una serie di problemi di accesso ai fondi UE da parte dei Comuni, specialmente di quelli più piccoli. Nella mia attività professionale, riscontro che, in Italia, Enti Locali (e anche operatori privati) faticano ad indirizzare le proposte progettuali sui canali di finanziamento più pertinenti. In particolare, si continua a sottostimare l’importanza del mainstreaming dei progetti.
La call 2018 di Interreg Europe: utile per finanziare una ricerca sui distretti culturali come potenziale asset delle future strategie di sviluppo del Lazio
Nel Lazio uno degli asset strategici è certamente l’immane patrimonio storico-culturale. Una valutazione ex ante sul potenziale impatto di distretti culturali (in nuce e/o da creare con adeguate policies di sostegno) per il rilancio di aree di crisi e/o aree inquinate (completamente da bonificare) del Lazio potrebbe essere finanziata dalla call 2018 del Programma Interreg Europe, segnatamente dal suo Asse 4 – Tutela dell’ambiente ed uso efficiente delle risorse.
Le difficoltà di accesso ai fondi europei dei Comuni del Lazio. Iniziamo dai problemi dei piccoli Comuni
Il post è un invito alla riflessione su come un serio ragionamento sulle criticità di accesso ai fondi UE dei Comuni deve muovere dai problemi di quelli più piccoli (in particolare quelli che ricadono nelle Aree C e D stabilite da Accordo di Partenariato e PSR regionali) e da considerazioni e proposte di soluzione indicate dagli stessi amministratori locali. Le soluzioni a certi problemi, infatti, vanno ricercate insieme agli amministratori locali, partendo in primo luogo dalle criticità registrate dai Comuni più piccoli e non sulla base di presunte “buone pratiche” che gli amministratori locali si vedono calate dall’alto.
Fondi europei, Comuni e strategie di sviluppo locale integrate nel Lazio
Il post è un invito alla riflessione su come il rapporto fra fondi europei e Comuni vada interpretato anche alla luce del sistema di Multi-Level Governance che si è dato il nostro Paese negli ultimi anni con la L. 56/2014 (“riforma Delrio” dell’ordinamento istituzionale a Costituzione invariata). Anche le attività di supporto ai Comuni per facilitare l’accesso ai fondi europei, infatti, dovrebbero essere ripensate sulla base di caratteristiche ed esigenze di cluster di Comuni, accomunati in primo luogo dall’appartenenza ad “aree vaste omogenee”.