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La struttura dei Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali 2021-2027

Con l’approvazione della bozza di Accordo di Partenariato e con il suo invio alla Commissione per l’avvio formale del negoziato, entra nel vivo anche la fase di formulazione dei Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali 2021-2027.
Il presente post presenta in termini didascalici la ratio della struttura dei Programmi 2021-2027, struttura che è definita dall’art. 22 del Regolamento sulle Disposizioni Comuni (RDC) – regolamento generale sui Fondi Strutturali e su altri Fondi “a gestione concorrente” – e dall’Allegato V al RDC (Allegato che vincola i decisori pubblici ad una formulazione molto schematica dei Programmi, che saranno articolati in otto Sezioni e includeranno molte tavole sinottiche, fra le quali spiccano la tabella 1 sulla motivazione della scelta degli Obiettivi Specifici inseriti nei Programmi e le varie tabelle di ripartizione delle risorse finanziarie sulla base delle varie “dimensioni” dei Fondi Strutturali 2021-2027, che sono indicate molto chiaramente nell’Allegato I al RDC).

Breve presentazione del regolamento generale sui Fondi Strutturali 2021-2027

Il post propone una presentazione sintetica, tramite tre schemi grafici, della struttura del regolamento generale sui Fondi Strutturali 2021-2027 (il Reg. (UE) 2021/1060 approvato il 24.06.2021 e pubblicato sulla GUUE del 30.06.2021). Il Reg. (UE) 2021/1060 si articola in ben 9 Titoli. Uno di quelli più significativi è certamente il Titolo III “Programmazione” – articoli da 21 a 37 del RDC – che, inter alia, disciplina le forme dello “sviluppo territoriale” della programmazione 2021-2027, che costituiscono un autentico pilastro della programmazione FESR.

La bussola della formulazione strategica dei Programmi FESR 2021-2027

Il processo di formulazione dei Programmi 2021-2027 si snoda lungo quattro step fondamentali: (i) la fase di formulazione strategica; (ii) la fase di formulazione operativa; (iii) la verifica del rispetto dei vincoli sulle tipologie di intervento ammissibili; (iv) la verifica del rispetto quantitativo dei vincoli di concentrazione tematica (finanziaria) degli interventi. La fase di formulazione strategica può essere schematizzata tramite la “bussola” della formulazione strategica dei Programmi, i cui punti cardinali, con riferimento ai Programmi regionali FESR, sono: (i) gli Obiettivi di Policy (OP); (ii) i 23 Obiettivi Specifici del FESR associati agli OP; (iii) il rispetto delle condizioni abilitanti e (iv) la verifica della coerenza con le strategie regionali di specializzazione intelligente.

Formulazione dei Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali 2021-2027 e valutazione

Il post illustra alcuni elementi basilari sulla formulazione dei Programmi complessi – quali sono quelli cofinanziati dai Fondi Strutturali – e sulla loro valutazione.
Anche questi Programmi, infatti, sono informati alla logica generale per cui si deve delineare a priori il “percorso di cambiamento” attivato dagli interventi di policy (“teoria del cambiamento”). In altri termini, per la loro formulazione sarebbero importanti la “teoria del cambiamento” insita nel Programma, una adeguata valutazione ex ante e la contestuale definizione del “disegno di valutazione” dei Programmi. Inoltre, va sempre ricordato che la valutazione degli impatti dei Programmi non si può assolutamente fondare su degli indicatori, bensì deve essere fondata sulla rigorosa applicazione di metodi di analisi contro-fattuale. La ragione risiede nel fatto che gli effetti strutturali dei Programmi sulle variabili socio-economiche non vengono solo a dipendere dall’attuazione degli interventi (cause endogene), ma anche da una congerie di variabili “esogene” rispetto al Programma (cause esogene di contesto).

