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Programmi FESR 2021-2027 e “bussola per il digitale 2030” della Commissione Europea

«La difesa viene prima dell’opulenza»
Adam Smith

La Commissione Europea ha presentato ieri (9.02.2022) l’Ottava Relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale (Relazione che, in generale, indirizza ampiamente il dibattito su strategie e attuazione della “politica di coesione” dell’UE).
Si tratta di un Rapporto, ovviamente, che sarà oggetto di grande attenzione e riflessioni da parte di tutti gli operatori che si occupano, a vario titolo, di Fondi Strutturali.

Questo significa che vi è il rischio che questi operatori trascurino l’importanza dell’Iniziativa “legge europea sui semiconduttori” presentata martedì 8 Febbraio dalla Commissione, un’Iniziativa volta a tamponare uno dei principali talloni d’achille del sistema industriale del vecchio continente, ossia la forte dipendenza da altre aree geopolitiche per la produzione di semiconduttori che, come è ben noto anche all’uomo della strada, sono ormai fondamentali per la digitalizzazione dell’economia e della società (questa produzione è fortemente concentrata in Asia, quantunque sia caratterizzata da catene di forniture e sub-forniture che sono veramente di rango mondiale). [1]

Per questa Iniziativa vale davvero il monito di Adam Smith “la difesa viene prima dell’opulenza” (che ho ripreso dalle “Lezioni di Politica Economica” del professor Federico Caffè). L’obiettivo di rafforzare la capacità autonoma degli Stati Membri dell’UE di produrre semiconduttori è assolutamente una priorità di politica industriale, cruciale per sostenere la competitività dell’industria europea e il rafforzamento dei processi di digitalizzazione. Ciò detto, essa è parimenti essenziale per garantire la “autonomia strategica” del sistema geopolitico UE e, quindi, la sua capacità di difesa in senso lato (in questo senso è assolutamente pertinente l’aforisma di Adam Smith). [2]

Questa Iniziativa, pertanto, dovrebbe essere oggetto di estrema attenzione anche da parte degli operatori (in primo luogo dirigenti e funzionari regionali) che sono impegnati nella definizione dei Programmi Regionali FESR 2021-2027. Questo vale, in particolare, con riferimento all’Obiettivo di Policy 1 “Un’Europa più competitiva e intelligenti” (OP 1).

A tale riguardo, ricordo che nel precedente post del 30 Gennaio, avevo evidenziato due aspetti da non trascurare:
1. i cinque Obiettivi Specifici (OS) dell’OP 1 si possono riorganizzare in due grandi blocchi:
• la politica industriale 2021-2027, che include l’OS 1.1 Ricerca e Innovazione; l’OS 1.3 Competitività delle PMI e l’OS 1.4 Competenze per la transizione industriale. Essa, nell’intero periodo 2021-2027, dovrà essere perseguita coerentemente con la Strategia di Specializzazione Intelligente (Research and Innovation Smart Specialisation Strategy – RIS3);
• l’agenda digitale regionale, che include l’OS 1.2 Digitalizzazione dell’economia e della società e l’OS 1.5 Connettività digitale;

2. anche se la condizione abilitante di riferimento per gli OS 1.2 e 1.5 continua ad essere l’esistenza di un Piano (regionale o nazionale) per la Banda Larga, la questione della connettività digitale nella Comunicazione della Commissione “bussola per il digitale 2030” (COM(2021) 118 del 9.03.2021) diviene, opportunamente, una questione multi-dimensionale, che va oltre la posa di fibre ultra-veloci.

La Comunicazione “bussola per il digitale 2030” definisce in pratica l’agenda digitale della Commissione von der Leyen (Iniziativa “decennio digitale europeo”), i cui quattro punti cardinali sono riportati nella Figura 1.

Fig. 1 – La “bussola per il digitale 2030” della Commissione von der Leyen

La Comunicazione non parla più semplicemente di Banda Ultra Larga, ma individua un punto cardinale composito “Infrastrutture digitali, sostenibili, sicure e performanti”, dal momento che «l’Europa riuscirà a svolgere un ruolo di leadership digitale solo mediante la costruzione di un’infrastruttura digitale sostenibile per quanto riguarda la connettività, la microelettronica e la capacità di elaborare grandi quantità di dati, in quanto questi elementi sono alla base di altri sviluppi tecnologici e sostengono il vantaggio competitivo della nostra industria. Sono necessari investimenti significativi in tutti questi settori che devono essere coordinati per raggiungere il livello europeo» (v. p. 6).

Gli elementi costitutivi di questo punto cardinale della “bussola per il digitale per il 2030” sono i seguenti:
• una connettività sicura e di altissima qualità per tutti e ovunque (rete 5G e, in seguito, rete 6G);
• il rafforzamento della capacità di progettazione e di fabbricazione avanzata dei chip;
• l’aumento della capacità di elaborazione di grandi quantità di dati (con la installazione di almeno 10.000 “nodi periferici” entro il 2030) e lo sviluppo di nuove tecnologie di calcolo quantistiche e del c.d. “edge computing”. [3]

Anche la nuova Iniziativa europea sui semiconduttori – “Chips for Europe – dovrebbe costituire, quindi, un elemento di indirizzo strategico molto rilevante di cui tenere conto in sede di perfezionamento della strategia dell’OP 1 dei Programmi FESR 2021-2027. Questo anche per il semplice fatto che affonda le radici nell’Iniziativa “decennio digitale” della Commissione Europea.

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Immagine ex Pixabay

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[1] I chip a semiconduttori sono input produttivi fondamentali nel settore automobilistico (in particolare per lo sviluppo della guida autonoma), per le infrastrutture digitali, per i sistemi cloud e di elaborazione di una mole consistente di dati, per la produzione di computer e smartphone e, sempre di più, anche per i dispositivi tecnologici usati nel comparto sanitario. I chip e le c.d. “terre rare” – in primo luogo il litio e il cobalto – sono davvero il petrolio dell’Industria 4.0.
[2] Ad essere precisi l’Iniziativa si fonda su:
• una Comunicazione della Commissione;
• due proposte di Regolamento;
• una Raccomandazione agli Stati Membri.

I suoi obiettivi “operativi” a breve termine sono:
• rafforzare la leadership europea nel campo della ricerca e della tecnologia per ottenere chip più piccoli e più veloci;
• sviluppare e rafforzare la capacità di innovazione nei settori della progettazione, della fabbricazione e dell’imballaggio di chip avanzati;
• istituire un quadro per aumentare la capacità produttiva al 20% del mercato globale entro il 20230 (obiettivo già indicato nella “bussola per il digitale 2030”);
• affrontare la questione della carenza di competenze, attrarre nuovi talenti e sostenere l’emergere di una forza lavoro qualificata;
• sviluppare una comprensione approfondita delle catene di approvvigionamento globali dei semiconduttori.
L’obiettivo “finale” di lungo termine è “mantenimento della leadership tecnologica dell’Europa mediante il trasferimento di conoscenze dalla R&S alla produzione”.
[3] Nella Comunicazione “bussola per il digitale 2030” si rimarca che «se la connettività è una condizione preliminare per la trasformazione digitale, i microprocessori sono l’elemento da cui iniziano quasi tutte le catene del valore strategiche più importanti, quali i veicoli connessi, i telefoni, l’Internet delle cose, i computer ad alte prestazioni, i sistemi di edge computing e l’intelligenza artificiale» (v. p. 7).

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