Il post propone una analisi delle sinergie fra le c.d. “condizioni abilitanti” dei Fondi Strutturali e le riforme inserite nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza del Governo Draghi.
Il fattore catalizzatore di ambedue le programmazioni possono essere le “strategie” e i piani di medio termine richiesti dalla normativa sui Fondi Strutturali per assolvere alle “condizioni abilitanti” (le “condizionalità” della programmazione 2014-2020). Le “strategie” e i piani di medio termine per assolvere alle “condizioni abilitanti”, infatti, sono strategie/documenti di policy di estrema rilevanza anche per rendere più performante l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Tag: Fondi Strutturali
Next Generation EU: quali procedure di rendicontazione delle spese e di controllo per gli interventi dei Recovery Plan?
Questo articolo, correggendo alcuni aspetti poco chiari e ampliando il post del 20.10.2019, tenta di spiegare meglio le potenzialità di una “forma di sostegno” innovativa dell’UE, introdotta nel 2018 dal Regolamento Finanziario vigente: i “finanziamenti non collegati ai costi delle operazioni” (in altri termini, i finanziamenti dell’UE “legati ai risultati”). Queste potenzialità potrebbero essere valorizzate anche nell’ambito dei Recovery Plan. Se le “opzioni di costo semplificate”, che verranno ulteriormente potenziate nel periodo 2021-2027, vanno nella direzione di rafforzare la “velocità di spesa” (“capacità di spesa”) dei Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali e dei Recovery Plan, i “finanziamenti non collegati ai costi delle operazioni”, invece, corrispondono all’esigenza di rafforzare la qualità della spesa e l’impatto degli interventi. La portata innovativa dei “finanziamenti non collegati ai costi delle operazioni”, tuttavia, andrà valutata meglio via via che la Commissione elaborerà degli Atti delegati per chiarire meglio alcuni aspetti che concernono la sorveglianza e le procedure di controllo dei Fondi Strutturali 2021-2027 e le procedure di rendicontazione delle spese ed i controlli dei Recovery Plan.
Next Generation EU: alcune considerazioni su monitoraggio e valutazione in itinere dei Recovery Plan
Il post illustra alcune criticità del “quadro di valutazione della ripresa e della resilienza” previsto dall’art. 30 del Reg. (UE) 2021/241 sul Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza (il principale dispositivo di spesa di Next Generation EU che finanzierà i Piani Nazionali di Ripresa e di Resilienza degli Stati).
Il Regolamento, infatti, attribuisce delle responsabilità in merito alla valutazione degli interventi solo alla Commissione, indica quali landmark dei processi di attuazione “traguardi” e “obiettivi” definiti in modo assolutamente generico e rimanda a degli Atti delegati la definizione del set di indicatori comuni e di maggiori specifiche sul “quadro di valutazione”.
Stante il fatto che a 20 giorni dalla deadline per la presentazione dei Recovery Plan si sa ben poco di quali saranno le direttrici strategiche di quello del Governo Draghi, sarebbe auspicabile che l’Esecutivo, eventualmente anche con il contributo dello Strumento di sostegno tecnico (gestito dalla DG Riforme della Commissione) appronti un efficace sistema di valutazione in itinere sia dei progetti sia del Piano nel suo complesso.
La valutazione dei Recovery Plan. L’AIV accende i riflettori su una questione tanto importante, quanto fin qui trascurata
Il post presenta un utile seminario dell’Associazione Italiana di Valutazione (AIV) sui Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza (PNRR) e sulla necessità di rafforzare il ruolo della valutazione per migliorare le politiche pubbliche (Lunedì 29 Marzo, ore 11.00 – 13.00). Con questo webinar, che mi annovera fra i relatori, i coordinatori del Gruppo Tematico “Valutazione Politiche e Programmi Comunitari” – Simona Cristiano, Virgilio Buscemi e Fabrizio Tenna – accendono i riflettori su un tema tanto importante quanto, almeno fin qui, trascurato nel dibattito italiano sul PNRR. Spero che i 25 lettori di questo blog lunedì 29 Marzo abbiano modo di seguire questo interessante seminario organizzato dall’AIV.
Fondi Strutturali, Next Generation EU e Recovery Plan. Intervista all’esperto senior Vito Vacca
Questo post riporta una intervista all’esperto indipendente Vito Vacca, che vanta una lunga esperienza, anche in campo internazionale, in materia di politiche pubbliche e di fondi europei. In questa intervista egli sviluppa delle autorevoli riflessioni su Next Generation EU e sui Fondi Strutturali 21-27, partendo da alcune domande volte a capire meglio, con il suo gradito contributo, alcuni aspetti critici del Reg. (UE) 2021/241 che disciplinerà il principale dispositivo di spesa di Next Generation EU – il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza – e, di riflesso i Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza.
