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La valutazione dell’impatto dell’Asse 1 “Ricerca, Sviluppo tecnologico e innovazione” dei POR FESR 2014-2020

Il post propone delle riflessioni sui processi innovativi e sulla valutazione degli interventi pubblici a sostegno della ricerca e dell’innovazione inclusi nei POR FESR regionali. Tale valutazione, in particolare, dovrebbe essere focalizzata sugli Assi 1 e 3 dei POR FESR (corrispondenti agli Obiettivi Tematici 1 e 3 dell’Accordo di Partenariato). L’articolo si concentra nello specifico sulla valutazione dell’Asse 1 dei POR FESR e sulla necessità di concentrare l’analisi su alcune key issues in grado di dare conto dei progressi a livello microeconomico e macroeconomico nell’interpretazione dei processi di genesi e diffusione dell’innovazione.

Alcuni suggerimenti per rafforzare la complementarietà fra 9° Programma Quadro per la R&ST, “Smart Specialisation Strategies” e Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali

Il post fornisce alcune indicazioni su come rafforzare la complementarietà fra il 9° PQ per la R&ST dell’UE, le RIS3 e i Programmi finanziati dai Fondi Strutturali. In particolare, alla luce dei rilievi critici del professor Iacobucci e altri ricercatori, per la programmazione post 2020, a livello di scelte nazionali/regionali, si suggerisce non solo di migliorare il processo di formulazione delle RIS3, ma di renderle parimenti più vincolanti per quel che concerne sia il disegno strategico dei Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali, sia le tipologie di intervento finanziabili.

Il 9° Programma Quadro per la R&ST post 2020 e il paradigma “Smart Specialisation Strategy”

Il post pone alcuni interrogativi sui contenuti del nuovo negoziato sugli interventi dell’UE a sostegno di R&ST nel periodo di programmazione post 2020. Uno di questi concerne il rapporto fra il prossimo 9° Programma Quadro per la R&ST (Horizon Europe) e le strategie – nazionali e regionali – di “specializzazione intelligente” (RIS3). Sarebbe necessario che, nel corso del negoziato, si ricercasse un maggiore coordinamento fra strumenti di sostegno alla R&I implementati a livello europeo (finanziati con fondi “diretti”, in primo luogo, attualmente, Horizon 2020 e relative “iniziative” complementari) e quelli implementati a livello nazionale/regionali, finanziati con i Fondi Strutturali e di Investimento Europeo (Fondi SIE).

La valutazione delle politiche regionali per l’innovazione. Principali fonti statistiche e indicatori a livello europeo

Il post rimarca che ai fini di una rigorosa valutazione a livello regionale degli interventi a sostegno della ricerca e dell’innovazione sono disponibili molteplici fonti statistiche quantitative e quali-quantitative, gestite direttamente dalla Commissione (in particolare dalla DG Industria e Mercato Interno), dall’Eurostat e dal progetto ESPON. Tutte queste fonti consentono di disporre di una consolidata batteria di indicatori rilevabili su scala regionale, Inoltre, vengono periodicamente aggiornati per tutte le regioni NUTS II anche due indicatori compositi: il Regional Innovation Scoreboard (RIS) e il Regional Competitiveness Index (RCI).

Si fa presto a dire valutazione dell’impatto delle Smart Specialisation Strategies

Il post, in continuità con quelli precedenti, sottolinea come la valutazione delle RIS3, in realtà, implichi una valutazione dei vari strumenti di policy (programmi di policy pluriennali e altri strumenti agevolativi) che possono incidere sui cambiamenti dei sistemi innovativi e produttivi (quale che sia la scala territoriale di intervento considerata) e che le RIS3 regionali, invero, agiscono direttamente solo sugli “effetti di apprendimento” degli operatori pubblici e privati dell’eco-sistema innovativo

La valutazione delle Smart Specialisation Strategies. Il focus dell’analisi deve essere sugli “effetti di apprendimento”

Il post pone in luce quali siano gli obiettivi qualificanti delle Smart Specialisation Strategies (RIS3). Il post, di riflesso, fornisce delle conseguenti indicazioni sugli elementi chiave del “disegno di valutazione” delle RIS3. In particolare, spiega meglio l’importanza di valutare le RIS3 regionali a partire dagli “effetti di apprendimento” prodotti sia presso decisori pubblici e burocrati di loro fiducia, sia presso gli operatori pubblici e privati del sistema ricerca (in primis gli imprenditori). In una ipotetica “teoria del cambiamento” che cerchi di modellizzare gli impatti delle RIS3 (impatti molto difficili da spiegare, anche laddove sia possibile misurarli) tali “effetti di apprendimento” sono conditio sine qua non affinchè le RIS3 producano dei cambiamenti significativi delle strutture produttive, quale che sia la scala territoriale considerata.

Limiti della Smart Specialisation Strategy del Lazio e dei relativi processi di monitoraggio e valutazione

Questo contributo, muovendo da dei limiti della “Smart Specialisation Strategy” (RIS3) della Regione Lazio, pone in luce alcune difficoltà metodologiche specifiche comportate dai processi di monitoraggio e valutazione delle RIS3. La sezione su tali processi della RIS3 Lazio delinea un “disegno di valutazione” assolutamente in linea con quello generalmente applicato ai Programmi di spesa pluriennali dell’UE.
Le RIS3, invero, non essendo degli autentici Programmi pluriennali di spesa e, non meno importante, avendo obiettivi diretti differenti da quelli dei Programmi regionali, non possono essere valutate usando gli stessi approcci metodologici che si usano per i Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali.

Fondi Strutturali e politiche per la ricerca e l’innovazione. A cosa servono davvero le Smart Specialisation Strategies regionali?

Il post esamina alcune criticità del paradigma “Smart Specialisation Strategies” sviluppatosi nell’ultimo decennio su impulso della Commissione Europea, guardando soprattutto a come le Regioni italiane lo hanno applicato per formulare le loro RIS3 regionali e, di conseguenza, le loro strategie per sostenere la ricerca e l’innovazione con il contributo dei Fondi Strutturali. Le criticità principali, a mio avviso, concernono la scelta degli “ambiti scientifico-tecnologici” prioritari, la gestione dei processi di scoperta imprenditoriale e, fin qui, la scarsa attenzione alle difficoltà metodologiche specifiche comportate dai processi di monitoraggio e valutazione delle RIS3.

Aperta fino al prossimo 8 marzo la consultazione sulla politica di coesione dell’UE

Il post pone alcuni interrogativi sui contenuti della consultazione della Commissione sulla politica di coesione nel periodo post 2020. La consultazione appare davvero poco significativa ai fini della elaborazione di una visione “pluralista” della politica di coesione post 2020, sia a causa della recente Comunicazione della Commissione “A new, modern MultiAnnual Financial Framework for a European Union that delivers efficiently on its priorities post-2020”, COM (2018) 98, che parla direttamente agli Stati Membri, sia per la struttura del questionario online preparato dalla Commissione.
Struttura e contenuti del questionario denotano una chiara volontà di confermare lo status quo della politica di coesione, una politica sempre meno orientata alla solidarietà fra i territori europei.

Alcune note sui problemi di accesso ai fondi europei dei Comuni del Lazio (e non solo)

Il post evidenzia una serie di problemi di accesso ai fondi UE da parte dei Comuni, specialmente di quelli più piccoli. Nella mia attività professionale, riscontro che, in Italia, Enti Locali (e anche operatori privati) faticano ad indirizzare le proposte progettuali sui canali di finanziamento più pertinenti. In particolare, si continua a sottostimare l’importanza del mainstreaming dei progetti.