Il post argomenta che audit, monitoraggio e valutazione costituiscono i principali meccanismi di apprendimento nell’ambito delle procedure attuative dei Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali (essi si possono tutti collocare nella fase “check” del Ciclo Plan Do Check Act di Shewhart e Deming). Va sempre ricordato, tuttavia, che essi hanno finalità, approcci e anche tempi di esecuzione differenti. In particolare va ricordato che il monitoraggio risponde alla domanda “Are we doing the things right?”». Invece, la valutazione risponde alla domanda “Are we doing the right things?”
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Analisi degli stakeholders e formulazione delle Strategie di Sviluppo Locale ex approccio LEADER
Manuali e Linee Guida sulla formulazione delle Strategie di Sviluppo Locale (SSL) dedicano ampio spazio a varie possibili classificazioni degli stakeholder, fra le quali spiccano le due seguenti: 1. quella incentrata sul grado di influenza sulle SSL e sul grado di interesse (elevato o basso) degli stakeholder (essa, tuttavia, ha sovente il difetto di non considerare le “parti lese” che, di fatto, hanno un interesse del tutto negativo per le SSL); 2. quella incentrata su vantaggi e contributi da apportare al progetto delineati per ciascuno dei potenziali membri della “coalizione locale”, ma questa – specialmente nel testo ufficiale delle Strategie di Sviluppo Locale – tende sempre a trascurare una chiara identificazione dei rent seekers.
Il post pone in luce che le classificazioni appena richiamate dovrebbero sempre muovere da quella che distingue fra (i) portatori di interesse comuni; (ii) gruppi di pressione – in grado di influenzare pesantemente scelte strategiche delle SSL e interventi – e (iii) rent seekers. Solo una volta identificati questi tre gruppi (avendo sempre ben presente anche la presenza delle “parti lese”, ossia di portatori di interesse contrari alla realizzazione delle SSL), avrà davvero senso elaborare delle matrici che richiamano influenza e interesse per le SSL dei portatori di interesse e analisi di benefici e costi per ciascuno di essi.
Formulazione delle Strategie di Sviluppo Locale ex approccio LEADER: il ruolo determinante di indirizzi programmatici regionali e vincoli sugli interventi ammissibili
Il post pone in luce che è molto difficile elaborare Strategie di Sviluppo Locale (SSL) ex approccio LEADER realmente informate a un metodo partecipativo, in primis per i molteplici vincoli imposti dal programmatore regionale. In vero, le SSL si pongono, in un certo senso, a metà strada fra visione di sviluppo del territorio e fabbisogni emersi sulla scorta di analisi del contesto socio-economico e di istanze di supporto espresse dai portatori di interesse. Tuttavia, concretamente, priorità strategiche e novero degli interventi finanziabili che vengono inseriti sono dettate da: (i) scelte strategiche già operate nei Complementi per lo Sviluppo Rurale regionali (CSR) con riferimento, in particolare, alle tipologie di interventi di sviluppo rurale del periodo 2023-2027 che potranno essere inseriti nelle SSL dei GAL; (ii) indicazioni delle “schede” dei CSR sull’approccio LEADER e di eventuali Linee Guida regionali sulla formulazione delle SSL ed eventuali ulteriori vincoli riportati negli avvisi di selezione delle proposte di SSL; (iii) criteri di selezione indicati nel CSR (non solo quelli inerenti all’approccio LEADER e alle SSL, ma anche quelli degli interventi che potranno essere inseriti nelle SSL).
L’approccio LEADER 2023-2027 e le pietre d’inciampo della formulazione delle Strategie di Sviluppo Locale
Il post, muovendo dalla locandina molto interessante dell’evento della Rete Rurale Nazionale “Leggere il territorio, leggere sul territorio: quali risultati per il LEADER?”, che si terrà a Roma il 21 e 22 Giugno p.v., discute la possibile applicazione dell’approccio Result-Based Management (RBM) alla formulazione delle Strategie di Sviluppo Locale (SSL) ex metodo LEADER. In particolare, si sofferma sull’affermazione che «il futuro desiderato costituisce il vero punto dal quale partire per definire le Strategie e le azioni che permetteranno di concretizzarlo». Sarebbe certamente auspicabile porre la visione di sviluppo del territorio e l’approccio RBM quali pilastri della formulazione delle SSL, ma questo implica anche delle criticità metodologiche e attuative del percorso di definizione delle SSL che non possono essere trascurate. Inoltre, vi sono due aspetti molto concreti che in questo tipo di seminari vengono sempre elegantemente messi sotto il tappeto: (i) non si può constinuare a parlare di approccio partecipativo e stakeholders da coinvolgere senza dire apertamente che certi gruppi di pressione e i rent-seekers non sono minimamente interessati agli aspetti tecnici della definizione delle SSL e, ciò nonostante, spesso sono a loro a determinarne priorità strategiche e azioni; (ii) l’approccio tecnico suggerito dalla RRN è ampiamente auspicabile, ma essendo un approccio anche complesso, si può ragionevolmente presumere che difficilmente verrà inserito dalle Amministrazioni regionali negli avvisi di selezione delle SSL e dei Gruppi di Azione Locale a valere dei Complementi per lo Sviluppo Rurale regionali.
