Il post argomenta che i Regolamenti dell’UE, l’Accordo di Partenariato nazionale e il bando della Regione Lazio per la selezione dei nuovi PSL 2014-2020 sono caratterizzati da troppi vincoli “top down” che rendono i processi di animazione territoriale processi sterili, non in grado di favorire il recepimenti nei nuovi PSL di istanze di benessere e conoscenze “tacite” delle comunità locali. In estrema sintesi, il bando mette un po’ in discussione alcuni pilastri del LEADER (approccio partecipativo e dal basso, strategie di sviluppo realmente basate su punti di forza ed elementi distintivi delle aree locali), proprio a causa di troppi vincoli alla formulazione dei PSL “calati dall’alto”. Ciò nonostante, va anche riconosciuto che il novero di Misure, Sottomisure e “operazioni” ammissibili a beneficio è sufficientemente ampio per redigere dei validi PSL.
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Sviluppo locale: rischi e valore aggiunto dei processi partecipativi
L’approccio allo sviluppo locale informato a logiche participative e di empowerment delle comunità locali (bottom up approach) presenta rischi e opportunità. Il breve articolo evidenzia che tali opportunità non sono riconducibili solo al miglioramento dei sistemi di governance locale, ma anche al cambiamento dei sistemi di creazione del valore – sempre più incentrati sulla interazione continua degli operatori economici – e a quello dei processi innovativi (open innovation).