Smart cities, innovazione tecnologica ed innovazione sociale

Il post evidenzia l’esigenza, nell’ambito del dibattito sulle smart cities, di prestare maggiore attenzione all’innovazione sociale. Il dibattito, infatti, appare troppo ancorato a una sorta di tecno-determinismo, per cui l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione dei processi e dei servizi sono considerati gli elementi portanti di città più efficienti e vivibili. Ovviamente, queste innovazioni contano, ma vanno inquadrate nella loro adeguata dimensione di tecnologie abilitanti, a fianco delle quali dare il giusto peso ai processi di inclusione – decisionale e sociale – dei cittadini e a percorsi di innovazione sociale dal basso.

Il PON Inclusione sociale e la valutazione di impatto

Il post presenta alcuni interventi del PON Inclusione sociale per sostenere le organizzazioni non profit e la qualità dei loro progetti e, non ultimo, favorire la sperimentazione di metodi e metriche di valutazione di impatto sociale. Come già fatto in altri post, rimarco che non tutte le organizzazioni non profit hanno disponibilità finanziarie per applicare i metodi più rigorosi. Inoltre, la scelta di metodi e metriche di valutazione va calibrata sulla base di molteplici parametri inerenti destinatari finali, settore di intervento e mission delle varie organizzazioni.

I nuovi GAL del Lazio oltre il 2020. Due suggerimenti per un percorso di istituzionalizzazione

Questo post, rimarcando di nuovo le potenzialità dei GAL come “agenzie di sviluppo locale” della loro area, propone due specifici percorsi di analisi e di proposta tecnica e politica di cui si dovrebbero rendere protagonisti i nuovi GAL, percorsi che riguardano il dibattito e il negoziato sui nuovi fondi europei post 2020 (a livello tecnico, già iniziato) e l’attuazione dell’agenda urbana anche nelle città piccole e medie delle zone rurali del Lazio

Oltre l’approccio “bottom up”. I nuovi GAL alla prova dello “sviluppo locale condiviso”

Campo agricolo. Immagine Pixabay

Questo post pone in evidenza la necessità di superare la contrapposizione fra l’approccio “top down” e quello “bottom up” e sperimentare forme di “sviluppo locale condiviso”, in cui gli attori locali debbono avere un ruolo “propositivo e ricettivo”, al fine di perseguire interessi “endogeni, ma proiettati su scala sovra-locale”

La mappatura dei fondi europei per l’inclusione lavorativa e sociale

Il post presenta una sintetica mappatura dei fondi dell’UE per contrastare disoccupazione e vecchie e nuove forme di esclusione sociale, rimarcando una volta di più la necessità, per tutti gli operatori interessati ai fondi dell’UE, di dotarsi di un approccio strategico in modo da acquisire una visione olistica delle molteplici opportunità di finanziamento di progetti di inclusione e di lotta alla povertà.

Perché e come valutare l’impatto sociale: una intervista all’esperto Christian Elevati

In questa intervista, il collega del Fundraising Virtual Hub Christian Elevati, esperto di riferimento del network per la valutazione di impatto sociale, ci fornisce alcuni preziosi chiarimenti sul nuovo “approccio di Quadro Logico” adottato da EuropeAid (agenzia della Commissione Europea) per la formulazione dei progetti di cooperazione allo sviluppo e su, appunto, la valutazione di impatto sociale, tema su cui si sta finalmente sviluppando un interessante dibattito anche in Italia.