Il post, a partire dalla disamina del recente rapporto di valutazione della Commissione sull’efficacia del FSE 2014-2020 nel promuovere l’inclusione sociale e contrastare la povertà, rimarca che, con riferimento ai criteri valutativi efficacia e impatto, il “disegno di valutazione”, una volta stabilito un dato “ambito di valutazione”, può essere compiutamente definito solo una volta effettuata una mappatura articolata e attenta di (i) tipologie di intervento finanziate, (ii) gruppi target prevalenti di ogni tipologia di intervento e, non ultimo, (iii) procedure di selezione e attuazione degli interventi finanziati. La mappatura di questi elementi di analisi ineludibili, infatti, condiziona la formulazione della “theory of change” di riferimento e la mappatura degli impatti attesi, ma condiziona anche le Domande Valutative e i relativi criteri di giudizio ed anche la scelta di metodi e strumenti di analisi.
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La valutazione dell’impatto economico delle Smart Specialisation Strategies
Il post fornisce delle indicazioni metodologiche su come impostare la valutazione degli effetti delle RIS3 regionali sull’eco-sistema innovativo e sul posizionamento competitivo dei sistemi produttivi regionali (tenendo presente che si tratta di effetti indiretti, come spiegato in precedenti articoli recenti). Si parte, ovviamente, con la ricostruzione degli ‘obiettivi specifici’ di RIS3 e Programmi pluriennali di spesa e si fonda l’intero impianto logico della valutazione su una solida ‘teoria del cambiamento’ e su delle coerenti ‘Domande Valutative’.
La valutazione delle Smart Specialisation Strategies. Il focus dell’analisi deve essere sugli “effetti di apprendimento”
Il post pone in luce quali siano gli obiettivi qualificanti delle Smart Specialisation Strategies (RIS3). Il post, di riflesso, fornisce delle conseguenti indicazioni sugli elementi chiave del “disegno di valutazione” delle RIS3. In particolare, spiega meglio l’importanza di valutare le RIS3 regionali a partire dagli “effetti di apprendimento” prodotti sia presso decisori pubblici e burocrati di loro fiducia, sia presso gli operatori pubblici e privati del sistema ricerca (in primis gli imprenditori). In una ipotetica “teoria del cambiamento” che cerchi di modellizzare gli impatti delle RIS3 (impatti molto difficili da spiegare, anche laddove sia possibile misurarli) tali “effetti di apprendimento” sono conditio sine qua non affinchè le RIS3 producano dei cambiamenti significativi delle strutture produttive, quale che sia la scala territoriale considerata.
La valutazione dei progetti o dei programmi complessi
Il post propone dei suggerimenti per la formulazione del disegno di valutazione di progetti o programmi complessi, ossia caratterizzati da una certa dimensione territoriale e che annoverano più interventi, più gruppi target e più procedure di selezione e attuazione degli interventi ammessi a beneficio. Il messaggio centrale è che, con riferimento ai criteri valutativi efficacia e impatto, il disegno di valutazione può essere compiutamente definito solo una volta effettuata una mappatura articolata e attenta di tipologie di intervento finanziate, dei gruppi target di ogni tipologia di intervento e, non ultimo, di procedure di selezione e attuazione degli interventi finanziati (anche le procedure attuative, infatti, incidono sulla scelta di metodi e strumenti di analisi).
La valutazione dell’impatto dei progetti di sviluppo socio-economico
La valutazione dell’impatto dei progetti di sviluppo socio-economico, siano essi finanziati da Istituzioni pubbliche o da Fondazioni, sta diventando anche in Italia oggetto di crescente attenzione. Il post propone alcune riflessioni sulla necessità di costruire l’intero progetto su problemi e domande di intervento del gruppo target e, di riflesso, in sede di valutazione, focalizzare la valutazione di impatto su una solida “teoria del cambiamento” e sulla verifica della capacità del progetto di risolvere i problemi del gruppo target.