‘In the real world, economic systems are made
of human beings, not anonymous gears’V. W. HWANG and G. HOROWITT
The Rainforest. The Secret to Building the Next Silicon Valley (2012)
Il POR FSE Lazio 2014-2020
Questo breve articolo concerne il POR FSE Lazio che era stato adottato nel Luglio scorso dalla Giunta Regionale del Lazio con la DGR n. 479 del 17 luglio 2014 (reperibile sul portale Lazio Europa della Regione) e che è stato recentemente approvato dalla Commissione Europea (http://www.regione.lazio.it/rl_main/?vw=newsDettaglio&id=2696).
Il nuovo POR FSE, come sempre, presenta un disegno strategico incardinato su una griglia di obiettivi verticali e orizzontali già ampiamente delineata nel quadro generale delle politiche dell’UE (segnatamente la strategia “Europa 2020”) e nei regolamenti inerenti i Fondi Strutturali e di Investimento Europeo (Fondi SIE).
Il POR FSE, pertanto, si articola nei seguenti 4 Assi “operativi” che coincidono alla lettera con gli obiettivi tematici 8-11 previsti dall’art. 9 del Reg. (UE) 1303/2013 per i Fondi SIE:
Asse 1 – Occupazione,
Asse 2 – Inclusione sociale e lotta alla povertà,
Asse 3 – Istruzione e formazione,
Asse 4 – Capacità istituzionale e amministrativa.
Il quadro strategico del POR FSE, tuttavia, prevede parimenti un elemento distintivo piuttosto interessante. La Regione Lazio, infatti, pur rispettando i vincoli di policy e legislativi stabiliti a livello comunitario, individua tre principali sfide strategiche (v. pagina 8) che dimostrano chiaramente l’apprezzabile consapevolezza da parte dei decision-makers regionali di quanto il rafforzamento del sistema di multi-level governance, alla base della programmazione e della implementazione dei Fondi SIE, sia rilevante per la loro completa utilizzazione e per produrre un impatto socio-economico significativo a livello di intera regione (tale importanza era già stata rimarcata in questo blog nell’articolo del 25 ottobre 2013).
Tali sfide strategiche sono:
• rendere il Lazio una regione competitiva a livello nazionale ed europeo,
• trasformare le risorse disponibili presenti e latenti a livello locale in fattori di sviluppo regionali,
• operare un radicale ammodernamento della macchina amministrativa a supporto dello sviluppo.
Sulla base della loro disamina, si può evidenziare che tali sfide, considerate nel loro insieme, indicano chiaramente quanto la Giunta Regionale del Lazio abbia acquisito piena contezza di come, in sede di attuazione, una Amministrazione regionale – istituzione che costituisce il perno del sistema di Multi-Level Governance che sottende a programmazione e gestione dei Fondi SIE (si vedano Bagarani, Bonetti 2005, 2012 e Manzella 2011) – debba:
• rafforzare la cooperazione con le istituzioni sovraordinate (Governo nazionale e UE), il che significa, inter alia, tentare di valorizzare a livello regionale anche quegli strumenti di intervento che sono gestiti direttamente a livello comunitario (i Programmi dell’UE a gestione diretta) o a livello nazionale (programmi settoriali finanziati con finanza pubblica nazionale o i Programmi Operativi Nazionali 2014-2020 cofinanziati dai Fondi SIE, segnatamente quelli cofinanziati dal FSE);
• rafforzare la cooperazione con le Autonomie Locali, al fine di delineare in modo collaborativo delle declinazioni locali della strategia definita “dall’alto” nel POR che possano tenere adeguatamente conto delle criticità presenti nei singoli territori e delle loro dotazioni e vocazioni. In questa luce, appare assolutamente condivisibile il recente Accordo tra il Ministero dello Sviluppo Economico e la Regione Lazio di un Piano di Sviluppo per la provincia di Rieti di circa 16 miliardi di Euro,
• migliorare ulteriormente la macchina amministrativa, tenendo ampiamente conto di alcune direttrici di riforma ormai ampiamente tracciate sia nella letteratura teorica (Huerta Melchor O. 2008; Eggers, O’Leary 2009, Bason 2011, Christiansen, Bunt 2012, Johar, Addarii 2014), sia in documenti ufficiali (European Commission 2012, 2013a, 2013b), quali open data, open government e crescente coinvolgimento dei cittadini non solo nella programmazione degli interventi, ma anche nella loro attuazione. Inoltre, l’ammodernamento della macchina amministrativa si dovrà necessariamente intersecare in modo sinergico con gli interventi di riordino del sistema di Multi-Level Governance in Italia previsti dalla L. 56/2014 (ex DDL “Del Rio”).
