Category: Stay inspired (sharing ideas)

Nuovi modelli di funding della PA. I modelli informati alla logica “pay-for-success”

Social Impact Bonds (SIBs) e Saving cost bond (Scb) sono innovativi modelli di contrattualizzazione e funding dei servizi pubblici informati alla clausola “pay-for-success”, per i quali si registra un crescente interesse anche in Italia.
In forza di tale clausola, la spesa pubblica sarà sostenuta dalla Pubblica Amministrazione (PA) non a titolo di rimborso di servizi erogati (outputs), ma a titolo di premio se e solo se i progetti implementati avranno raggiunto gli obiettivi di impatto sociale, quando sono finanziati dai SIBs. Nel caso dei Scb, invece, gli investitori saranno ripagati se e solo se si raggiungeranno determinati obiettivi di efficienza operativa e, quindi, si conseguiranno i risparmi di spesa indicati nei contratti.
In questo post si evidenzia come tali strumenti, tuttavia, presentino degli elementi distintivi di cui tenere debitamente conto per valutare congruamente il loro “campo” di applicazione e quanto la loro applicazione sia vantaggiosa per la PA.

La PA fra riforme e nuovi modelli di funding delle politiche pubbliche

Borgo italiano

Le riforme amministrative e la “digitalizzazione” della PA e il rilancio degli investimenti pubblici impongono di sperimentare nuovi modelli di funding delle politiche pubbliche. Il presente post discute di opportunità e limiti di due strumenti di finanziamento aggiuntivi rispetto alla finanza pubblica nazionale, ossia i Fondi dell’UE e il project finance.
Se si considerano le criticità nell’utilizzo di questi due strumenti in Italia e la situazione davvero difficile della finanza pubblica, non resta che concludere che dovranno essere percorse nuove vie sperimentali che vanno dal crowdfunding, al fundraising per la PA e a meccanismi di esternalizzazione dei servizi pubblici fondati su clausole “pay-for-success”.

La call for proposal “Sostegno al riposizionamento competitivo dei sistemi imprenditoriali territoriali” della Regione Lazio e l’europrogettazione

La call attuativa dell’Azione Cardine 11 “Sostegno al riposizionamento competitivo dei sistemi imprenditoriali territoriali”, se vengono esaminati attentamente tutti i documenti che la compongono, conferma che, in genere, le proposte di progetto, affinchè possano avere buone chance di accedere ai fondi dell’UE, debbono: (i) rispettare vincoli, definizioni e indicazioni strategiche delle Comunicazioni della Commissione e della normativa dell’UE, (ii) essere permeate da un elevato “mainstreaming”, ossia risultare caratterizzate da una elevata coerenza con gli orientamenti generali delle politiche europee.

L’Azione Cardine 11 della programmazione unitaria dei fondi europei della Regione Lazio: obiettivi e procedure attuative

Public Funds

L’Azione Cardine 11 “Sostegno al riposizionamento competitivo dei sistemi imprenditoriali territoriali” costituisce un autentico caposaldo della programmazione unitaria dei fondi europei nel Lazio. Tale Azione, finanziata nell’ambito del POR FESR 2014-2020, è cruciale per attuare la strategia di reindustrializzazione regionale, presentata nel documento programmatico “Valore Aggiunto Lazio”. Al tempo stesso, l’avviso pubblico del 30 luglio scorso costituisce da un lato un interessante esempio di approccio bottom up alla formulazione delle strategie di sviluppo e di riposizionamento competitivo, ma dall’altro è un autentico “gateway”, per cui solamente quei territori che sapranno proporre strategie di sviluppo imprenditoriali valide potranno garantire alle imprese locali un rilevante flusso di finanza agevolata a valere di diverse azioni del POR FESR.

Approccio strategico ai fondi europei. La matrice di finanziabilità delle organizzazioni

Antonio Bonetti

Il post rimarca di nuovo l’importanza di un approccio strategico – e quindi programmato, costantemente gestito e non estemporaneo – ai fondi europei per tutte le organizzazioni.
La matrice di finanziabilità di una organizzazione – si tratti di una impresa commerciale, di una cooperativa, di un ente non profit, o anche di enti pubblici – è il fulcro di un autentico approccio strategico ai fondi dell’UE e, fondamentalmente, segue la logica generale di combinare sempre nel modo più adeguato fabbisogno finanziario e fonti di finanziamento di una organizzazione e i relativi cicli temporali.
Tale matrice costituisce una sorta di cruscotto operativo per una ricerca di finanziamenti agevolati realmente pertinente rispetto ad esigenze e capacità di una data organizzazione.

