Il post, che muove dall’analisi di un contributo recente dell’esperto Federico Mento, evidenzia come i Social Impact Bonds siano strumenti potenzialmente molto efficaci per definire modelli di welfare pubblico che remunerino gli impatti socio-economici. Si tratta di modelli dei quali in Italia se ne sente strettamente la necessità. Appare evidente a tutti, infatti, l’esigenza di superare i meccanismi di esternalizzazione dei servizi pubblici informati alle logiche del “massimo ribasso”. Le “gare al massimo ribasso”, invero, sono la negazione della ricerca della qualità progettuale e di significativi impatti sociali delle politiche pubbliche.
Tag: The Young Foundation
Alcune rilevanti criticità metodologiche del disegno di valutazione dei Social Impact Bonds
Il post evidenzia alcune criticità che caratterizzano l’applicazione dei metodi contro-fattuali alla valutazione dell’impatto dei Social Impact Bonds. Queste sono riconducibili soprattutto alle particolari condizioni di svantaggio dei beneficiari (ex alcolisti, ex detenuti e altri in condizioni di marginalità). Per queste categorie di individui, infatti, è particolarmente complesso sia definire dei campioni di controllo per la stima contro-fattuale degli impatti, sia mantenere la “integrità” del processo valutativo fino al termine.
Riduzione della spesa ed efficacia dell’intervento pubblico. L’importanza dei Social Impact Bonds
I Social Impact Bonds sono strumenti potenzialmente molto efficaci per ridurre la spesa pubblica e migliorare il suo impatto sociale.
Si tratta, infatti, di meccanismi di esternalizzazione dei servizi pubblici fondati su clausole “pay-for-success”, per cui finanziatori ed erogatori privati dei progetti sociali saranno remunerati non sulla base dell’output (“quantità” di servizi erogati ai destinatari), ma sulla base del loro effettivo contributo alla soluzione dei problemi sociali (impact).
Nuovi modelli di funding della PA. I modelli informati alla logica “pay-for-success”
Social Impact Bonds (SIBs) e Saving cost bond (Scb) sono innovativi modelli di contrattualizzazione e funding dei servizi pubblici informati alla clausola “pay-for-success”, per i quali si registra un crescente interesse anche in Italia.
In forza di tale clausola, la spesa pubblica sarà sostenuta dalla Pubblica Amministrazione (PA) non a titolo di rimborso di servizi erogati (outputs), ma a titolo di premio se e solo se i progetti implementati avranno raggiunto gli obiettivi di impatto sociale, quando sono finanziati dai SIBs. Nel caso dei Scb, invece, gli investitori saranno ripagati se e solo se si raggiungeranno determinati obiettivi di efficienza operativa e, quindi, si conseguiranno i risparmi di spesa indicati nei contratti.
In questo post si evidenzia come tali strumenti, tuttavia, presentino degli elementi distintivi di cui tenere debitamente conto per valutare congruamente il loro “campo” di applicazione e quanto la loro applicazione sia vantaggiosa per la PA.