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Mid Term Review dei Programmi Regionali FESR 2021-2027. La verifica della coerenza esterna dell’Obiettivo di Policy 1 su ricerca, innovazione e digitalizzazione

Il breve articolo propone una traccia per una analisi della coerenza esterna dell’Obiettivo di Policy 1 dei Programmi Regionali FESR 2021-2027 rispetto agli strumenti agevolativi nazionali a sostegno di R&S, innovazione e competitività del sistema produttivo. Per amor di completezza, tale analisi include anche l’Obiettivo Specifico 2.6 Economia circolare, dal momento che vi possono essere inseriti interventi intesi a rafforzare la propensione delle imprese al riuso di input produttivi e materiali di scarto.
L’analisi, assolutamente preliminare, evidenzia che gli Obiettivi Specifici dei PR FESR rispetto ai quali sono disponibili più strumenti alternativi di intervento sono l’OS 1.3 e anche l’OS 2.6 per l’ampio consolidamento, anche sull’abbrivio del Green Deal europeo e poi di REPowerEU, di strumenti che sostengono l’efficientamento energetico dei processi produttivi (si pensi in particolare al Piano Transizione 5.0 e al Fondo per la Transizione industriale, ambedue incardinati nel PNRR) e, più in generale, il loro greening e la propensione al riuso di input produttivi e scarti di lavorazione (si pensi alla Sezione tutela ambientale dei Contratti di Sviluppo, alla Nuova Sabatini Green, operativa dal 2023, e anche, di nuovo, al Fondo per la Transizione industriale).

Appunti 30.01.2025 – Competitiveness Compass

Il post rimarca che il Competitiveness Compass è destinato a segnare ampiamente il dibattito sulle politiche dell’UE post 2027. Peraltro, la sua portata strategica è tale che alcuni indirizzi andrebbero già presi in considerazione nell’ambito del riesame intermedio dei Programmi 2021-2027 cofinanziati dai Fondi Strutturali, di cui all’art. 18 del Reg. (UE) 2021/1060. In particolare, si profila una rilevante pertinenza del IV blocco dei c.d. “enablers” del Competitiveness Compass (blocco “Skills and Quality Jobs”) rispetto alla Priorità 1 “Occupazione” dei Programmi Regionali cofinanziati da FSE Plus e rispetto al Programma Nazionale Giovani, Donne e Lavoro.

Il riesame intermedio dei Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali e la verifica in itinere del rispetto delle condizioni abilitanti

Il post evidenzia che nel corso dell’imminente riesame intermedio dei Programmi andrebbero riesaminate anche le c.d. condizioni abilitanti.
Infatti, anche laddove i criteri di valutazione delle condizioni abilitanti risultassero tutti rispettati al momento dell’approvazione di un dato Programma da parte della Commissione, i cambiamenti tecnologici incessanti della fase attuale, lo stato di “permanent crisis” che attanaglia il vecchio continente, i cambiamenti nelle priorità di politica economica – a livello europeo e nazionale – e, soprattutto, quelli legislativi, implicano l’esigenza di monitorare costantemente il rispetto dei criteri di valutazione.
In estrema sintesi, il riesame intermedio dei Programmi, dovrebbe essere preceduto logicamente dalla verifica della sussistenza, nella fase attuale, delle condizioni abilitanti, tenendo conto di: (i) modifiche nel quadro legislativo; (ii) modifiche nelle condizioni di contesto; (iii) stato di attuazione dei “piani di settore” intesi a garantire il rispetto delle condizioni abilitanti.

Il riesame intermedio dei Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali e la valutazione delle politiche pubbliche

Il post propone una riflessione sull’utilità della valutazione per un riesame intermedio dei Programmi davvero pertinente.
La Commissione ha rimarcato in diversi incontri pubblici che gli elementi di analisi disposti dall’art. 18 del Reg. (UE) 2021/1060 sul riesame intermedio non implicano l’esigenza di una autentica valutazione intermedia dei Programmi e che non è neanche richiesto di contrattualizzare dei valutatori indipendenti. Tuttavia, esaminando con cura l’art. 18 emerge chiaramente che, di fatto, una valutazione di medio termine dei Programmi (anche se “leggera” come raccomandato dalla Commissione), sarebbe senz’altro auspicabile.

Il 2025 sarà ricordato come “un anno vissuto pericolosamente” dalle Autorità di Gestione dei Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali

Il post illustra le principali scadenze strategiche del 2025 per i Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali. Due di queste – la presentazione da parte dell’Autorità di Gestione della valutazione sul riesame intermedio dei Programmi entro il 31 marzo e la verifica del rispetto della clausola di disimpegno automatico (“N+3”) entro il 31 dicembre – sono ampiamente attenzionate da tempo (anche per il fatto che sono previste dalla base regolamentare dei Fondi Strutturali).
La terza scadenza – che si dovrebbe collocare nel periodo maggio – giugno 2025 – riguarda la Commissione e concerne la presentazione delle proposte ufficiali sul Quadro Finanziario Pluriennale post 2027 e sui nuovi strumenti di finanziamento dell’UE.

