Promuovere la social innovation tramite il PON “Per la Scuola”

Il 17 dicembre 2014 la Commissione Europea ha approvato con Decisione (C(2014)) 9952 il Programma Operativo Nazionale – Per la scuola competenze e ambienti per l’apprendimento, che consentirà a tutte le scuole italiane di implementare investimenti materiali e immateriali volti a migliorare il sistema formativo nel suo complesso [1].

Il PON “Per la Scuola” è già stato presentato nel post del 10 febbraio 2015.
Con riguardo all’obiettivo trasversale social innovation del FSE, si evidenziano alcuni temi, che interessano il mondo della scuola (e il PON), che si prestano a sperimentare progetti pilota di innovazione sociale:

  • l’educazione all’imprenditorialità (tema molto rilevante anche nel Programma COSME a sostegno delle PMI europee), sempre più considerata come una delle condizioni fondamentali sia per la maturazione generale degli studenti, sia per il successo di nuove iniziative imprenditoriali [2].
    In merito è d’obbligo un riferimento esplicito all’azione 10.2.5 che menziona, appunto, la diffusione della cultura di impresa e all’azione 10.6.4 che menziona l’educazione all’imprenditorialità [3];
  • la sperimentazione di forme di cittadinanza attiva, attraverso la creazione di “spazi sociali” all’interno degli edifici scolastici, che si lega a quello delle “smart school” (azione 10.7.3 del PON). Gli spazi scolastici, infatti, potrebbero essere parzialmente riutilizzati per creare gruppi di discussione aperta su problematiche e interventi sociali avvertiti come più rilevanti nella comunità locale, sul modello dei “social living labs”. Nei “social living labs” vari portatori di interesse – dagli amministratori locali, agli imprenditori del territorio, agli studenti di una scuola e alle casalinghe – partecipano, su base paritaria, alla co-definizione degli interventi di pubblica utilità e alla co-produzione di prodotti e servizi innovativi realmente rispondenti alle necessità dei destinatari finali. Nell’ambito degli Istituti scolastici, peraltro, risulterebbe di un certo interesse, anche a fini didattici, la sperimentazione di processi creativi di “civic engagement”, quali il “teatro dell’oppresso” o il “teatro legislativo” [4];
  • tutte le scuole italiane necessitano ormai di ulteriori contributi, su base volontaria, da parte dei genitori, per delle forniture che non riescono più a garantire con i fondi pubblici. Si tratta di una forma “auto-gestita” dai genitori di fundraising.
    Diversi esperti di fundraising, non a caso, stanno avviando delle sperimentazioni con gli Istituti scolastici. Certamente sarebbe opportuno che anche il MIUR effettuasse delle ulteriori riflessioni su questo fenomeno, per capire come tentare di incanalarlo verso forme di “cittadinanza attiva” più strutturate, attraverso progetti finanziati dal PON;
  • nei paesi anglosassoni e in quelli nordeuropei, anche nel settore della istruzione pubblica, si stanno sperimentando nuove modalità di finanziamento delle scuole, che vanno da nuove forme molto particolari di “partenariato pubblico privato” denominate Social Impact Bonds al crowdfunding (finanziamento di progetti di supporto alle scuole pubbliche tramite piattaforme online di crowdfunding).

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[1] Gli interventi del PON, pertanto, supporteranno l’intera strategia di riforma del sistema scolastico italiano, battezzata “La Buona Scuola”, proprio per il fatto che potranno interessare l’intero territorio nazionale.
[2] A tale riguardo si ricorda che diffusione di cultura di impresa fra i giovani ed educazione all’imprenditorialità anche nelle scuole secondarie erano state individuate come azioni trasversali ormai ineludibili per rilanciare spirito imprenditoriale e competitività del sistema produttivo in Italia nel documento strategico “Restart, Italia!” licenziato dal Governo Monti nella primavera del 2012 e considerato il documento di policy che ha supportato l’adozione di una normativa specifica inerente una nuova forma di impresa denominata “start up innovativa”.
Le start up innovative sono disciplinate dal D.L. n. 179/2012, come convertito dalla L. n. 221/2012 e godono di un trattamento di favore sia in termini burocratici (sono previste specifiche agevolazioni amministrative), sia in termini fiscali e di accesso ai finanziamenti.
[3] PON Scuola – Az. 10.2.5 Azioni volte allo sviluppo delle competenze trasversali con particolare attenzione a quelle volte alla diffusione della cultura d’impresa.
PON Scuola – Az. 10.6.4 Interventi qualificanti per il miglioramento dell’offerta formativa volta allo sviluppo di competenze e abilità trasversali per l’occupazione: educazione all’imprenditorialità, spirito di impresa, etc.
[4] Su “teatro dell’oppresso” e “teatro legislativo” si vedano i contributi seminali di Augusto Boal. In particolare, si veda: Boal A. (2002), Games for Actors and Non-actors, Routledge, London.

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