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FSE Plus 2021-2027: l’importanza di una priorità di intervento trasversale per la tutela della salute

Il breve articolo rimarca l’importanza di inserire nei nuovi Programmi Operativi che saranno cofinanziati dal FSE Plus 2021-2027 una autentica priorità trasversale inerente alla tutela della salute pubblica. Una siffatta scelta è quasi obbligata a causa dell’esigenza, resa evidente dalla pandemia, di rafforzare i sistemi sanitari in tutti gli Stati Membri e, di fatto, è stata già attuata nell’ambito degli interventi della c.d. “Coronavirus Response Investment Initiative”, varata nel periodo Marzo-Aprile per valorizzare quanto più possibile i Fondi Strutturali quali strumenti di risposta rapida per fronteggiare l’emergenza sanitaria e tamponare gli effetti recessivi della pandemia.

Next Generation EU: un esempio concreto su come accelerare la formulazione dei Programmi Operativi cofinanziati da FSE Plus e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

Il post, dopo aver ribadito la pressante urgenza che Governo centrale e Regioni accelerino la formulazione sia del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (necessario per accedere ai contributi di Next Generation EU), sia dei Programmi Operativi che saranno cofinanziati dai Fondi “per la coesione” post 2020, fornisce un esempio concreto su come farlo con riferimento al Fondo Sociale Europeo Plus (FSE Plus). Il fattore catalizzante di ambedue le programmazioni sono le “strategie” e i piani di medio termine richiesti dalla normativa sui Fondi “per la coesione” per assolvere alle c.d. “condizioni abilitanti” (le “condizionalità” della programmazione in corso). Le “strategie” e i piani di medio termine per assolvere alle c.d. “condizioni abilitanti”, infatti, sono strategie/documenti di policy ineludibili anche per l’elaborazione di un valido Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

I negoziati gemelli su Next Generation EU e sui Fondi Strutturali post 2020

Il post valorizza alcune osservazioni critiche su Next Generation EU e sul Dispositivo per la ripresa e la resilienza, avanzate in due recenti contributi di analisi della Corte dei Conti Europea, per invitare a una riflessione sulla pressante urgenza che Governo nazionale e Regioni accelerino non solo la formulazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ma anche quella dei programmi pluriennali cofinanziati dai Fondi Strutturali. Questo per valorizzare complementarità e potenziali sinergie fra le linee di finanziamento di Next Generation EU e i Fondi Strutturali post 2020, ma anche per trattare con congruo anticipo certe criticità inerenti all’attuazione delle linee di intervento dei PNRR che, per anni, si sono ampiamente registrate anche nel corso dell’attuazione dei Programmi Operativi cofinanziati dai Fondi “per la coesione” e da quelli per lo sviluppo rurale. Fra queste, in Italia, meriterebbero maggiore attenzione le difficoltà di assorbimento delle risorse stanziate ed anche la qualità e l’impatto di medio-lungo termine deludenti dei progetti ammessi a beneficio.

FSE Plus e nuove proposte, avanzate nel 2020, per le politiche dell’UE per l’istruzione, l’occupazione e l’inclusione sociale

Il post ricapitola le proposte più rilevanti avanzate nel 2020 dalla Commissione in materia di occupazione, istruzione in senso lato (lifelong learning) ed inclusione sociale. Queste proposte sono assolutamente coerenti con la Comunicazione COM(2020) 14 del 14.01.2020 “Un’Europa sociale forte per transizioni giuste” che, de facto, è il piano di lavoro che si è dato la Commissione von der Leyen per dare corso al Pilastro Europeo dei Diritti sociali e delineare un nuovo modello di sviluppo produttivo per il continente europeo, compatibile con visione e obiettivi del “Green Deal europeo”. Nonostante la terribile pandemia e gli ulteriori carichi di lavoro imposti alla Commissione dalla necessità di varare iniziative e strumenti straordinari per fronteggiarne gli effetti recessivi, l’organo esecutivo dell’UE ha ampiamente rispettato il piano di lavoro delineato nella COM(2020) 14. Alla luce del forte impatto della pandemia sui sistemi educativi e sull’organizzazione della didattica, appaiono particolarmente rilevanti le proposte del 30 Settembre scorso sulla strategia per creare un’autentica area europea dell’istruzione e sul piano di azione per l’istruzione digitale 2021-2027.

