Tag: Startup innovative a vocazione sociale

Riforma del terzo settore, organizzazioni ibride e normativa sulle startup innovative a vocazione sociale

La Circolare N. 3677/C (20 gennaio 2015) del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) e la Guida del MISE per start up innovative a vocazione sociale (SIAVS) alla redazione del “Documento di Descrizione dell’Impatto Sociale” (data 21 gennaio 2015), introducono una ulteriore “condizionalità” per le SIAVS per poter accedere agli incentivi fiscali maggiorati di cui all’art. 29 del Decreto Crescita 2.0. Le SIAVS devono dimostrare il loro “impatto sociale”.
Questa è un’innovazione amministrativa che, a mio parare, incide ampiamente sui termini del dibattito parlamentare sulla riforma del terzo settore.
Per certi versi il dibattito sul contributo al benessere collettivo delle organizzazioni del terzo settore, grazie alla Circolare del MISE, si chiude con l’introduzione di quella che considero la clausola più importante. Mi riferisco appunto alla richiesta alle SIAVS (le future “imprese sociali” quando si saranno consolidate sul mercato) di dimostrare il loro impatto sociale.

Le startup innovative a vocazione sociale… queste sconosciute

Le Startup innovative e le Startup Innovative a Vocazione Sociale (SIAVS), nuove forme d’impresa istituite dal D.L. 179/2012, potrebbero dare un contributo di rilievo al rilancio produttivo e occupazionale nel nostro paese. Questo post evidenzia, tuttavia, che attenzione generale e dibattito fra esperti sono troppo concentrate sulle startup tecnologiche, mentre appare sottostimata la rilevanza potenziale delle SIAVS in un sistema di welfare, quale quello italiano, da sempre sbilanciato sui trasferimenti a discapito dell’erogazione di servizi di cura. Il post evidenzia anche alcune possibili criticità delle politiche di sostegno alle SIAVS.