I fondi europei 2014-2020: opportunità e responsabilità per gli Enti Locali

Fontana di Trevi Post 20 luglio 2015

Nella nuova programmazione dei Fondi Strutturali e per l’Investimento Europeo (Fondi SIE), gli Enti Locali hanno minori opportunità e maggiori responsabilità. Questa esplicita posizione si attaglia soprattutto ai Fondi Strutturali (FESR e FSE), mentre appare sostanzialmente invariato il novero delle opportunità legate all’attuazione dei Programmi di Sviluppo Rurale regionali cofinanziati dal FEASR.
Ciò che è innegabile è che aumenteranno invece – o almeno questo è auspicabile – le responsabilità degli EE.LL. in relazione all’obiettivo di un efficace uso dei Fondi SIE 2014-2020.
La nuova programmazione dei fondi europei e le riforme istituzionali, pertanto, richiedono un salto di qualità agli EE.LL. Gli EE.LL. sapranno migliorare i processi decisionali e innovare? Come?

Mappatura dei fondi europei: criteri di riferimento e criticità

European Parlament

La mappatura dei finanziamenti dell’UE si può fare in base a diversi criteri.
In primo luogo sono possbili varie classificazioni dei fondi europei a seconda degli ambiti di policy (ambiti settoriali) considerati, da quelli stabiliti autonomamente dagli esperti a quelli già stabiliti dal legislatore europeo, quali gli Obiettivi Tematici dei Fondi SIE.
Va poi considerata la principale classificazione dei fondi dell’UE, che si basa sul metodo di esecuzione degli interventi, per cui si possono distinguere tra Fondi/Programmi “a gestione diretta”, quali il famigerato Horizon 2020 e Fondi “a gestione concorrente” (in linea di massima i Fondi SIE). Due altre utili mappature fanno riferimento alle varie categorie di potenziali beneficiari e alle varie categorie di potenziali destinatari finali, ossia gli operatori che “ricevono” i benefici del progetto (persone fisiche o anche persone giuridiche).

I fondi europei come strumento di stabilizzazione delle aspettative. Ma non in Italia

Economia calma - mare

Il post evidenzia due aspetti: (i) i fondi europei, specialmente quelli strutturali e per le politiche strutturali della pesca e in campo agricolo, possono contribuire fortemente a stabilizzare le aspettative degli operatori economici, in forza del principio di programmazione pluriennale di tali fondi; (ii) per come si sta sviluppano la programmazione 2014-2020 in Italia, sfortunatamente, si può esprimere il fondato dubbio che anche nel nuovo ciclo questa funzione di stabilizzazione delle aspettative sarà modesta.
Inevitabilmente, questo secondo aspetto inciderà negativamente sia sulla ripresa degli investimenti reali interni, sia sull’attrazione di investimenti dall’estero.

Funding models degli enti non profit e opportunità di finanziamento europee

Gli enti non profit italiani per crescere ancora devono migliorare l’approccio strategico ed operativo alla europrogettazione. Questo significa che dovranno conferire una funzione strategica alla europrogettazione, così come hanno già fatto con il fundraising dai privati. In altri termini, dovranno integrare delle pertinenti strategie di accesso ai fondi dell’UE nei loro funding models. La collega Elena Zanella – autrice del pregevole libro “Professione Fundraiser” – ed io ne discuteremo a Milano il 29 e 30 giugno.

I fondi europei 2014-2020 e la programmazione italiana 2016-2020

Presidenza del Consiglio

Il post indaga brevemente sui ritardi nella chiusura del negoziato con la Commissione sui Programmi nazionali e regionali per l’utilizzo dei fondi europei 2014-2020. Le principali criticità, una volta di più, sembrano coinvolgere soprattutto la sfera decisionale politica (e le classi dirigenti del Paese in generale), anche se non mancano criticità varie sul piano amministrativo, in quanto:
(i) i Fondi Strutturali, in Italia, continuano a essere considerati più uno strumento per creare e consolidare costituencies che non una leva per avviare processi di sviluppo strutturale;
(ii) la programmazione e la gestione degli interventi cofinanziati dai Fondi Strutturali, sia a livello centrale sia a livello regionale, registra ad ogni cambio di governo delle deleterie battute d’arresto;
(iii) si continuano a tollerare (nonostante i proclami e i grandi annunci pubblici) corruzione e pratiche collusive, che distorcono le modalità di selezione delle proposte progettuali e, inevitabilmente, vanno a detrimento delle forze produttive e sociali più innovative.