La concentrazione tematica dei Fondi Strutturali 2021-2027

Il post presenta in termini divulgativi il significato del principio della “concentrazione tematica” dei Fondi Strutturali. Tale principio – qui illustrato segnatamente per il FESR – si sovrappone a quello di concentrazione “finanziaria”, dal momento che di fatto si concretizza in una serie di riserve di allocazione delle risorse pubbliche stanziate per obiettivi di politica economica e/o ambiti tematici di intervento. L’aspetto maggiormente rimarcato è che a latere della concentrazione tematica stricto sensu (a cui si dà corso con dei vincoli di allocazione delle risorse finanziarie), vanno considerati anche i vincoli sulle tipologie di intervento ammissibili e non ammissibili a beneficio, indicati nei Regolamenti verticali sui Fondi e quelli sulle categorie di intervento, come desumibili dall’Allegato I al Regolamento sulle Diposizioni Comuni (RDC). La tabella 1 dell’Allegato I al RDC, infatti, riporta una autentica nomenclatura delle categorie di intervento per i Fondi Strutturali, ciascuna delle quali è identificata da un codice (da 001 a 182).

Il Parlamento Europeo ha approvato in via definitiva i Regolamenti sui Fondi Strutturali 2021-2027

Il breve post ricorda la conclusione del negoziato sui Fondi Strutturali 2021-2027. Mercoledì 23 Giugno, nel pomeriggio, il Parlamento Europeo riunito in seduta plenaria ha approvato in via definitiva i Regolamenti sulla “politica di coesione” 2021-2027 (segnatamente il Regolamento sulle Disposizioni Comuni, il Regolamento su FESR e Fondo di Coesione e quello sull’Obiettivo Cooperazione Territoriale Europea). Questi Regolamenti saranno pubblicati il 30 Giugno sulla GUUE.

Risoluzione del Parlamento Europeo sui Recovery Plan. Quali insegnamenti trarne per l’attuazione di Recovery Plan e Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali?

Il post propone delle critiche all’odierna Risoluzione del Parlamento Europeo su formulazione, attuazione e valutazione dei Recovery Plan.
L’aspetto più controverso è la malcelata volontà della Risoluzione di porre il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e i Recovery Plan a latere degli strumenti tradizionali a sostegno della coesione economica, sociale e territoriale dell’UE (in primis i Fondi Strutturali).
Il Dispositivo e i Fondi Strutturali hanno fondamenti politici, giuridici e di politica economica ampiamente diversi ed è opportuno che sia così. Invece di spingere l’attuazione dei Recovery Plan nella direzione degli obiettivi dei Fondi Strutturali, come tenta di fare la Risoluzione, sarebbe molto più opportuno rivendicare una forte coerenza dei Recovery Plan nazionali e dei Programmi Operativi cofinanziati dei Fondi Strutturali e, soprattutto, la conclusione dei negoziati sugli Accordi di Partenariato nazionali e sui Programmi Operativi cofinanziati dai Fondi Strutturali.

Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza vs Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali

Il post propone una analisi delle principali differenze fra Recovery and Resilience Facility – lo strumento di finanziamento principale di Next Generation EU che finanzierà i Recovery Plan nazionali – e Fondi Strutturali. L’analisi è condensata in una sola tavola sinottica.
La principale differenza concerne il fatto che richieste di pagamento ed erogazione dei contributi a valere dei Recovery Plan nazionali seguono meccanismi ben diversi da quelli dei Fondi Strutturali. Nel caso degli interventi dei Recovery Plan, infatti, non si segue il meccanismo per “anticipi” e “rimborsi” che caratterizza i Fondi Strutturali. In vero, non solo viene richiesto che essi siano regolarmente completati e poi collaudati, ma si richiede parimenti che essi raggiungano gli obiettivi quantificati concordati.

I momenti di svolta del negoziato sui Fondi Strutturali 2021-2027

Il post ripropone un’analisi della rilevanza del “Green Deal europeo” quale faro del negoziato e della programmazione dei Fondi Strutturali 2021-2027. Il varo del “Green Deal europeo” e la successiva iniziativa per un “Piano di investimenti per un’Europa sostenibile” segnano un autentico turn around delle politiche europee. Seguendo il dibattito sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e lo scorcio finale del negoziato sull’Accordo di Partenariato (fulcro della programmazione dei Fondi Strutturali) si ha l’impressione che i decisori pubblici italiani considerino il “Green Deal” (e i molteplici elementi di novità nel quadro di policy europeo ad esso collegati) solo come degli ulteriori vincoli alla programmazione e non come delle opportunità per rifondare strutturalmente il fragile sistema economico del nostro Paese.