Appunti 30.12.2024 – La dimensione urbana della politica di coesione 2021-2027

Il post illustra la dimensione urbana nella politica di coesione 2021-2027, tenendo conto dell’evoluzione del dibattito a livello UE su politiche per la città e Agenda Urbana Europea.
Nel gergo dell’UE, l’Agenda Urbana Europea concerne il consolidamento del c.d. “acquis urban”, da intendersi come il quadro di conoscenze e di buone pratiche in materia di politiche urbane, ossia il substrato su cui elaborare migliori strategie di Sviluppo Urbano Sostenibile (nella programmazione FESR 2021-2027 è sostenuta dall’Iniziativa Urbana Europea (IUE) di cui all’art. 12 del Regolamento su FESR e Fondo di Coesione). Essa è anche sostenuta dal Programma di Cooperazione interregionale URBACT nell’ambito della Cooperazione Territoriale Europea.

I Programmi di capacity building della politica di coesione per migliorare le strategie di sviluppo urbano sostenibile

Il post illustra il possibile ruolo del Programma URBACT IV quale catalizzatore dell’attuazione dell’Agenda Urbana Europea
2021-2027, da intendersi come agenda politica dell’UE intesa a potenziare il c.d. “acquis urban” (acquis communitaire in materia di politiche urbane).
Il Programma di Cooperazione interregionale URBACT IV, non a caso è informato alle tre dimensioni strategiche e ai cinque principi della Nuova Carta di Lipsia sul “potere trasformativo delle città per il bene comune (politiche urbane orientate al bene comune; approccio integrato; approccio partecipativo e co-design delle politiche urbane; Multi-Level Governance e approccio “place-based”).
URBACT IV concorre anche a raggiungere gli obiettivi dell’Iniziativa Urbana Europea (IUE) di cui all’art. 12 del Reg. (UE) 2021/1058 su FESR e Fondo di Coesione.

Programmazione FESR 2021-2027 e politiche per le città

Le Istituzioni dell’UE hanno disposto per la politica di coesione 2021-2027 un ulteriore rafforzamento della dimensione urbana. Gli articoli 11 e 12 del Reg. (UE) 2021/1058 su FESR e Fondo di Coesione forniscono la base operativa per migliorare le politiche urbane, ma bisogna prestare bene attenzione al fatto che questi due articoli definiscono due differenti modalità di sostegno al miglioramento delle politiche per la città. L’art. 11 del definisce gli obiettivi degli investimenti materiali e immateriali intesi a rafforzare le strategie di Sviluppo Urbano Sostenibile (SUS).
L’art. 12, invece, non concerne il finanziamento di investimenti, bensì di attività di capacitazione istituzionale dei decisori pubblici responsabili delle politiche urbane e di consolidamento dell’Agenda Urbana Europea (AUE) nell’ambito dell’Iniziativa Urbana Europea (IUE)

Le attività di formazione a favore degli occupati e il Fondo Nuove Competenze

Il Fondo Nuove Competenze (FNC), nella fase attuale, si configura come il principale strumento pubblico di sostegno alla formazione permanente degli addetti.
Esso, tuttavia, non finanzia direttamente i costi della formazione (aule, strumenti per la didattica e remunerazione dei formatori). Il FNC, infatti, copre tutti gli oneri retributivi, contributivi e previdenziali delle ore di lavoro degli addetti dedicate alle attività formative (fino a un massimo di 250 ore). I costi diretti della formazione possono essere coperti dalle aziende con risorse proprie, altri contributi pubblici (in primo luogo quelli del Fondo Sociale Europeo Plus) e quelli dei Fondi Paritetici Interprofessionali e del Fondo per la formazione e il sostegno del reddito dei lavoratori.

Appunti 30.10.2024 – FSE+ 21-27, Politiche Attive del Lavoro e politiche strutturali dell’occupazione

Gli Appunti di oggi illustrano molto brevemente la differenza sostanziale fra Politiche Attive del Lavoro e politiche strutturali dell’occupazione.
I Programmi cofinanziati da FSE+ – segnatamente la Priorità Occupazione – includono le azioni di Politica Attiva del Lavoro (PAL), ma non le politiche strutturali dell’occupazione.
Il nodo della questione è che non è possibile sostenere la creazione di nuovi posti di lavoro solo con interventi che rendano più flessibili i mercati del lavoro e facilitino il matching fra domanda e offerta di lavoro (è anche per questo motivo che sarebbe preferibile, come accaduto in altri periodi di programmazione, fare riferimento a obiettivi di occupabilità o di “migliore accesso all’occupazione”).
L’analisi del disegno strategico di questi Programmi e la valutazione dei loro effetti, pertanto, vanno sempre sviluppate partendo dalla premessa che gli interventi della Priorità Occupazione possono effettivamente concorrere a migliorare la situazione occupazionale se vi sono politiche strutturali dell’occupazione che sostengono – sul piano quantitativo (più posti di lavoro) e anche su quello qualitativo (migliori profili professionali e migliori condizioni di trattamento degli occupati) – la domanda di lavoro.