Next Generation EU, le nuove competenze per la duplice transizione verde e digitale e l’agenda per le competenze per l’Europa

Come ho evidenziato nel precedente post del 20 Ottobre, per migliorare la “missione” 4 “Istruzione, formazione, ricerca e cultura” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (necessario per accedere ai finanziamenti di Next Generation EU) e rafforzare la coerenza delle azioni/progetti con le direttrici strategiche delle politiche europee per l’istruzione e la formazione professionale il Governo dovrà tenere conto di diverse iniziative strategiche che la Commissione Europea ha varato in materia in questi ultimi mesi. Fra queste spicca, per concretezza e rilevanza, la nuova “agenda per le competenze per l’Europa” presentata il 1° Luglio 2020. La “new skills agenda” 2020 propone delle azioni concrete e degli sfidanti obiettivi inerenti alle competenze professionali, da raggiungere da qui al 2025, che dovrebbero essere ripresi integralmente nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Next Generation EU: la “missione” 4 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e le politiche dell’UE per l’istruzione

Le Linee Guida per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), presentate il 16 Settembre scorso, sono discutibili sotto molteplici punti di vista, in primo luogo per la debole coerenza “esterna” con le direttrici strategiche delle politiche pubbliche europee. Per ciascuna delle sei “missioni” del PNRR vi sono dei generici riferimenti al quadro di policy europeo. Questo breve articolo prova a delineare i principali elementi del quadro delle politiche dell’UE in materia di istruzione e formazione da prendere come termini di riferimento per formulare in modo coerente azioni di policy e progetti della “missione” 4 del PNRR “Istruzione, formazione, ricerca e cultura”.

Next Generation EU: i principali limiti delle Linee Guida del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

Il 16 Settembre scorso il Governo ha reso pubbliche le Linee Guida per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che l’Italia, così come gli altri Stati Membri dell’UE, dovrà presentare al più tardi entro il 30.04.2021 per accedere ai contributi del Dispositivo per la ripresa e la resilienza, di gran lunga la principale linea di finanziamento di Next Generation EU. Le Linee Guida per il PNRR, per usare le parole di una meravigliosa poesia di Quasimodo, “oscillavano lievi al triste vento”. A mio modesto avviso si tratta di un documento che somiglia quasi nulla a un documento di programmazione; presenta quelle che sono dei semplici ambiti di policy come delle “missioni”, dimostrando di non aver chiaro il vero significato in politica economica delle “missioni” (sfide strategiche di medio lungo termine, di guida sia per i decisori pubblici, sia per i cittadini); non propone alcun “quadro logico” che leghi coerentemente le 4 “sfide”, le 6 “missioni”, i cluster di progetti e i singoli progetti e, non ultimo, le direttrici di policy non sembrano adeguatamente tarate sulle direttrici strategiche delle politiche pubbliche dell’UE.

Next Generation EU: a partire dal 15 Ottobre gli Stati Membri possono presentare la versione preliminare dei Piani di Ripresa e Resilienza

Il post è inteso a fare chiarezza sulle scadenze per la presentazione dei Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza che gli Stati Membri dovranno presentare, al più tardi entro il 30.04.2021, per accedere ai finanziamenti del Dispositivo per la ripresa e la resilienza (“Recovery and Resilience Facility”), che è di gran lunga la principale linea di finanziamento di Next Generation EU.

Next Generation EU: alcune valutazioni critiche della Corte dei Conti Europea

Il post esamina alcune delle osservazioni critiche sul Dispositivo per la ripresa e la resilienza formulate di recente dalla Corte dei Conti Europea. Alcune di queste critiche riguardano il numero eccessivo di policy areas interessate e di obiettivi di medio-lungo termine. Altri rilievi molto utili della magistratura contabile europea concernono rischi ed opportunità riconducibili all’ampia sovrapposizione di obiettivi con i programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali. Questo aspetto, almeno fra i decisori politici e i media, appare ampiamente trascurato. Il mio modesto parere, invece, è che Governo nazionale e Regioni non debbano solo lavorare alacremente per presentare alla Commissione un robusto Piano di ripresa e resilienza, ma debbano anche, in parallelo, accelerare la formulazione dei programmi pluriennali cofinanziati dai Fondi Strutturali. Questo per valorizzare complementarità e potenziali sinergie fra le linee di finanziamento di Next Generation EU e i Fondi Strutturali post 2020.

Lo Strumento dell’UE per la ripresa (Next Generation EU) e i “piani per la ripresa e la resilienza”

Il post propone delle riflessioni sul piano strategico dell’UE Next Generation EU e sui “piani per la ripresa e la resilienza”, che gli Stati Membri dovranno presentare entro ottobre per accedere ai finanziamenti “straordinari” di Next Generation EU. Tali piani, ovviamente, dovranno essere coerenti con i pilastri “strategici” di Next Generation EU (Europa verde, Europa digitale ed Europa più resiliente), aspetto questo da accogliere positivamente, sia per la rilevanza di questi pilastri “strategici”, sia per evitare una indesiderabile frammentazione degli interventi. L’aspetto realmente problematico, a dire il vero, concerne la capacità di finanziare ed attuare interventi strutturali di riforma delle politiche pubbliche, necessariamente graduali e di medio termine, e, al tempo stesso, rispettare le scadenze fissate per l’impegno delle risorse (fine del 2023) e per il loro pieno utilizzo (fine del 2026), scadenze non facili da ottemperare.