Il post ricapitola le proposte più rilevanti avanzate nel 2020 dalla Commissione in materia di occupazione, istruzione in senso lato (lifelong learning) ed inclusione sociale. Queste proposte sono assolutamente coerenti con la Comunicazione COM(2020) 14 del 14.01.2020 “Un’Europa sociale forte per transizioni giuste” che, de facto, è il piano di lavoro che si è dato la Commissione von der Leyen per dare corso al Pilastro Europeo dei Diritti sociali e delineare un nuovo modello di sviluppo produttivo per il continente europeo, compatibile con visione e obiettivi del “Green Deal europeo”. Nonostante la terribile pandemia e gli ulteriori carichi di lavoro imposti alla Commissione dalla necessità di varare iniziative e strumenti straordinari per fronteggiarne gli effetti recessivi, l’organo esecutivo dell’UE ha ampiamente rispettato il piano di lavoro delineato nella COM(2020) 14. Alla luce del forte impatto della pandemia sui sistemi educativi e sull’organizzazione della didattica, appaiono particolarmente rilevanti le proposte del 30 Settembre scorso sulla strategia per creare un’autentica area europea dell’istruzione e sul piano di azione per l’istruzione digitale 2021-2027.
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La valutazione della Commissione Europea del supporto del FSE all’inclusione sociale e il “disegno di valutazione” dei programmi complessi
Il post, a partire dalla disamina del recente rapporto di valutazione della Commissione sull’efficacia del FSE 2014-2020 nel promuovere l’inclusione sociale e contrastare la povertà, rimarca che, con riferimento ai criteri valutativi efficacia e impatto, il “disegno di valutazione”, una volta stabilito un dato “ambito di valutazione”, può essere compiutamente definito solo una volta effettuata una mappatura articolata e attenta di (i) tipologie di intervento finanziate, (ii) gruppi target prevalenti di ogni tipologia di intervento e, non ultimo, (iii) procedure di selezione e attuazione degli interventi finanziati. La mappatura di questi elementi di analisi ineludibili, infatti, condiziona la formulazione della “theory of change” di riferimento e la mappatura degli impatti attesi, ma condiziona anche le Domande Valutative e i relativi criteri di giudizio ed anche la scelta di metodi e strumenti di analisi.
Next Generation EU: la “missione” 4 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e le politiche dell’UE per l’istruzione
Le Linee Guida per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), presentate il 16 Settembre scorso, sono discutibili sotto molteplici punti di vista, in primo luogo per la debole coerenza “esterna” con le direttrici strategiche delle politiche pubbliche europee. Per ciascuna delle sei “missioni” del PNRR vi sono dei generici riferimenti al quadro di policy europeo. Questo breve articolo prova a delineare i principali elementi del quadro delle politiche dell’UE in materia di istruzione e formazione da prendere come termini di riferimento per formulare in modo coerente azioni di policy e progetti della “missione” 4 del PNRR “Istruzione, formazione, ricerca e cultura”.
Next Generation EU: i principali limiti delle Linee Guida del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
Il 16 Settembre scorso il Governo ha reso pubbliche le Linee Guida per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che l’Italia, così come gli altri Stati Membri dell’UE, dovrà presentare al più tardi entro il 30.04.2021 per accedere ai contributi del Dispositivo per la ripresa e la resilienza, di gran lunga la principale linea di finanziamento di Next Generation EU. Le Linee Guida per il PNRR, per usare le parole di una meravigliosa poesia di Quasimodo, “oscillavano lievi al triste vento”. A mio modesto avviso si tratta di un documento che somiglia quasi nulla a un documento di programmazione; presenta quelle che sono dei semplici ambiti di policy come delle “missioni”, dimostrando di non aver chiaro il vero significato in politica economica delle “missioni” (sfide strategiche di medio lungo termine, di guida sia per i decisori pubblici, sia per i cittadini); non propone alcun “quadro logico” che leghi coerentemente le 4 “sfide”, le 6 “missioni”, i cluster di progetti e i singoli progetti e, non ultimo, le direttrici di policy non sembrano adeguatamente tarate sulle direttrici strategiche delle politiche pubbliche dell’UE.
Next Generation EU: a partire dal 15 Ottobre gli Stati Membri possono presentare la versione preliminare dei Piani di Ripresa e Resilienza
Il post è inteso a fare chiarezza sulle scadenze per la presentazione dei Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza che gli Stati Membri dovranno presentare, al più tardi entro il 30.04.2021, per accedere ai finanziamenti del Dispositivo per la ripresa e la resilienza (“Recovery and Resilience Facility”), che è di gran lunga la principale linea di finanziamento di Next Generation EU.
