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L’applicazione della tecnica Earned Value Management ai regimi di aiuto e alle azioni alle persone dei PR FSE Plus

La lettura dell’avanzamento dei progetti di pubblica utilità cofinanziati dai Fondi Strutturali è più complessa nel caso di: (i) regimi di aiuto volti a sostenere la competitività del sistema produttivo (sussidi per la creazione di nuove imprese, sussidi per sostenere gli investimenti delle PMI e/o di imprese sociali cofinanziati dal FESR o anche sussidi alle imprese per salvaguardare i livelli occupazionali cofinanziati da FSE Plus); (ii) “azioni alle persone” cofinanziate da FSE Plus (azioni per sostenere l’inserimento occupazionale, forme di work experience e altre azioni volte a sostenere i livelli occupazionali). Con riferimento a queste ultime vanno considerate due problematiche specifiche: (i) la disponibilità parziale di una consolidata base informativa per la stima dei costi unitari “a budget” degli output sulla base dei quali effettuare a priori una corretta proiezione dei valori target da raggiungere secondo una logica “Key Performance Indicators” oppure, in alternativa o a latere, le variabili chiave dell’Earned Value Management (EVM); (ii) la capacità di raggiungere o meno i valori target degli indicatori di realizzazione viene a dipendere da vari fattori esterni non controllabili dall’operatore pubblico, per cui non è mai facile fornire una valutazione oggettiva della sua performance.

Monitoraggio e valutazione delle azioni di policy cofinanziate dai Fondi Strutturali: l’applicazione della tecnica Earned Value Management

L’approccio convenzionale alla misurazione dell’avanzamento dei progetti, delle azioni di policy e dei Programmi complessi cofinanziati dai Fondi Strutturali è di fatto basato sul monitoraggio di Key Performance Indicators (indicatori di efficienza ed indicatori di efficacia). Si tratta di un approccio che prende in esame, separatamente, i singoli indicatori e calcola, in itinere e al termine, gli scostamenti dei valori effettivi da quelli fissati inizialmente come target.
Il breve articolo pone in luce come la tecnica di controllo Earned Value Management si possa applicare alle azioni di policy che costituiscono l’ossatura dei Programmi di spesa cofinanziati dai Fondi Strutturali. L’EVM, come evidenziato nei precedenti post, consente di tenere insieme la verifica dell’efficacia delle azioni, la verifica dell’efficienza ammnistrativa e anche quella dell’efficienza operativa (intesa come capacità di ottimizzare uso delle risorse e costo medio delle attività e/o degli output prodotti). Considerando la definizione delle tre variabili chiave di questa tecnica e delle due variabili di scostamento (Cost Variance e Schedule Variance) essa consente parimenti di rendere più agevole per tutti la comprensione della reportistica di monitoraggio, contribuendo così a rafforzare la trasparenza sull’attuazione delle azioni di policy e delle operazioni ammesse a beneficio.

Monitoraggio e valutazione dei progetti: la tecnica dell’Earned Value Management

L’approccio convenzionale alla misurazione dell’avanzamento dei progetti e dei Programmi complessi cofinanziati dai Fondi Strutturali è di fatto basato sul monitoraggio di Key Performance Indicators (indicatori di efficienza ed indicatori di efficacia relativi sia alla capacità di realizzare gli output programmati all’inizio, sia alla capacità di spendere le risorse). I riferimenti del monitoraggio e della valutazione sono in primo luogo degli indicatori “di avanzamento” (fisico e finanziario). Si tratta di un approccio “a compartimenti stagni”, per cui si monitora l’avanzamento di questi indicatori e si formulano dei giudizi su avanzamento fisico, avanzamento finanziario e avanzamento procedurale. La tecnica di controllo Earned Value Management, invece, si fonda su un approccio integrato nel senso che tiene insieme il controllo sull’avanzamento di attività e di output da produrre, sul rispetto delle scadenze principali indicate nel cronoprogramma e sulla capacità di tenere sotto controllo i costi in corso d’opera, in modo che al termine non vi siano sforamenti del budget e che, qualora vi siano delle economie di risorse, queste siano dovute, com’è desiderabile, a un’elevata efficienza complessiva. L’EVM si basa su tre variabili di base (Planned Value, Actual Cost ed Earned Value) e su due variabili “di scostamento”. Una è definita Schedule Variance, in quanto consente di tenere sotto controllo la capacità del progetto di rispettare il piano di lavoro iniziale ed una è definita Cost Variance in quanto consente di tenere sotto controllo la coerenza delle spese effettive maturate in itinere con quanto pianificato inizialmente.

Il “ciclo della performance”, il monitoraggio dei “risultati interni” e la tecnica dell’Earned Value Management

Il breve articolo, muovendo dal precedente su alcune criticità della misurazione della performance delle organizzazioni pubbliche italiane, oltre a sollecitare di nuovo una maggiore attenzione alla necessità di differenziare adeguatamente valutazione delle routine organizzative e valutazione dei progetti, propone un approccio al controllo dell’avanzamento dei progetti – Earned Value Management (EVM) – che consente di tenere simultaneamente conto di attuazione fisica degli interventi, capacità di rispettare il cronoprogramma di attività iniziale e le relative scadenze e di gestire al meglio gli input, in primis le risorse finanziarie. Il valore aggiunto dell’Earned Value Management è quello di consentire di combinare le molteplici dimensioni di misurazione e di valutazione ongoing dei progetti. Infatti, l’Earned Value Management (o Earned Value Analysis) consente di avere, in itinere, un cruscotto di monitoraggio sull’avanzamento fisico del progetto e sull’efficienza attuativa (realizzazione fisiche e quantità di risorse impiegate), sul rispetto della tempistica prevista nella fase di definizione del progetto e sul suo avanzamento finanziario.