Il post chiarisce meglio la mia idea di andare oltre l’abolizione delle Province ed avviare una riflessione sui processi di rescaling istituzionale (inerenti enti e “aree vaste” intermedi fra Regioni e Comuni), che prenda anche in considerazione l’opzione di un forte processo di “empowerment” dei GAL, in modo da tratteggiarne un nuovo profilo che li caratterizzi come enti funzionali di secondo livello con una missione specifica (più ampia di quella stabilita dalla normativa europea e dai PSR) in relazione all’area geografica di loro pertinenza.
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Approcci innovativi alla valutazione dell’impatto sociale. L’approccio “lean data” di Acumen
Il post presenta l’approccio “lean data” alla raccolta di dati funzionali alla valutazione dell’impatto sociale che sta sperimentando, in questi anni, Acumen. L’approccio – ampiamente coerente con i principi del movimento “lean experimentation” – è particolarmente in linea con l’esigenza di consentire anche a piccole organizzazioni con budget limitati di effettuare valutazioni di impatto e, soprattutto, ha il pregio di essere fortemente focalizzato sui beneficiari finali dei progetti.
La valutazione dell’impatto sociale. Costa, ma fa bene anche alle organizzazioni
Il post, prendendo le mosse da un paio di contributi del collega di FundraisingVirtualHub Christian Elevati, discute i principali vantaggi per le organizzazioni mission-driven di una sistematica valutazione del loro impatto sociale. La valutazione dell’impatto sociale è molto utile per tali organizzazioni, ma sovente anche eccessivamente onerosa per quelle più piccole. In questa luce andrebbe esaminato meglio e testato l’approccio “lean data” che sta sperimentando, in questi anni, la famosa charity Acumen.
Uno o più modelli di business per le imprese agro-sociali?
Il post conferma l’esigenza di avviare delle indagini su nuovi modelli di business adatti ad imprese agro-sociali e rimarca l’importanza di sviluppare innovativi servizi di sostegno e di formazione per i titolari di questo particolare tipo di azienda agricola. In questa luce, nel Lazio, innovativi progetti di formazione per gli imprenditori agricoli “a vocazione sociale” potrebbero essere finanziati grazie al recente avviso pubblico attuativo della Sottomisura 1.1 del PSR 2014-2020.
Multifunzionalità e natura “terziaria” delle attività agricole. Cosa sono le “imprese agro-sociali”?
Il dibattito recente su “multifunzionalità”, “agricoltura sociale” e promozione di attività extra-agricole nel comparto primario rischia di portare a forzature eccessive della natura “terziaria” delle attività agricole. Questo può causare, tra l’altro, una poco condivisibile scelta di strategie e interventi a sostegno di multifunzionalità e sviluppo di attività extra-agricole nei PSR regionali. Il post, oltre ad evidenziare questi aspetti, rimarca anche l’esigenza di avviare ulteriori ricerche sull’agricoltura sociale e, soprattutto, sui modelli di business delle imprese agro-sociali.
I nuovi GAL 2014-2020 fra multi-level governance istituzionale e sistemi di governance partecipativi
Il contributo, muovendo dal post del 10 agosto e da altre considerazioni sul peculiare sistema di governance dei GAL, delinea meglio alcuni obiettivi e alcune criticità di un percorso di riforma del Titolo V della Costituzione che istituisca un sistema di enti intermedi fra Regioni e Comuni (fra cui, eventualmente, annoverare anche i GAL), che sia maggiormente in linea con la scala territoriale ottimale delle giurisdizioni locali e, al contempo, sia più funzionale a una più ampia partecipazione diretta dei cittadini alle scelte pubbliche.
Sviluppo place-based, riforma istituzionale delle giurisdizioni locali e nuove funzioni dei GAL
Il post, muovendo dall’esperienza dei GAL nelle precedenti programmazioni e dai contenuti della riforma, in divenire, dell’ordinamento istituzionale di cui alla L. 56/2014, propone alcune sperimentazioni istituzionali che guardino ai nuovi GAL 2014-2020 come nuovi possibili soggetti istituzionali che governino (alla stregua di Enti di secondo livello) “aree funzionali omogenee” intermedie fra le Regioni e i Comuni.
La strategia di reindustrializzazione del Lazio. Il bando “Sostegno al riposizionamento competitivo dei sistemi imprenditoriali territoriali” un anno dopo
La programmazione pluriennale degli interventi di sviluppo cofinanziati dai fondi europei della Regione Lazio punta decisamente su un processo di reindustrializzazione del Lazio, tracciato nel documento strategico “Valore Aggiunto Lazio”, assolutamente coerente con la politica industriale dell’UE. Una siffatta strategia complessiva di rilancio strutturale del Lazio appare condivisibile. Appare meno condivisibile che non ci siano espliciti riferimenti al rilevante rischio di una ulteriore divaricazione nei livelli di competitività e di sviluppo fra il “centro” dell’economia laziale e le sue “periferie”, periferie che sono strutturalmente molto fragili soprattutto lungo la dorsale appenninica.
Strategie di marketing territoriale nelle zone rurali del Lazio. Le Sottomisure 7.4 e 7.5 del PSR Lazio
Il post presenta le Sottomisure 7.4 e 7.5 della Misura 7 “Servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali” del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) della Regione Lazio, che sono particolarmente importanti per delineare delle strategie di potenziamento dll’attrattività dei territori rurali della regione.
Finanziare le riforme della PA con i Fondi Strutturali? Si può fare
Enti Locali ed altre Istituzioni/aree della PA, a causa dei vincoli di finanza pubblica, devono ricercare nuovi canali di finanziamento per continuare a sostenere investimenti pubblici e servizi di welfare. Le riforme istituzionali (ex “Legge Del Rio”) e la “riforma Madia” della PA da un lato hanno dei costi e richiedono tempi adeguati per generare maggiore efficienza, ma dall’altra sono anche sostenute da molteplici linee di finanziamento dei Fondi Strutturali 2014-2020. A tale riguardo, il post rimarca l’importanza soprattutto del PON PON Governance e Capacità istituzionale, articolato in tre Assi operativi (con a latere l’Asse di Assistenza Tecnica), 11 obiettivi specifici e 21 azioni. Oltre l’80% delle risorse finanziarie del PON sono destinate alle cinque regioni meno sviluppate della programmazione 2014-2020.