Next Generation EU: alcune valutazioni critiche della Corte dei Conti Europea
Il post esamina alcune delle osservazioni critiche sul Dispositivo per la ripresa e la resilienza formulate di recente dalla Corte dei Conti Europea. Alcune di queste critiche riguardano il numero eccessivo di policy areas interessate e di obiettivi di medio-lungo termine. Altri rilievi molto utili della magistratura contabile europea concernono rischi ed opportunità riconducibili all’ampia sovrapposizione di obiettivi con i programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali. Questo aspetto, almeno fra i decisori politici e i media, appare ampiamente trascurato. Il mio modesto parere, invece, è che Governo nazionale e Regioni non debbano solo lavorare alacremente per presentare alla Commissione un robusto Piano di ripresa e resilienza, ma debbano anche, in parallelo, accelerare la formulazione dei programmi pluriennali cofinanziati dai Fondi Strutturali. Questo per valorizzare complementarità e potenziali sinergie fra le linee di finanziamento di Next Generation EU e i Fondi Strutturali post 2020.
Aggiornamento sul negoziato sul Fondo Sociale Europeo Plus post 2020
Il post richiama i principali termini di riferimento del negoziato sul Fondo Sociale Europeo Plus post 2020, che si possono individuare nella proposta di regolamento della Commissione del 2018 (si veda la COM (2018) 382) e nella nuova proposta, avanzata sempre dalla Commissione, il 28.05.2020 (si veda la COM (2020) 447) e, soprattutto, nelle Conclusioni del Consiglio Europeo straordinario del 17-21 luglio. Le Conclusioni del Consiglio riportano alcune indicazioni non sempre coerenti con la struttura e i contenuti del FSE Plus come delineati nelle proposte della Commissione, che dovranno essere chiarite meglio nello scorcio finale del negoziato.
Il Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027 dell’UE dopo le proposte di revisione del 27 maggio 2020
Il post sollecita una maggiore attenzione di media ed osservatori qualificati sull’importanza di un attento esame della struttura del bilancio pluriennale dell’UE (Quadro Finanziario Pluriennale) per il periodo 2021-2027. In una fase in cui si parla tanto di strategia di rilancio del paese, il piano strategico Next Generation EU e le nuove proposte sul Quadro Finanziario Pluriennale post 2020, che la Commissione ha avanzato il 27.05.2020, forniscono già un framework strategico su cui modellare, se si vuole, anche in modo un po’ opportunistico, la strategia di rilancio del paese. Una siffatta scelta faciliterebbe i negoziati anche su altri dossier con l’UE e, indirettamente, indurrebbe anche i potenziali beneficiari del nostro paese ad indirizzare scelte strategiche e capacità progettuali verso aree tematiche e settori di intervento su cui saranno allocate le quote più consistenti dei fondi europei post 2020.
Gli interventi di riprogrammazione del FEAD per contrastare meglio l’epidemia di Coronavirus
Il breve contributo pone in evidenza che, quantunque siano assolutamente parziali rispetto alla gravità della crisi in atto e delle sue possibili conseguenze sulla stessa possibilità di sopravvivere di molti Enti del Terzo Settore (ETS) nei prossimi mesi, a partire dal 13 Marzo 2020 la Commissione Europea sta lavorando a delle proposte di revisione dei programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali e dei Programmi Nazionali cofinanziati dal FEAD (Fondo di aiuti europei agli indigenti) che potrebbero rilevarsi molto utili anche per gli ETS. Il focus del contributo è sulle revisioni proposte per il FEAD.
La riprogrammazione degli “strumenti finanziari” della politica di coesione per contenere gli effetti recessivi dell’epidemia di COVID-19
Il contributo tratta gli interventi di riprogrammazione degli “strumenti finanziari” della politica di coesione finalizzati a contrastare gli effetti recessivi dell’epidemia di COVID-19. A tale riguardo viene posto l’accento sull’importanza delle misure di semplificazione del loro utilizzo, dal momento che il regolamento generale del 2013 sui Fondi SIE e il Regolamento di esecuzione (UE) N. 821/2014 prevedono procedure alquanto time-consuming sia per la loro gestione, sia per il loro monitoraggio. Le misure di semplificazione, quindi, potrebbero accelerare di molto sia il set up di nuovi strumenti finanziari, sia la rendicontazione finale delle spese.