Gli Appunti di oggi illustrano molto brevemente la differenza sostanziale fra Politiche Attive del Lavoro e politiche strutturali dell’occupazione.
I Programmi cofinanziati da FSE+ – segnatamente la Priorità Occupazione – includono le azioni di Politica Attiva del Lavoro (PAL), ma non le politiche strutturali dell’occupazione.
Il nodo della questione è che non è possibile sostenere la creazione di nuovi posti di lavoro solo con interventi che rendano più flessibili i mercati del lavoro e facilitino il matching fra domanda e offerta di lavoro (è anche per questo motivo che sarebbe preferibile, come accaduto in altri periodi di programmazione, fare riferimento a obiettivi di occupabilità o di “migliore accesso all’occupazione”).
L’analisi del disegno strategico di questi Programmi e la valutazione dei loro effetti, pertanto, vanno sempre sviluppate partendo dalla premessa che gli interventi della Priorità Occupazione possono effettivamente concorrere a migliorare la situazione occupazionale se vi sono politiche strutturali dell’occupazione che sostengono – sul piano quantitativo (più posti di lavoro) e anche su quello qualitativo (migliori profili professionali e migliori condizioni di trattamento degli occupati) – la domanda di lavoro.
Tag: Mariana Mazzucato
Next Generation EU: la “missione” 4 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e le politiche dell’UE per l’istruzione
Le Linee Guida per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), presentate il 16 Settembre scorso, sono discutibili sotto molteplici punti di vista, in primo luogo per la debole coerenza “esterna” con le direttrici strategiche delle politiche pubbliche europee. Per ciascuna delle sei “missioni” del PNRR vi sono dei generici riferimenti al quadro di policy europeo. Questo breve articolo prova a delineare i principali elementi del quadro delle politiche dell’UE in materia di istruzione e formazione da prendere come termini di riferimento per formulare in modo coerente azioni di policy e progetti della “missione” 4 del PNRR “Istruzione, formazione, ricerca e cultura”.
Next Generation EU: i principali limiti delle Linee Guida del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
Il 16 Settembre scorso il Governo ha reso pubbliche le Linee Guida per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che l’Italia, così come gli altri Stati Membri dell’UE, dovrà presentare al più tardi entro il 30.04.2021 per accedere ai contributi del Dispositivo per la ripresa e la resilienza, di gran lunga la principale linea di finanziamento di Next Generation EU. Le Linee Guida per il PNRR, per usare le parole di una meravigliosa poesia di Quasimodo, “oscillavano lievi al triste vento”. A mio modesto avviso si tratta di un documento che somiglia quasi nulla a un documento di programmazione; presenta quelle che sono dei semplici ambiti di policy come delle “missioni”, dimostrando di non aver chiaro il vero significato in politica economica delle “missioni” (sfide strategiche di medio lungo termine, di guida sia per i decisori pubblici, sia per i cittadini); non propone alcun “quadro logico” che leghi coerentemente le 4 “sfide”, le 6 “missioni”, i cluster di progetti e i singoli progetti e, non ultimo, le direttrici di policy non sembrano adeguatamente tarate sulle direttrici strategiche delle politiche pubbliche dell’UE.
Il nuovo Programma per la ricerca Horizon Europe: il 7 giugno le proposte ufficiali della Commissione
Il post anticipa alcuni orientamenti strategici dell’UE che potrebbero informare il IX Programma Quadro per la R&ST (Horizon Europe) sulla base dei contenuti della recente Comunicazione della Commissione “A renewed European Agenda for Research and Innovation – Europe’s chance to shape its future” – COM (306) final del 15.05.2018.
Alcuni suggerimenti per rafforzare la complementarietà fra 9° Programma Quadro per la R&ST, “Smart Specialisation Strategies” e Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali
Il post fornisce alcune indicazioni su come rafforzare la complementarietà fra il 9° PQ per la R&ST dell’UE, le RIS3 e i Programmi finanziati dai Fondi Strutturali. In particolare, alla luce dei rilievi critici del professor Iacobucci e altri ricercatori, per la programmazione post 2020, a livello di scelte nazionali/regionali, si suggerisce non solo di migliorare il processo di formulazione delle RIS3, ma di renderle parimenti più vincolanti per quel che concerne sia il disegno strategico dei Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali, sia le tipologie di intervento finanziabili.
Il 9° Programma Quadro per la R&ST post 2020 e il paradigma “Smart Specialisation Strategy”
Il post pone alcuni interrogativi sui contenuti del nuovo negoziato sugli interventi dell’UE a sostegno di R&ST nel periodo di programmazione post 2020. Uno di questi concerne il rapporto fra il prossimo 9° Programma Quadro per la R&ST (Horizon Europe) e le strategie – nazionali e regionali – di “specializzazione intelligente” (RIS3). Sarebbe necessario che, nel corso del negoziato, si ricercasse un maggiore coordinamento fra strumenti di sostegno alla R&I implementati a livello europeo (finanziati con fondi “diretti”, in primo luogo, attualmente, Horizon 2020 e relative “iniziative” complementari) e quelli implementati a livello nazionale/regionali, finanziati con i Fondi Strutturali e di Investimento Europeo (Fondi SIE).