Il post illustra alcune criticità del “quadro di valutazione della ripresa e della resilienza” previsto dall’art. 30 del Reg. (UE) 2021/241 sul Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza (il principale dispositivo di spesa di Next Generation EU che finanzierà i Piani Nazionali di Ripresa e di Resilienza degli Stati).
Il Regolamento, infatti, attribuisce delle responsabilità in merito alla valutazione degli interventi solo alla Commissione, indica quali landmark dei processi di attuazione “traguardi” e “obiettivi” definiti in modo assolutamente generico e rimanda a degli Atti delegati la definizione del set di indicatori comuni e di maggiori specifiche sul “quadro di valutazione”.
Stante il fatto che a 20 giorni dalla deadline per la presentazione dei Recovery Plan si sa ben poco di quali saranno le direttrici strategiche di quello del Governo Draghi, sarebbe auspicabile che l’Esecutivo, eventualmente anche con il contributo dello Strumento di sostegno tecnico (gestito dalla DG Riforme della Commissione) appronti un efficace sistema di valutazione in itinere sia dei progetti sia del Piano nel suo complesso.
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La valutazione dei Recovery Plan. L’AIV accende i riflettori su una questione tanto importante, quanto fin qui trascurata
Il post presenta un utile seminario dell’Associazione Italiana di Valutazione (AIV) sui Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza (PNRR) e sulla necessità di rafforzare il ruolo della valutazione per migliorare le politiche pubbliche (Lunedì 29 Marzo, ore 11.00 – 13.00). Con questo webinar, che mi annovera fra i relatori, i coordinatori del Gruppo Tematico “Valutazione Politiche e Programmi Comunitari” – Simona Cristiano, Virgilio Buscemi e Fabrizio Tenna – accendono i riflettori su un tema tanto importante quanto, almeno fin qui, trascurato nel dibattito italiano sul PNRR. Spero che i 25 lettori di questo blog lunedì 29 Marzo abbiano modo di seguire questo interessante seminario organizzato dall’AIV.
Fondi Strutturali, Next Generation EU e Recovery Plan. Intervista all’esperto senior Vito Vacca
Questo post riporta una intervista all’esperto indipendente Vito Vacca, che vanta una lunga esperienza, anche in campo internazionale, in materia di politiche pubbliche e di fondi europei. In questa intervista egli sviluppa delle autorevoli riflessioni su Next Generation EU e sui Fondi Strutturali 21-27, partendo da alcune domande volte a capire meglio, con il suo gradito contributo, alcuni aspetti critici del Reg. (UE) 2021/241 che disciplinerà il principale dispositivo di spesa di Next Generation EU – il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza – e, di riflesso i Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza.
Next Generation EU: alcune critiche al “quadro logico” dei Recovery Plan
Il post illustra alcune criticità del possibile “quadro logico” dei Recovery Plan come emerge dal Reg. (UE) 2021/241 sul Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza (che molti, in Italia, si ostinano a chiamare “Recovery Fund”). Il Regolamento, infatti, elenca un numero troppo elevato di obiettivi generali, non indica un obiettivo specifico e, soprattutto, non delinea una serie di nessi causali che da un lato leghino obiettivi “operativi”, obiettivo specifico e impatti attesi di lungo termine e, al tempo stesso, illustrino la ratio dell’assegnazione degli strumenti di policy agli obiettivi. A fronte di queste carenze della base normativa, vi è il fondato rischio che possa essere alquanto debole anche il “quadro logico” dei Recovery Plan.
Next Generation EU: la struttura dei “Recovery Plan”
Il post illustra la struttura di massima dei Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza – “Recovery Plan” – come emerge dal Reg. (UE) 2021/241 sul Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza. Il Reg. (UE) 2021/241, rispetto alla proposta iniziale della Commissione, propone una serie di vincoli aggiuntivi che, a mio avviso, non possono che essere accolti positivamente. La rigida struttura imposta dal Regolamento ai “Recovery Plan” aiuterà il nuovo Governo a frenare “l’assalto alla diligenza” e non è certo un elemento di novità assoluta. Amministrazioni centrali e Regioni, infatti, sono ormai tre decenni che formulano e gestiscono i Programmi Operativi cofinanziati dai Fondi Strutturali, molto più rigidi dei “Recovery Plan”.