Next Generation EU: alcune critiche al “quadro logico” dei Recovery Plan
Il post illustra alcune criticità del possibile “quadro logico” dei Recovery Plan come emerge dal Reg. (UE) 2021/241 sul Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza (che molti, in Italia, si ostinano a chiamare “Recovery Fund”). Il Regolamento, infatti, elenca un numero troppo elevato di obiettivi generali, non indica un obiettivo specifico e, soprattutto, non delinea una serie di nessi causali che da un lato leghino obiettivi “operativi”, obiettivo specifico e impatti attesi di lungo termine e, al tempo stesso, illustrino la ratio dell’assegnazione degli strumenti di policy agli obiettivi. A fronte di queste carenze della base normativa, vi è il fondato rischio che possa essere alquanto debole anche il “quadro logico” dei Recovery Plan.
Next Generation EU: la struttura dei “Recovery Plan”
Il post illustra la struttura di massima dei Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza – “Recovery Plan” – come emerge dal Reg. (UE) 2021/241 sul Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza. Il Reg. (UE) 2021/241, rispetto alla proposta iniziale della Commissione, propone una serie di vincoli aggiuntivi che, a mio avviso, non possono che essere accolti positivamente. La rigida struttura imposta dal Regolamento ai “Recovery Plan” aiuterà il nuovo Governo a frenare “l’assalto alla diligenza” e non è certo un elemento di novità assoluta. Amministrazioni centrali e Regioni, infatti, sono ormai tre decenni che formulano e gestiscono i Programmi Operativi cofinanziati dai Fondi Strutturali, molto più rigidi dei “Recovery Plan”.
FSE Plus 2021-2027: l’importanza di una priorità di intervento trasversale per la tutela della salute
Il breve articolo rimarca l’importanza di inserire nei nuovi Programmi Operativi che saranno cofinanziati dal FSE Plus 2021-2027 una autentica priorità trasversale inerente alla tutela della salute pubblica. Una siffatta scelta è quasi obbligata a causa dell’esigenza, resa evidente dalla pandemia, di rafforzare i sistemi sanitari in tutti gli Stati Membri e, di fatto, è stata già attuata nell’ambito degli interventi della c.d. “Coronavirus Response Investment Initiative”, varata nel periodo Marzo-Aprile per valorizzare quanto più possibile i Fondi Strutturali quali strumenti di risposta rapida per fronteggiare l’emergenza sanitaria e tamponare gli effetti recessivi della pandemia.
Next Generation EU: un esempio concreto su come accelerare la formulazione dei Programmi Operativi cofinanziati da FSE Plus e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
Il post, dopo aver ribadito la pressante urgenza che Governo centrale e Regioni accelerino la formulazione sia del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (necessario per accedere ai contributi di Next Generation EU), sia dei Programmi Operativi che saranno cofinanziati dai Fondi “per la coesione” post 2020, fornisce un esempio concreto su come farlo con riferimento al Fondo Sociale Europeo Plus (FSE Plus). Il fattore catalizzante di ambedue le programmazioni sono le “strategie” e i piani di medio termine richiesti dalla normativa sui Fondi “per la coesione” per assolvere alle c.d. “condizioni abilitanti” (le “condizionalità” della programmazione in corso). Le “strategie” e i piani di medio termine per assolvere alle c.d. “condizioni abilitanti”, infatti, sono strategie/documenti di policy ineludibili anche per l’elaborazione di un valido Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
I negoziati gemelli su Next Generation EU e sui Fondi Strutturali post 2020
Il post valorizza alcune osservazioni critiche su Next Generation EU e sul Dispositivo per la ripresa e la resilienza, avanzate in due recenti contributi di analisi della Corte dei Conti Europea, per invitare a una riflessione sulla pressante urgenza che Governo nazionale e Regioni accelerino non solo la formulazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ma anche quella dei programmi pluriennali cofinanziati dai Fondi Strutturali. Questo per valorizzare complementarità e potenziali sinergie fra le linee di finanziamento di Next Generation EU e i Fondi Strutturali post 2020, ma anche per trattare con congruo anticipo certe criticità inerenti all’attuazione delle linee di intervento dei PNRR che, per anni, si sono ampiamente registrate anche nel corso dell’attuazione dei Programmi Operativi cofinanziati dai Fondi “per la coesione” e da quelli per lo sviluppo rurale. Fra queste, in Italia, meriterebbero maggiore attenzione le difficoltà di assorbimento delle risorse stanziate ed anche la qualità e l’impatto di medio-lungo termine deludenti dei progetti ammessi a beneficio.