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Si torna a scuola. L’EUROSTAT suona la campanella (sulla modesta spesa pubblica per l’istruzione in Italia)

Il mese di Settembre per me, e credo un po’ per tutti, sarà sempre il mese caratterizzato in primo luogo dalla riapertura delle scuole. Quest’anno la riapertura delle scuole segue la pubblicazione di dati statistici aggiornati sulla spesa pubblica per l’istruzione dei paesi europei da parte dell’EUROSTAT (28 Agosto 2017).

Questi dati, aggiornati al 2015, destano un certo sconcerto, specialmente se si considera che i dati sulla spesa pubblica per l’istruzione rilevati da EUROSTAT fanno riferimento ai vari livelli di istruzione (dalla primaria a quella universitaria), ai servizi sussidiari all’istruzione (ad esempio gli scuolabus) e alle attività di R&ST connesse all’istruzione.
A fronte di una spesa media a livello dell’UE per l’istruzione che si attesta sul 4,9% del PIL dell’UE, tale quota in Italia è pari al 4%. Solo Bulgaria, Irlanda e Romania hanno una percentuale di spesa per l’istruzione rispetto al PIL più bassa.
Ancora più sconcertante è il fatto che Italia e Grecia chiudano la graduatoria dei Paesi dell’UE per quota della spesa per l’istruzione sul totale della spesa pubblica (in Italia è pari al 7,9%, in Grecia è pari al 7,8%). A mio modesto avviso non vi è da stupirsi se, poi, l’Italia risulta anche essere lo Stato Membro dell’UE con il più elevato livello di giovani NEET (Not in Education, Employment, or Training) nella classe di età 20-24 anni (29,1% rilevato per il 2016, a fronte del 16,7% registrato per l’intera UE). [1]

Scuola Immagine ex Pixabay

Immagine ex Pixabay

Per quanto siano Programmi operativi molto importanti, temo che non potranno contribuire più di tanto ad elevare il montante di risorse pubbliche destinate all’istruzione il PON “Per la Scuola” e il PON “Ricerca e Innovazione”, ambedue gestiti dal MIUR. Per il primo è prevista una dotazione di risorse pubbliche di 1,6 miliardi di Euro (a cui va aggiunto il cofinanziamento nazionale). Per il PON “Ricerca e Innovazione” la dotazione di risorse UE per il settennio è inferiore al miliardo di Euro.

Il PON “Per la Scuola” 2014-2020, diversamente da quanto avvenuto nel precedente periodo di programmazione, riguarderà, infatti, tutte le regioni (anche quelle del Centro-Nord). L’allocazione di risorse pubbliche, ovviamente, è differenziata a seconda della categoria territoriale di appartenenza delle regioni, dal momento che le regioni del Mezzogiorno continuano a scontare dei ritardi sia per quanto concerne agibilità e funzionalità dei plessi scolastici, sia per quanto concerne i risultati di apprendimento degli studenti. [2]

Gli Assi prioritari del PON (a cui va aggiunto l’asse di Assistenza Tecnica) sono:
Asse 1. Investire nelle competenze, nell’istruzione e nell’apprendimento permanente (FSE),
Asse 2. Potenziare le infrastrutture scolastiche e le dotazioni tecnologiche (FESR),
Asse 3. Rafforzare la capacità istituzionale e promuovere un’amministrazione pubblica efficiente (FSE).

L’Asse 1 è quello su cui è allocato il montante più consistente di risorse pubbliche totali, incluso il co-finanziamento nazionale (1.974.483.000 Euro, pari al 65,4% del totale).
Per le regioni “meno sviluppate” è stato allocato il 69,9% delle risorse pubbliche totali; in queste regioni, peraltro, è più elevato il tasso di cofinanziamento (è fissato al 55%, a fronte del 50% stabilito per regioni “in transizione” e regioni “più sviluppate”.

Il PON “Per la scuola” può dare certamente un contributo importante al miglioramento della didattica e delle strutture, ma l’istruzione – primaria, secondaria e terziaria – in Italia ha bisogno di un deciso cambiamento delle politiche pubbliche, fatto di meno slogan e più finanza pubblica, investita in un settore decisivo non solo per i singoli individui, ma anche per la competitività relativa dei “sistemi-paese”.

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[1] Dati sui NEET pubblicati dall’EUROSTAT l’11 Agosto 2017, relativi al 2016.

[2] Il 17 dicembre 2014 la Commissione Europea ha approvato con Decisione C(2014) 9952 il Programma Operativo Nazionale – Per la scuola competenze e ambienti per l’apprendimento, che consentirà a tutte le scuole italiane di implementare investimenti materiali e immateriali volti a migliorare il sistema formativo nel suo complesso.
I principali beneficiari degli interventi sono scuole, MIUR ed Enti strumentali del MIUR.

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