Tag: EIPA

Il “ciclo della performance” nella PA: la più recente Relazione sulla Performance di Roma Capitale e la scarsa attenzione generale della PA alla valutazione dell’impatto su cittadini e imprese

Il post, muovendo da un articolo giornalistico sulla più recente Relazione sulla Performance di Roma Capitale (relativa all’anno 2021), propone alcune riflessioni sulle seguenti criticità di fondo del Sistema di Misurazione e Valutazione della Performance (SMVP) nella PA: (i) l’applicazione di logiche e criteri di valutazione della performance sostanzialmente analoghi sia per le funzioni ricorrenti (routine amministrativo-procedurali), sia per i progetti; (ii) la scarsa rilevanza attribuita alla valutazione effettiva dell’impatto sui cittadini e sulle imprese dell’azione pubblica (la valutazione della performance continua ad essere di fatto auto-referenziale e focalizzata sui “risultati interni”); (iii) la valutazione, nell’ambito di molte organizzazioni pubbliche italiane, non solo non viene applicata per “misurare” in primo luogo i “risultati esterni”, ma viene anche sovente confusa con le procedure di audit.

I Comuni alla prova del PNRR

Il post discute del dibattito in corso sulle azioni di capacity building per i Comuni (e per l’intera PA) al fine di migliorare la loro capacità di gestione degli interventi che verranno finanziati dal PNRR. Gli aspetti critici del dibattito (e quindi della formulazione delle stesse strategie di capacity building) sono almeno tre: (i) esistono già varie iniziative di sostegno ai Comuni e, quindi, non si parte da zero, bensì da un novero ampio di azioni che, probabilmente, in alcuni casi non hanno funzionato. Prima di formulare le nuove azioni di sostegno sarebbe utile valutare bene e con obiettività quelle pregresse; (ii) appare eccessivo il focus sulla “semplificazione” delle procedure (questione importante, ma non esaustiva delle criticità nella gestione di servizi e interventi di sviluppo). Sarebbe altrettanto importante rafforzare l’orientamento ai risultati delle organizzazioni pubbliche e la loro capacità di programmazione (sia per le opere pubbliche, sia per i piani di area vasta); (iii) la Commissione Europea, negli anni, ha sviluppato (anche con il supporto di EIPA ed OCSE) degli utili strumenti per rafforzare l’orientamento ai risultati dell’azione pubblica e la capacità di gestione dei Fondi europei. Sarebbe particolarmente importante utilizzare maggiormente in Italia i “Toolbox” della Commissione, proprio per il fatto che la nostra PA continua soprattutto a patire gli effetti negativi della scarsa propensione a “lavorare per risultati”.

Le dimensioni-chiave dei progetti di sviluppo socio-economico

Il post individua quattro dimensioni-chiave per definire i tratti distintivi dei progetti di sviluppo socio-economico: (i) la dimensione strategica (imperniata su gruppo target, problemi da risolvere e ‘visione di sviluppo’); (ii) la dimensione operativa; (iii) la dimensione ‘risorse’ e (iv) la dimensione ‘ambito settoriale’ di intervento (‘ambito di policy nel caso di progetti promossi e finanziati da Istituzioni pubbliche).

I progetti di sviluppo socio-economico come leve di cambiamento e generatori di un ‘futuro desiderato’

La definizione dei progetti di sviluppo socio-economico dovrebbe muovere dalla considerazione che essi sono volti a produrre dei cambiamenti sociali, ispirati da una sfidante ‘visione di sviluppo’. Per tali progetti si possono individuare quattro dimensioni-chiave imprescindibili, che ne costituiscono il nucleo centrale. In sede di formulazione di tali progetti, inoltre, si deve tener conto con attenzione della loro dimensione tecnico-ingegneristica e della loro dimensione geografica. Infine, il post rimarca l’importanza di due aspetti su cui, fortunatamente, vi è un crescente consenso presso la comunità degli esperti di sviluppo locale: (i) i progetti di sviluppo socio-economico vanno pensati come progetti-processi e non come ‘to-do-list’; (ii) tali progetti vanno formulati in una logica di empowerment dei destinatari finali e delle comunità locali, coinvolgendoli adeguatamente in processi partecipativi di decision-making.