Le rilevanti conseguenze sul processo di integrazione europea di Next Generation EU
Il post rimarca la rilevanza politica di Next Generation EU (NGEU) per lo stesso processo di integrazione europea. Per la prima volta nella storia dell’UE, infatti, la Commissione Europea darà corso a un massiccio piano di emissione di titoli di debito europei, attraverso il dispositivo giuridico “Strumento dell’UE per la ripresa” per finanziare interventi di contrato degli effetti recessivi della pandemia che, tra l’altro, avranno come effetto una forte redistribuzione di risorse fra gli Stati Membri (l’Italia ne sarà fra i principali beneficiari). NGEU e il dispositivo giuridico – “EU Recovery Instrument” – attraverso il quale la Commissione raccoglierà risorse finanziarie straordinarie sui mercati dei capitali per finanziare il Piano per la Ripresa Europea costituiscono non solo una poderosa spinta dal lato della domanda al rilancio post-pandemico dell’economia europea, ma anche dei fattori di profondo rinnovamento dell’impianto delle politiche pubbliche dell’UE. Essi, inoltre, potrebbero parimenti contribuire in modo decisivo a ridisegnare il sistema di governance delle politiche europee e nazionali e ad indirizzare il processo di integrazione europea nella direzione di una autentica “unione fiscale”.
Il “Green Deal europeo” quale riferimento strategico del Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027 e di Next Generation EU
Il post illustra la valenza strategica del “Green Deal europeo”, che si può considerare un autentico faro delle politiche pubbliche dell’UE nel nuovo decennio e, quindi, il successore della strategia “Europe 2020”. Il “Green Deal europeo”, costituisce certamente il quadro strategico di riferimento per il Piano per la Ripresa Europea approvato dal Consiglio Europeo del 23.04.2020 e per il piano NGEU (e, quindi, per i Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza che saranno finanziati a valere del Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza). Tuttavia, alla luce della sua capacità di influenzare molteplici ambiti di policy, sarà parimenti il faro del Quadro Finanziario Pluriennale e dei Programmi Nazionali di Riforma (PNR) che gli Stati debbono annualmente presentare alle Istituzioni comunitarie nell’ambito del “semestre europeo”.
La valenza politica del Quadro Finanziario Pluriennale dell’UE
Il post illustra la valenza politica del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP), la cui struttura rispecchia le priorità di policy dell’UE. Il QFP, infatti, è suddiviso in rubriche (e sotto-rubriche), corrispondenti alle grandi priorità di policy dell’UE. Esso, inoltre, contribuisce a rafforzare la disciplina di bilancio, dal momento che fissa dei massimali per gli stanziamenti di impegno (“appropriations for commitments”) a livello di singole rubriche e un massimale globale per gli stanziamenti di spesa (“appropriations for payments”).
Next Generation EU: l’importanza della Decisione sulle risorse proprie dell’UE
Questo post, in assoluta continuità con quello precedente del 10.01.2021, è inteso a spiegare meglio l’importanza della Decisione sulle “risorse proprie” dell’UE per l’attuazione del piano straordinario da 750 miliardi di Euro Next Generation EU e, in Italia, del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Quest’ultimo è oggetto di un acceso confronto politico. I decisori pubblici, tuttavia, dovrebbero tenere conto anche del fatto che la Decisione del Consiglio sulle “risorse proprie” (entrate ordinarie del bilancio europeo) dovrà essere confermata da tutti gli Stati Membri, secondo le loro norme costituzionali.
Next Generation EU, lo Strumento dell’UE per la ripresa e le entrate del bilancio europeo
Il 22.12.2020 è stato pubblicato sulla GUUE il pacchetto legislativo sul bilancio pluriennale 2021-2027 dell’UE e su Next Generation EU (più precisamente sullo Strumento dell’UE per la ripresa). Ciò nonostante, nel dibattito italiano, dopo sei mesi di confronti e negoziati a livello europeo, si continua a fare confusione fra il piano strategico Next Generation EU, lo Strumento dell’UE per la ripresa (in inglese “EU Recovery Instrument”) e il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza (in inglese “Recovery and Resilience Facility”). Questo post, quindi, è volto a ribadire che lo Strumento dell’UE per la ripresa non è un vero piano di spesa, bensì lo strumento di natura temporanea ed eccezionale di cui si è dotata l’UE per raccogliere risorse finanziarie supplementari (e giuridicamente molto particolari) rispetto alle risorse ordinarie dell’UE (indicate in gergo come “risorse proprie”).