Ciclo del progetto, monitoraggio e valutazione d’impatto
Il post argomenta che per capire adeguatamente il ruolo della valutazione di impatto bisogna collocarla nella fase di maturazione degli effetti strutturali del “ciclo del progetto” (generalmente non richiamata anche in rilevanti Manuali sulla formulazione dei progetti). Questa fase – che corrisponde alla fase “Act” del Ciclo “Plan-Do-Check-Act” – include anche il processo di apprendimento dall’attuazione del progetto (catalizzato dalla stessa valutazione di impatto) e quello della valorizzazione delle “lezioni dell’esperienza” attuazione da parte dei decisori politici e degli esperti che li supportano nella formulazione di progetti o di Programmi complessi. La valutazione di impatto, quindi, anche più della valutazione “on-going” ha quali finalità precipue quelle di rendere conto di attuazione ed effetti strutturali dei progetti e di supportare i processi di decisione strategica.
Come applicare l’Approccio di Quadro Logico ai Programmi di Sviluppo Rurale
Il post chiarisce come si applica l’Approccio di Quadro Logico (AQL) alla formulazione dei PSR.
Certamente l’applicazione è fortemente condizionata (per alcuni passaggi logici, quasi distorta) dalla necessità di rendere coerenti le scelte programmatiche a livello regionale con le politiche pubbliche sovraordinate dell’UE, ma come si spiega, per ciascuna Misura (e per l’intero PSR) è possibile definire una “teoria del cambiamento” e la “catena di causazione” che lega le operazioni stabilite dai Regolamenti dell’UE e gli impatti, a livello di Focus Area, Priorità ed intero PSR.
Theory of Change, Quadro Logico e Programmi di Sviluppo Rurale
Il post evidenzia le molteplici similitudini di Theory of Change e Approccio di Quadro Logico. Inoltre, conferma che l’Approccio di Quadro Logico, o meglio, la “teoria del ciclo del programma”, è assolutamente applicabile anche a quei particolari Programmi “complessi” settoriali che sono i PSR regionali.
La “logica” dei Programmi di Sviluppo Rurale regionali
Anche i PSR, così come gli altri Programmi “complessi” cofinanziati dai Fondi SIE, hanno una “struttura” che viene formulata sulla base dell’Approccio di Quadro Logico (AQL). Certamente, si tratta, come sostenuto da molti, di documenti strategici di non facile lettura e in cui l’applicazione dell’AQL registra diversi adattamenti che, in alcuni casi, implicano delle autentiche storture nel “quadro logico” dei PSR.
Il bando della Regione Lazio per la formulazione dei PSL dei GAL: è possibile conciliare vincoli “top down” e approccio “bottom up”?
Il post argomenta che i Regolamenti dell’UE, l’Accordo di Partenariato nazionale e il bando della Regione Lazio per la selezione dei nuovi PSL 2014-2020 sono caratterizzati da troppi vincoli “top down” che rendono i processi di animazione territoriale processi sterili, non in grado di favorire il recepimenti nei nuovi PSL di istanze di benessere e conoscenze “tacite” delle comunità locali. In estrema sintesi, il bando mette un po’ in discussione alcuni pilastri del LEADER (approccio partecipativo e dal basso, strategie di sviluppo realmente basate su punti di forza ed elementi distintivi delle aree locali), proprio a causa di troppi vincoli alla formulazione dei PSL “calati dall’alto”. Ciò nonostante, va anche riconosciuto che il novero di Misure, Sottomisure e “operazioni” ammissibili a beneficio è sufficientemente ampio per redigere dei validi PSL.
Migliorare la raccolta fondi da donatori istituzionali con la matrice di finanziabilità delle organizzazioni
La Matrice di Finanziabilità di una Organizzazione (MFO) è il fulcro di un autentico approccio strategico alla ricerca di finanziamenti pubblici. E’ cruciale anche per elaborare una strategia di funding più articolata per gli enti non profit, in cui fundraising da privati e da donatori istituzionali siano assolutamente complementari.
La MFO, tuttavia, va poi ripresa e adattata per ciascun progetto di una organizzazione. E’ infatti la matrice di finanziabilità dei progetti lo strumento che consente realmente di ottimizzare la ricerca di finanziamenti per un progetto e, di conseguenza, consente anche di indirizzare questa ricerca sulla base di una più puntuale specificazione del gruppo target .