Con riguardo al terzo punto strategico,nel paragrafo successivo si suggerisce di puntare decisamente su open government e citizens engagement/empowerment quali linee strategiche del miglioramento di efficacia ed efficienza della PA regionale.
Il POR FSE e l’ammodernamento della macchina amministrativa puntando su open government e citizens engagement
Lo schema che segue esemplifica le direzioni di riforma della PA maggiormente dibattute e implementate a livello internazionale.
Figura 1 – Direttrici di riforma della Pubblica Amministrazione (PA)
Lo schema riportato sotto, più specificamente, indica come la Regione Lazio dovrebbe intervenire sulla macchina amministrativa per adattarla a quello che si può considerare il modello di riforma del Settore Pubblico della Commissione Europea.
In merito, con questo post si evidenzia con convinzione l’opportunità che la Regione Lazio adatti le sue linee di riforma della macchina amministrativa a siffatto modello. Questo, in primis, per il fatto che è un modello ampiamente condivisibile.
Tale schema, infatti, esemplifica magistralmente come, valorizzando la pervasività dell’ICT e le potenzialità dei “social media”, si possano davvero trasformare radicalmente non solo la PA e il suo rapporto con i cittadini, ma anche il modo stesso di concepire le politiche pubbliche.
Figura 2 – La ‘visione’ della Commissione dell’ICT-enabled Public Sector Innovation
Fonte: adattato da European Commission – DG CONNECT A vision for public services (2013, 3)
Inoltre, così facendo, la Regione e agli operatori del Lazio potrebbero più facilmente accedere a molteplici linee di finanziamento che sono state attivate sul tema dalla Commissione, sia nell’ambito del programma a sostegno della ricerca e dell’innovazione Horizon 2020, sia nell’ambito di diverse linee di azione dell’agenda digitale europea (si segnala in particolare l’azione ICT-enabled public sector innovation).
Bibliografia
BAGARANI M., BONETTI A. (2005), Politiche regionali e Fondi Strutturali. Programmare nel sistema di governo della UE, Ed. Rubbettino, Soveria Mannelli (CZ)
BAGARANI M., BONETTI A. (2012), Evoluzione del sistema di governo delle politiche comunitarie e cambiamenti nella politica regionale nazionale; in BAGARANI M. (a cura di), Il governo delle Regioni e lo sviluppo economico. Limiti e rischi del processo di decentramento comunitario; Edizioni dell’Orso, Alessandria, pp. 7-39
BASON C. (2011), ‘Leading public sector innovation: co-creating for a better society’. Policy Press Bristol
CHRISTIANSEN J., BUNT L. (2012), Innovation in Policy: Allowing for Creativity, Social Complexity and Uncertainty in Public Governance, MINDLAB – NESTA, Copenaghen, London
EGGERS W.D., O’LEARY J. (2009), If we can put a man on the moon: getting big things done in government, Harvard University Press, Cambridge (MA)
EUROPEAN COMMISSION (2012), Trends and Challenges in Public Sector Innovation in Europe, Brussels
EUROPEAN COMMISSION (2013a), A vison for public services, Public Services Unit in DG CONNECT
EUROPEAN COMMISSION (2013b), Powering European Public Sector Innovation: towards A New Architecture – Report of the Expert Group on Public Sector Innovation, Luxembourg
HUERTA MELCHOR O. (2008), “Managing Change in OECD Governments: An Introductory Framework”, OECDWorking Papers on Public Governance, No. 12, OECD Publishing
JOHAR I., ADDARII F. (2014), ‘Governing the 21st Century: Reinventing Governance for a Successful Europe’ in SGARAGLI F., eds., Enabling Social Innovation Ecosystems for Community-Led Territorial Development, Quaderno n. 49, Fondazione Giacomo Brodolini
MANZELLA G. (2011), Una politica influente. Vicende, dinamiche e prospettive dell’intervento regionale europeo, Il Mulino, Bologna