Il post richiama l’attenzione sulla presentazione del nuovo Rapporto ISTAT sugli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (Roma, 17 aprile 2019).
Il post, inoltre, rimarca l’importanza dei 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile per la formulazione del quadro strategico delle politiche strutturali dell’UE nella programmazione post 2020.
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Europrogettazione e project management. Una intervista all’esperto Federico Porcedda sul modello eU-maps®
Il post propone una intervista al professionista Federico Porcedda, affermato esperto di affari e fondi europei che ci presenta l’innovativo modello di europrogettazione eU-maps®.
Questo modello, come ci spiega meglio Federico Porcedda, “realizza l’integrazione delle due aree di conoscenza dell’euro-progettazione e del project management” ed è alla base del valido ed innovativo Corso Executive “Esperto in Progettazione e Gestione dei Fondi Europei” che inizierà il prossimo 5 aprile (la sede principale delle docenze frontali sarà l’Università Tor Vergata di Roma).
Il “dibattito sull’Europa” e il negoziato sui fondi europei 2021-2027
Il post, muovendo da analisi autorevoli proposte nei mesi scorsi dalla Corte dei Conti Europea, presenta la struttura del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) 2021-2027 dell’UE e indica quali sono le priorità di spesa destinate a pesare di più sul budget complessivo del QFP. Fra queste non vi sono quelle che fanno capo alle politiche strutturali di sviluppo dell’UE, volte a sostenere la competitività economica e la coesione sociale dei territori più deboli e delle aree rurali.
I fondi europei 2021-2027. I termini finanziari del negoziato
La Commissione Europea, in vista del Consiglio Europeo di metà dicembre, aveva di nuovo invitato Istituzioni UE e Stati Membri a chiudere rapidamente il negoziato sui fondi europei post 2020. Ma qual è la vera dimensione finanziaria, in termini “reali”, del negoziato? Il post, muovendo dalle osservazioni autorevoli della Corte dei Conti Europea, invita a una maggiore attenzione in merito alla dimensione finanziaria, espressa in termini “reali”, del Quadro Finanziario Pluriennale dell’UE per il periodo 2021-2027 e anche ai molteplici cambiamenti, rispetto a quello attuale, nella sua struttura.
Il negoziato sui fondi europei 2021-2027. Una breve presentazione del prossimo Quadro Finanziario Pluriennale dell’UE
Il post sollecita una maggiore attenzione di media ed osservatori qualificati sull’importanza del negoziato sul bilancio pluriennale dell’UE (Quadro Finanziario Pluriennale) per il periodo 2021-2027 (ossia il negoziato sui fondi europei post 2020). Dopo il serrato dibattito sui contenuti della Legge di stabilità 2019, sarebbe desiderabile la stessa attenzione per il negoziato su dimensione finanziaria e struttura del prossimo bilancio pluriennale dell’UE.
Anche il negoziato sui fondi europei post 2020, infatti, implica risvolti rilevanti, anche se in modo indiretto, sia per la sostenibilità dei conti pubblici (in particolare, ha risvolti importanti anche sul dibattito sui processi di sorveglianza multilaterale della sostenibilità dei conti pubblici dei vari Stati Membri), sia per la credibilità internazionale dell’Italia.
Progetti, Piani di Sviluppo Locale e strategie di accesso ai fondi europei
Il post evidenzia come i Piani di Sviluppo Locale (PSL) debbano necessariamente essere caratterizzati da una pertinenza “verticale” (di natura più politica) e da una pertinenza “orizzontale” (di natura più tecnica) molto elevate. L’accesso o meno ai fondi europei per implementare i PSL si gioca, fondamentalmente, lungo l’asse verticale della pertinenza. E il rebus è sempre lo stesso: come conciliare volontà dei soggetti proponenti dei PSL di corrispondere alle domande di intervento della cittadinanza locale e degli operatori economici del territorio e, al tempo stesso, garantire una adeguata coerenza verso l’alto delle strategie di sviluppo con obiettivi e linee di finanziamento delle Istituzioni sovra-ordinate (Enti finanziatori).
Alla ricerca dei finanziamenti europei
Tutte le organizzazioni sono perennemente alla ricerca di fonti di finanziamento accessibili e convenienti per alimentare il loro ciclo tecnico-operativo. Da svariati anni è molto dibattuto il tema dell’accesso ai finanziamenti pubblici dell’UE. In merito, nel mio piccolo, mi sono sempre espresso criticamente nei confronti di coloro che li presentano quasi fossero una sorta di “sacro Graal”. Il mio parere, già espresso su questo blog, è che per alcune organizzazioni, in una data fase del loro ciclo di vita o per implementare determinati progetti, possono essere molto utili. Per altre potrebbe essere molto più ragionevole, ceteris paribus, ricercare altri strumenti di finanziamento. Inoltre, tutte le organizzazioni dovrebbero delineare un approccio strategico – e non estemporaneo – alla ricerca dei finanziamenti europei.
I Fondi europei che sostengono processi di capacity building della PA
Questo post rimarca che, a fronte dei ritardi di spesa dei Fondi SIE, gli amministratori regionali e locali, sovente, continuano a trascurare Fondi e iniziative dell’UE che sostengono processi di capacity building della PA. Questo è alquanto sorprendente, in quanto la maggior parte di questi fanno riferimento alla “politica di coesione”, ossia la politica dell’UE più “vicina ai territori” (e quindi agli amministratori locali). Nella seconda parte, quindi, il post presenta una breve rassegna di questi Fondi/iniziative.
Progetti di sostegno alla creazione di impresa per minori stranieri non accompagnati. Note a margine del bando 2018 “Never Alone”
Il post propone alcune riflessioni sul tema migranti e percorsi di accompagnamento alla creazione di lavoro autonomo, a margine del bando 2018 dell’iniziativa Never Alone. Il bando, finanziato da Fondazione Con il Sud e altre otto Fondazioni italiane, persegue obiettivi di inserimento lavorativo e sociale per dei minori stranieri non accompagnati e scade il 7 settembre 2018.
Il negoziato sui fondi europei per la coesione post 2020. L’Italia ha ancora bisogno di questi fondi?
Il post, muovendo dal negoziato sui fondi UE per la coesione post 2020, ricorda la situazione di grave ritardo delle regioni del Mezzogiorno storico. L’Italia, quindi, ha ancora un forte bisogno dei fondi UE per la coesione. Ma nel corso del negoziato chiediamoci anche perché in questo Paese l’ingente montante di Fondi Strutturali continui ad essere speso male e non produca effetti sul “catching up” delle regioni del Mezzogiorno storico. La domanda riportata nel titolo è volutamente anche provocatoria. Se l’Italia, come è incontrovertibile, ha ancora bisogno dei fondi UE per la politica di coesione, allora è assolutamente tempo che, in vista dell’avvio del nuovo ciclo di programmazione, operi un deciso turn around (vero e non di facciata) del sistema di gestione e di monitoraggio, controllo e valutazione delle spese cofinanziate dai fondi UE.