Il breve articolo, muovendo dal precedente su alcune criticità della misurazione della performance delle organizzazioni pubbliche italiane, oltre a sollecitare di nuovo una maggiore attenzione alla necessità di differenziare adeguatamente valutazione delle routine organizzative e valutazione dei progetti, propone un approccio al controllo dell’avanzamento dei progetti – Earned Value Management (EVM) – che consente di tenere simultaneamente conto di attuazione fisica degli interventi, capacità di rispettare il cronoprogramma di attività iniziale e le relative scadenze e di gestire al meglio gli input, in primis le risorse finanziarie. Il valore aggiunto dell’Earned Value Management è quello di consentire di combinare le molteplici dimensioni di misurazione e di valutazione ongoing dei progetti. Infatti, l’Earned Value Management (o Earned Value Analysis) consente di avere, in itinere, un cruscotto di monitoraggio sull’avanzamento fisico del progetto e sull’efficienza attuativa (realizzazione fisiche e quantità di risorse impiegate), sul rispetto della tempistica prevista nella fase di definizione del progetto e sul suo avanzamento finanziario.
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Il “ciclo della performance” nella PA: la più recente Relazione sulla Performance di Roma Capitale e la scarsa attenzione generale della PA alla valutazione dell’impatto su cittadini e imprese
Il post, muovendo da un articolo giornalistico sulla più recente Relazione sulla Performance di Roma Capitale (relativa all’anno 2021), propone alcune riflessioni sulle seguenti criticità di fondo del Sistema di Misurazione e Valutazione della Performance (SMVP) nella PA: (i) l’applicazione di logiche e criteri di valutazione della performance sostanzialmente analoghi sia per le funzioni ricorrenti (routine amministrativo-procedurali), sia per i progetti; (ii) la scarsa rilevanza attribuita alla valutazione effettiva dell’impatto sui cittadini e sulle imprese dell’azione pubblica (la valutazione della performance continua ad essere di fatto auto-referenziale e focalizzata sui “risultati interni”); (iii) la valutazione, nell’ambito di molte organizzazioni pubbliche italiane, non solo non viene applicata per “misurare” in primo luogo i “risultati esterni”, ma viene anche sovente confusa con le procedure di audit.