Il post propone delle riflessioni sui processi innovativi e sulla valutazione degli interventi pubblici a sostegno della ricerca e dell’innovazione inclusi nei POR FESR regionali. Tale valutazione, in particolare, dovrebbe essere focalizzata sugli Assi 1 e 3 dei POR FESR (corrispondenti agli Obiettivi Tematici 1 e 3 dell’Accordo di Partenariato). L’articolo si concentra nello specifico sulla valutazione dell’Asse 1 dei POR FESR e sulla necessità di concentrare l’analisi su alcune key issues in grado di dare conto dei progressi a livello microeconomico e macroeconomico nell’interpretazione dei processi di genesi e diffusione dell’innovazione.
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La valutazione dell’impatto economico delle Smart Specialisation Strategies
Il post fornisce delle indicazioni metodologiche su come impostare la valutazione degli effetti delle RIS3 regionali sull’eco-sistema innovativo e sul posizionamento competitivo dei sistemi produttivi regionali (tenendo presente che si tratta di effetti indiretti, come spiegato in precedenti articoli recenti). Si parte, ovviamente, con la ricostruzione degli ‘obiettivi specifici’ di RIS3 e Programmi pluriennali di spesa e si fonda l’intero impianto logico della valutazione su una solida ‘teoria del cambiamento’ e su delle coerenti ‘Domande Valutative’.
La valutazione delle politiche regionali per l’innovazione. Principali fonti statistiche e indicatori a livello europeo
Il post rimarca che ai fini di una rigorosa valutazione a livello regionale degli interventi a sostegno della ricerca e dell’innovazione sono disponibili molteplici fonti statistiche quantitative e quali-quantitative, gestite direttamente dalla Commissione (in particolare dalla DG Industria e Mercato Interno), dall’Eurostat e dal progetto ESPON. Tutte queste fonti consentono di disporre di una consolidata batteria di indicatori rilevabili su scala regionale, Inoltre, vengono periodicamente aggiornati per tutte le regioni NUTS II anche due indicatori compositi: il Regional Innovation Scoreboard (RIS) e il Regional Competitiveness Index (RCI).
Il bando Ambiente 2018 della Fondazione Con Il Sud. Una importante opportunità per gli Enti del Terzo Settore meridionali
Questo breve post presenta il bando Ambiente 2018 della Fondazione Con Il Sud, che stanzia 5 milioni di Euro per contrastare i principali rischi ambientali nelle aree naturali protette meridionali: (i) perdita di biodiversità, (ii) inquinamento, (iii) rischi di incendi, (iv) rischi di dissesto idrogeologico.
Il soggetto proponente capofila deve essere necessariamente un Ente del Terzo Settore.
La documentazione inerente il bando è tutta disponibile sul portale della Fondazione e il termine ultimo per la presentazione delle proposte di progetto è l’8 giugno 2018.
Si fa presto a dire valutazione dell’impatto delle Smart Specialisation Strategies
Il post, in continuità con quelli precedenti, sottolinea come la valutazione delle RIS3, in realtà, implichi una valutazione dei vari strumenti di policy (programmi di policy pluriennali e altri strumenti agevolativi) che possono incidere sui cambiamenti dei sistemi innovativi e produttivi (quale che sia la scala territoriale di intervento considerata) e che le RIS3 regionali, invero, agiscono direttamente solo sugli “effetti di apprendimento” degli operatori pubblici e privati dell’eco-sistema innovativo
La valutazione delle Smart Specialisation Strategies. Il focus dell’analisi deve essere sugli “effetti di apprendimento”
Il post pone in luce quali siano gli obiettivi qualificanti delle Smart Specialisation Strategies (RIS3). Il post, di riflesso, fornisce delle conseguenti indicazioni sugli elementi chiave del “disegno di valutazione” delle RIS3. In particolare, spiega meglio l’importanza di valutare le RIS3 regionali a partire dagli “effetti di apprendimento” prodotti sia presso decisori pubblici e burocrati di loro fiducia, sia presso gli operatori pubblici e privati del sistema ricerca (in primis gli imprenditori). In una ipotetica “teoria del cambiamento” che cerchi di modellizzare gli impatti delle RIS3 (impatti molto difficili da spiegare, anche laddove sia possibile misurarli) tali “effetti di apprendimento” sono conditio sine qua non affinchè le RIS3 producano dei cambiamenti significativi delle strutture produttive, quale che sia la scala territoriale considerata.
Limiti della Smart Specialisation Strategy del Lazio e dei relativi processi di monitoraggio e valutazione
Questo contributo, muovendo da dei limiti della “Smart Specialisation Strategy” (RIS3) della Regione Lazio, pone in luce alcune difficoltà metodologiche specifiche comportate dai processi di monitoraggio e valutazione delle RIS3. La sezione su tali processi della RIS3 Lazio delinea un “disegno di valutazione” assolutamente in linea con quello generalmente applicato ai Programmi di spesa pluriennali dell’UE.
Le RIS3, invero, non essendo degli autentici Programmi pluriennali di spesa e, non meno importante, avendo obiettivi diretti differenti da quelli dei Programmi regionali, non possono essere valutate usando gli stessi approcci metodologici che si usano per i Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali.
Fondi Strutturali e politiche per la ricerca e l’innovazione. A cosa servono davvero le Smart Specialisation Strategies regionali?
Il post esamina alcune criticità del paradigma “Smart Specialisation Strategies” sviluppatosi nell’ultimo decennio su impulso della Commissione Europea, guardando soprattutto a come le Regioni italiane lo hanno applicato per formulare le loro RIS3 regionali e, di conseguenza, le loro strategie per sostenere la ricerca e l’innovazione con il contributo dei Fondi Strutturali. Le criticità principali, a mio avviso, concernono la scelta degli “ambiti scientifico-tecnologici” prioritari, la gestione dei processi di scoperta imprenditoriale e, fin qui, la scarsa attenzione alle difficoltà metodologiche specifiche comportate dai processi di monitoraggio e valutazione delle RIS3.
Il PON Inclusione sociale. Focus sull’azione-pilota “Sperimentazione di alcuni progetti di innovazione sociale nel settore dell’economia sociale”
Il PON Inclusione sociale e la valutazione di impatto
Il post presenta alcuni interventi del PON Inclusione sociale per sostenere le organizzazioni non profit e la qualità dei loro progetti e, non ultimo, favorire la sperimentazione di metodi e metriche di valutazione di impatto sociale. Come già fatto in altri post, rimarco che non tutte le organizzazioni non profit hanno disponibilità finanziarie per applicare i metodi più rigorosi. Inoltre, la scelta di metodi e metriche di valutazione va calibrata sulla base di molteplici parametri inerenti destinatari finali, settore di intervento e mission delle varie organizzazioni.